Grattacielo Pirelli: differenze tra le versioni

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{{Edificio civile
|nome edificio = Grattacielo Pirelli
|immagine = IlPaolo grattacieloMonti Pirelli- inServizio costruzionefotografico alla- fineBEIC degli anni 19506338549.jpg
|didascalia = Il grattacielo nel 1965<br>Foto di [[Paolo Monti]]
|paese = ITA
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|stile = [[razionalismo italiano]]
|uso = [[Consiglio regionale della Lombardia]]
|altezza = 67127 m
|altezza antenna/guglia =
|altezza tetto = 57 m
|altezza ultimo piano =
|piani = 1333
|area calpestabile = 24.000 m²
|ascensori =
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[[File:Il grattacielo Pirelli in costruzione alla fine degli anni 1950.jpg|thumb|left|Il grattacielo Pirelli in costruzione in una foto della fine degli anni cinquanta del XX secolo]]
[[File:Pirelli 1959.jpg|thumb|Un operaio sulle [[impalcature]] durante la costruzione del grattacielo, nel 1959]]
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6338552.jpg|thumb|Il grattacielo nel 1960, durante le ultime fasi di costruzione, in una foto di [[Paolo Monti]]]]
[11 Telefunken]] di [[Berlino]]<ref>{{Cita libro |titolo = Baukunst der Nachkriegsmoderne. Architekturführer Berlin 1949–1979 |autore = Adrian von Buttlar |curatore = Adrian von Buttlar, Kerstin Wittmann-Englert e Gabi Dolff-Bonekämper |editore = Dietrich Reimer Verlag |città = Berlino |anno = 2013 |lingua = de |capitolo = Ehem. Telefunken-Hochhaus (seit 1974 TU Berlin) |pp = 192-193 |ISBN = 978-3-496-01486-7 }}</ref>.
È un'opera architettonica importante, propria del [[razionalismo italiano]]<ref name="Bersano2013">{{Cita libro|autore=Giorgio Bersano|titolo=Introduzione al moderno. Breve storia dell'architettura contemporanea 1750-2000|url=https://books.google.com/books?id=v0kekJK1joMC&pg=PT182|anno=2013|editore=Editrice Compositori|isbn=978-88-7794-766-6|pp=182–}}</ref>; con i suoi 127 metri di altezza, distribuiti su 31 piani (altri 2 piani sono sotterranei), è uno degli edifici in [[calcestruzzo armato]] più imponenti al mondo.<ref name="FarrautoGarofalo2015">{{Cita libro|autore1=Luigi Farrauto|autore2=Mauro Garofalo|autore3=Giacomo Bassi|titolo=Milano e Lombardia|url=https://books.google.com/books?id=aXaMCgAAQBAJ&pg=PT126|data=2015-07-20T00:00:00+02:00|editore=Lonely Planet Italia|isbn=978-88-592-0803-7|p=126}}</ref>
 
Il grattacielo Pirelli fu progettato nel [[1950]] e incluso nel nascente "[[Centro Direzionale di Milano|Centro Direzionale]]".
L'ultimo piano (2º) del grattacielo, raggiungibile tramite scale dal 31º piano (l'ultimo a cui arrivano gli ascensori), è aperto al pubblico in alcune giornate speciali, funge da [[Belvedere (architettura)|belvedere]] con ampia vista panoramica sulla città e può ospitare mostre temporanee come spazio multifunzionale.
In origine il palazzo era stato costruito per ospitare gli uffici della celebre azienda italiana di pneumatici [[Pirelli&C|Pirelli]]; nell'area su cui sorge esistevano degli stabilimenti del gruppo, distrutti dai bombardamenti aerei durante la [[seconda guerra mondiale]]. Nel [[1977]] il grattacielo fu acquistato dalla [[Regione Lombardia]], che ne fece per 34 anni la propria sede principale, dopo una ristrutturazione a opera dell'architetto [[Bob Noorda]].
 
L'edificio è stato costruito tra il [[1956]] e il [[1961|1960]] su progetto di [[Gio Ponti]], Giuseppe Valtolina, [[Pier Luigi Nervi]], Antonio Fornaroli, [[Alberto Rosselli (architetto)|Alberto Rosselli]], Giuseppe Rinardi e Egidio Dell'Orto; Ponti diresse anche tutte le fasi costruttive. L'aspetto strutturale venne curato da Giuseppe Valtolina, in collaborazione con i consulenti [[Pier Luigi Nervi]], [[Arturo Danusso]], Piero Locatelli e [[Guglielmo Meardi]].
Oggi il grattacielo, con i suoi 210 scalini è inserito nelle [[Corsa Run up|corse "run up"]], in cui gli atleti gareggiano salendo di corsa fino all'ultimo piano del grattacielo lungo le [[scala (architettura)|scale]].<ref>L'edizione 2009 è stata vinta da [[Marco De Gasperi]] con un tempo di 3'42"</ref>
<br>Il ruolo di Nervi fu fondamentale nella progettazione di una struttura che, per il suo ridotto rapporto larghezza/altezza, è particolarmente soggetta alle azioni del vento; lo schema strutturale è composto da setti rigidi triangolari alle estremità, pilastri cavi e quattro grandi pilastri-parete centrali, tutti in calcestruzzo armato.<ref>{{Cita web|url=http://www.gioponti.org/it/archivio/scheda-dell-opera/dd_161_6102/grattacielo-pirelli-in-piazza-duca-daosta|titolo=Grattacielo Pirelli in Piazza Duca d'Aosta|autore=|editore=Gio Ponti Archives|data=|accesso=6 aprile 2016}}</ref> La realizzazione venne affidata all'impresa della [[Anna Bonomi Bolchini|Bonomi]] in collaborazione con Comolli e Silce.
 
Peculiare è stata la scelta progettuale dei materiali: l'intera struttura portante è in [[calcestruzzo armato]], materiale raramente preferito all'[[acciaio strutturale|acciaio]] per edifici di considerevole altezza. Gli elementi verticali dell'ossatura sono quattro piloni, visibili anche dall'esterno poiché percorrono a coppie l'altezza delle facciate. Sono pilastri rastremati: alla base sono larghi 2 metri, che diventano 50&nbsp;cm in sommità. Travi orizzontali, colleganti i pilastri, fungono da basi per i solai dei piani.
 
L'ingresso principale dell'edificio, per molti anni, è stato collocato in piazza Duca d'Aosta, rialzato rispetto al piano della piazza tramite una struttura detta "collina", che al suo interno contiene uno spazio adibito ad auditorium. Oggi si accede dal retro dell'edificio.
 
La superficie del grattacielo è di 1.900&nbsp;m², la sua pianta è lunga 75,5 metri e larga 20,5 metri<ref>Dati contenuti in ''Il cielo in una stanza'', foglio informativo distribuito dalla regione Lombardia</ref>. Si stima che per la sua costruzione siano stati usati 30.000&nbsp;m³ di calcestruzzo e l'edificio complessivamente pesi 70.000 tonnellate per un volume di 125.324&nbsp;m³.
 
All'epoca della sua costruzione, era il grattacielo in [[calcestruzzo armato]] più alto d'Europa e il terzo nel mondo.<ref>{{Cita libro|titolo=Dinámica social|url=https://books.google.com/books?id=1c0cAQAAMAAJ|anno=1958|editore=Centro de Estudios Económico-Sociales.|p=44}}</ref>
 
Il Grattacielo Pirelli è uno dei simboli della [[Milano]] contemporanea ed è stato per quasi 50 anni l'edificio più alto della città, superato nel [[2010]] dal [[Palazzo Lombardia]], alto 161&nbsp;m, la nuova sede della Regione Lombardia, che sorge poco lontano, e nel [[2011]] dalla [[Torre Unicredit]] di [[piazza Gae Aulenti]], alta 231 metri. Occupa attualmente il tredicesimo posto nella classifica dei [[grattacieli più alti d'Italia]], classifica in cui è stato al primo posto dalla sua costruzione fino al [[1995]].
 
Il design del [11[grattacielo]] sarebbe stato inoltre d'ispirazione per la costruzione del [[Pan Am Building]] (oggi [[MetLife Building]]) a [[New York]], della torre del Banco Atlantico di [[Barcellona]] e il grattacielo della Lonza Group di [[Basilea]]. <br>È invece certo che gli architetti [[Paul Schwebes|Schwebes]] e [[Hans Schoszberger|Schoszberger]], dopo aver visitato il cantiere, ne rimasero impressionati e vi si ispirarono per il [[Telefunken-Hochhaus|grattacielo Telefunken]] di [[Berlino]]<ref>{{Cita libro |titolo = Baukunst der Nachkriegsmoderne. Architekturführer Berlin 1949–1979 |autore = Adrian von Buttlar |curatore = Adrian von Buttlar, Kerstin Wittmann-Englert e Gabi Dolff-Bonekämper |editore = Dietrich Reimer Verlag |città = Berlino |anno = 2013 |lingua = de |capitolo = Ehem. Telefunken-Hochhaus (seit 1974 TU Berlin) |pp = 192-193 |ISBN = 978-3-496-01486-7 }}</ref>.
 
L'ultimo piano (232º) del grattacielo, raggiungibile tramite scale dal 31º piano (l'ultimo a cui arrivano gli ascensori), è aperto al pubblico in alcune giornate speciali, funge da [[Belvedere (architettura)|belvedere]] con ampia vista panoramica sulla città e può ospitare mostre temporanee come spazio multifunzionale.
 
Oggi il grattacielo, con i suoi 210710 scalini è inserito nelle [[Corsa Run up|corse "run up"]], in cui gli atleti gareggiano salendo di corsa fino all'ultimo piano del grattacielo lungo le [[scala (architettura)|scale]].<ref>L'edizione 2009 è stata vinta da [[Marco De Gasperi]] con un tempo di 3'42"</ref>
 
Il cantautore [[Adriano Celentano]] ha scritto nel [[1972]] la canzone ''Un albero di trenta piani'', che ha come tema principale l'[[ecologia]] ed attacca ferocemente l[[Inquinamento atmosferico|'inquinamento]] e la [[speculazione edilizia]]; l'"albero di trenta piani" citato nel titolo e nel testo sarebbe in realtà proprio il ''Pirellone''<ref>{{Cita web|url=http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_24/i-sessant-anni-pirellone-trenta-piani-avanguardia-136f1af6-2177-11e6-91cf-0087f336776f.shtml|titolo=I sessant’anni del PirelloneTrenta piani di avanguardia|sito=Corriere della Sera|data=2016-05-24|lingua=it|accesso=2022-10-05}}</ref>.