Impero sasanide: differenze tra le versioni

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Il figlio di Ardashir I, [[Sapore I]], continuò l'espansione dell'impero, conquistando la [[Battria]] e la porzione occidentale dell'[[Impero Kusana]], mentre conduceva alcune campagne contro [[Impero romano|Roma]]. Invadendo la Mesopotamia romana, Sapore I espugnò [[Carre (città antica)|Carre]] e [[Nisibis]], ma nel 243 il generale romano [[Timesiteo]] sconfisse i Persiani a [[Battaglia di Resena|Resena]] e recuperò i territori perduti.<ref name="fry125">{{cita|Frye (1993)|p. 125}}.</ref> L'imperatore [[Gordiano III]] (238-244) avanzò successivamente verso l'Eufrate ma fu sconfitto a [[Battaglia di Mesiche|Mesiche]] (244), portando all'assassinio di Gordiano, ucciso dalle sue stesse truppe, e alla conclusione di un trattato con Roma vantaggioso per la Persia stretto con il nuovo imperatore [[Filippo l'Arabo]], con cui si assicurò dai Romani l'immediato pagamento di 500.000 ''denarii'' e ulteriori pagamenti annuali.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=Wv0hEAAAQBAJ&pg=PA149|p=149|lingua=en|titolo=Gordian III and Philip the Arab: The Roman Empire at a Crossroads|autore=Ilkka Syvänne|editore=Pen and Sword Military|anno=2021|isbn=978-15-26-78678-4}}</ref>
 
[[File:HumiliationValerianusHolbein.jpg|miniatura|sinistra|L'umiliazione di Valeriano per opera di Sapore di ([[Hans Holbein il Giovane]], 1521, [[Kunstmuseum Basel]]).]]
 
Sapore riprese presto la guerra, sconfiggendo i Romani a [[battaglia di Barbalisso|Barbalisso]] (252), ed espugnando e saccheggiando [[Antiochia]].<ref name="fry125"/><ref>{{cita|Southern (2001)|pp. 235-236}}.</ref> Le controffensive romane per opera dell'imperatore [[Valeriano]] si risolsero in una disfatta quando l'esercito romano fu sconfitto e assediato a [[Battaglia di Edessa|Edessa]] e Valeriano fu catturato da Sapore, rimanendo suo prigioniero per il resto dei suoi giorni. Sapore celebrò il suo trionfo facendo realizzare dei bassorilievi sulla roccia a [[Naqsh-e Rostam]] e [[Bishapur]], come anche un'iscrizione monumentale in persiano e greco nei pressi di [[Persepoli]]. Invase poi l'Anatolia (260), ma fu costretto al ritiro dopo avere subito delle sconfitte per mano dei Romani e del loro alleato palmireno [[Odenato]], perdendo il suo harem, catturato dai Romani, e tutti i territori romani che aveva occupato.<ref>{{cita|Frye (1993)|p. 126}}.</ref><ref>{{cita|Southern (2001)|p. 238}}.</ref>
 
Sapore promosse il commercio con l'[[India]] e l'[[penisola arabica|Arabia]] e fondò diverse città nei territori spopolati della [[Persia]], dove insediò immigranti dai territori romani, per lo più [[cristiani]] perseguitati in patria, ai quali lo scià garantiva la completa tolleranza religiosa.<ref name="zar207"/> Fu inoltre comprensivo nei confronti dei cristiani, anche se favorì particolarmente il [[manicheismo]], proteggendo [[Mani (teologo)|Mani]] (che in cambio gli dedicò uno dei suoi libri, lo ''Shabuhragan'') e inviando all'estero molti missionari manichei. Fece anche amicizia con un [[rabbino]] di Babilonia, [[Samuel di Nehardea|Samuel]]. Tale rapporto arrecò dei vantaggi alla comunità ebraica e permise loro un attimo di respiro dopo le leggi oppressive che erano state emanate contro di essi.<ref name="zar207"/>
 
==== Da Bahram I a Ormisda II ====