Giuseppe Ayala: differenze tra le versioni

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*Nel [[1988]] Ayala fu al centro di polemiche per una fotografia risalente a dieci anni prima che lo ritraeva insieme al boss mafioso [[Michele Greco]] mentre assistevano ad uno spettacolo al castello di [[San Nicola l'Arena]] (gestito dal principe Alessandro Vanni Calvello, in seguito condannato per [[associazione mafiosa]] al [[maxiprocesso di Palermo]] ma all'epoca soltanto rampollo dell'aristocrazia palermitana); la fotografia era già stata esaminata ed archiviata a suo tempo dal CSM e Ayala si difese affermando che Greco e Vanni Calvello erano incensurati in quel periodo e la foto era già di dominio pubblico perché allegata agli atti del maxiprocesso<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/09/14/un-attacco-al-giudice-ayala-una.html|titolo=UN ATTACCO AL GIUDICE AYALA 'E' UNA TORBIDA MANOVRA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2021-01-16}}</ref>. Nel [[1996]] la fotografia tornò alla ribalta a causa di un'[[interrogazione parlamentare]] presentata dall'onorevole [[Tiziana Parenti]] in cui chiedeva spiegazioni sui rapporti tra Ayala e il boss [[Francesco Di Carlo]], socio di Vanni Calvello nella gestione del castello di [[San Nicola l'Arena]]<ref>{{Cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/10/10/Politica/MAFIA-PARENTI-INTERROGAZIONE-SU-RAPPORTI-AYALA-E-DI-CARLO_184800.php#|titolo=MAFIA: PARENTI, INTERROGAZIONE SU RAPPORTI AYALA E DI CARLO|sito=www1.adnkronos.com|accesso=2021-01-16}}</ref>.
*Nell'agosto [[1993]] Ayala venne sfiorato dalle inchieste sulla [[Tangentopoli]] siciliana: fu infatti raggiunto da un'[[informazione di garanzia]] per [[finanziamento illecito ai partiti]] che seguiva le accuse dell'imprenditore edile [[Agrigento|agrigentino]] Filippo Salamone, che affermava di avergli consegnato 10 milioni di lire destinati al [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] in occasione della [[Elezioni politiche in Italia del 1992|campagna elettorale del 1992]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/05/07/ed-subito-polverone.html|titolo=ED E' SUBITO POLVERONE - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-04-17}}</ref>. Ayala, prosciolto in istruttoria da tutte le accuse, replicò: «''Salamone ha contribuito nel '92 alla campagna del PRI, di cui ero capolista, versando qualche milione. Ma non ha mai detto di averlo dato a me. Cosa che non poteva fare, non essendoci stato mai nessun contatto tra noi''»<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/04/soldi-di-salamone-ai-politici.html|titolo=I SOLDI DI SALAMONE AI POLITICI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-04-12}}</ref>.
*Nel [[1997]] la Procura di [[Caltanissetta]] aprì un'indagine a carico di Ayala a seguito delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia [[Salvatore Cancemi]] e Francesco La Marca, i quali affermarono che l'ex magistrato intervenne attraverso l'avvocato [[Francesco Musotto]] (ex presidente della [[Provinciaprovincia di Palermo]], poi processato per [[concorso esterno in associazione mafiosa]]) presso esponenti mafiosi per ottenere la restituzione di alcune statuette rubate al fratello, che gli furono fatte ritrovare perché da pubblico ministero del maxiprocesso aveva concesso gli [[arresti domiciliari]] al boss mafioso Pino Savoca<ref name=":0">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/11/un-pentito-accusa-ayala-chiese-favori-alla.html|titolo=UN PENTITO ACCUSA AYALA 'CHIESE FAVORI ALLA MAFIA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2021-01-16}}</ref>. Ayala respinse tutte le accuse e la Procura archiviò l'indagine perché effettivamente il furto si verificò ma non vi era la prova di un interessamento di Ayala al ritrovamento delle statuette<ref name=":0" />.
*Nel [[2014]] il collaboratore di giustizia [[Gaspare Mutolo]], nel corso di un'intervista concessa alla rivista online "Antimafia Duemila" e poi ad un'udienza del processo "[[Processo Borsellino quater|Borsellino quater]]", accusò Ayala di essere stato corrotto dalla mafia con [[droga]] e denaro per ottenere condanne più lievi al maxiprocesso<ref>{{Cita web|url=https://www.radioradicale.it/scheda/412771/intervista-di-sergio-scandura-a-giuseppe-ayala-sulle-accuse-lanciategli-dal-pentito|titolo=Intervista di Sergio Scandura a Giuseppe Ayala sulle accuse lanciategli dal pentito Gaspare Mutolo al processo Borsellino Quater|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=2014-05-29|lingua=it|accesso=2022-02-13}}</ref>. Ayala denunciò Mutolo per [[calunnia]] e nel [[2020]] il Tribunale di [[Roma]] condannò il collaboratore di giustizia a due anni di reclusione e 20mila euro di [[multa]] a titolo di risarcimento<ref>{{Cita web|url=https://www.palermotoday.it/cronaca/calunnia-pm-giuseppe-ayala-condannato-pentito-gaspare-mutolo.html|titolo="Ha calunniato l'ex pm del pool antimafia Giuseppe Ayala", condannato il pentito Mutolo|sito=PalermoToday|lingua=it|accesso=2022-02-13}}</ref>.
=== La scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino ===