Codex Sinaiticus: differenze tra le versioni
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Durante il primo viaggio presso il monastero, nel 1844, trovò in un cesto 43 fogli di pergamena contenenti testi di Geremia, Neemia, 1 Cronache ed Ester. Un monaco gli disse che "erano rifiuti che dovevano essere distrutti bruciandoli nel forno del monastero"<ref>[[Theodore Cressy Skeat|Skeat, T. C.]], "The Last Chapter in the History of the Codex Sinaiticus." ''Novum Testamentum''. Vol. 42, Fasc. 3, Jul., 2000. p. 313</ref>. I monaci, diffidenti, pure conoscendo l'esistenza di altre pagine del Codice, si rifiutarono di fargliele esaminare. Tischendorf ottenne però in dono i fogli ritrovati che pubblicò in fac-simile nel 1846. Nel 1853 una seconda spedizione si rivelò infruttuosa, tranne che per il ritrovamento di due frammenti del Libro della Genesi.
Nel 1859 Tischendorf effettuò una terza visita al convento grazie all'aiuto dello Zar [[Alessandro II di Russia]], dal quale dipendevano allora tutti i monasteri greco-ortodossi. Un monaco mostrò allo studioso un manoscritto che aveva trovato casualmente nella sua cella, nascosto tra vari oggetti. Si trattava di un'altra parte del Codice, contenente gran parte dell'AT e tutto il NT con l'Epistola di Barnaba e parte del Pastore d'Erma. Tischendorf, che non era riuscito a convincere i monaci a lasciargli il manoscritto, iniziò a trascriverlo nel Monastero stesso. Successivamente riuscì a farselo inviare al Cairo in un altro monastero greco-ortodosso per continuare a copiare il testo. Infine Tischendorf riuscì a fare
[[File:St Catherines From Sinai.JPG|thumb|Monastero di Santa Caterina]]
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Il 13 settembre 1862, in un articolo apparso su The Guardian, il celebre falsario [[Costantino Simonidis]] affermò di essere il vero autore del "Codex Sinaiticus" e di averlo scritto sul Monte Athos nel 1839; lo definì "l'unico povero lavoro della sua giovinezza". Affermò anche di avere visitato il Sinai nel 1852 e di avere visto qui il suo codice. Simonidis dichiarò di avere realizzato il Codex Sinaiticus su incarico dello Zar di Russia (Nicola I, defunto nel 1855). Egli fu incarcerato per questa sua affermazione e il mondo accademico non gli credette (salvo poche eccezioni). Tuttavia rimangono dubbi sull'autenticità del "Sinaiticus" (per la spinosa questione si veda ad esempio il volume di Mark Jones "Fake? The art of deception", British Museum, 1990).
Per diversi decenni il codice è stato conservato presso la Biblioteca Nazionale Russa di san Pietroburgo. Nel 1933 l'Unione Sovietica vendette il codice alla [[British Library]] per
Nel maggio 1975, durante dei lavori di ristrutturazione nel monastero, venne scoperta una camera sotto la cappella di san Giorgio, nella quale erano contenuti molti frammenti pergamenacei tra cui 12 pagine del Codice Sinaitico.
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Il codice è attualmente diviso in 4 porzioni ineguali: 347 fogli sono presso la [[British Library]] a Londra; 12 fogli e 14 frammenti (a cui bisogna aggiungere un frammento individuato da uno studente greco tra la rilegatura di un manoscritto del [[XVIII secolo]])<ref>[http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/bibbia-scoperta/bibbia-scoperta/bibbia-scoperta.html ''Egitto, scoperto in una biblioteca un frammento della Bibbia più antica'']</ref> sono presso il [[monastero di Santa Caterina (Egitto)|monastero di Santa Caterina]]; 43 fogli sono nella Biblioteca della [[Università di Lipsia]]; frammenti di 3 fogli sono presso la [[Biblioteca Nazionale Russa]] di San Pietroburgo.
Un progetto finanziato da enti culturali e dalla Stavros Niarchos Foundation con la collaborazione delle quattro biblioteche sopra indicate ha consentito di digitalizzarlo per intero rendendolo disponibile a tutti sul [[sito
== Critica testuale ==
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