Aniello Falcone: differenze tra le versioni

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[[File:Falcone, Aniello, The Anchorite, ca 1650.jpg|miniatura|''L'anacoreta'' di Aniello Falcone, [[1650]] circa.[[Galleria Nazionale d'Arte Antica]], [[Roma]]]]
Falcone era figlio del pittore e doratore Vincenzo Falcone († 1648) e di sua moglie Giovanna de Luca. Era imparentato con i pittori Nicola e Pietro Falcone, prozio dello scultore [[Andrea Falcone]] e genero di [[Filippo Vitale]].
 
Aniello riuscì a guadagnare una reputazione internazionale, riuscendo anche ad attirare, attraverso i suoi dipinti, l'attenzione del commerciante e collezionista [[fiammingo]] [[Gaspar Roomer]], che vendette le sue opere in tutta Europa, e divenendo uno degli artisti incaricati dal re [[Filippo IV di Spagna]] nella realizzazione di una serie di scene dell'antica storia romana per il [[Palazzo del Buon Ritiro]] di [[Madrid]].<ref>''Painting in Naples: From Caravaggio to Giordano, 1981, p.153</ref>
 
Nella sua bottega napoletana accoglieva giovani interessati all'arte e insegnava loro i segreti e le tecniche della pittura, trattandoli sempre con gentilezza quasi paterna. Nella sua bottega si formarono artisti come [[Micco Spadaro]], [[Salvator Rosa]], [[Luca Forte (pittore)|Luca Forte]] ed altri, in una [[Napoli]] posta sotto la [[Dominazione spagnola in Italia|dominazione spagnola]].<br />
Molti dei suoi allievi aderirono alla ''"Compagnia della Morte"'', creata dallo stesso Falcone per vendicare un amico, morto per mano di uno spagnolo, con l'improbabile scopo di uccidere tutti gli spagnoli di Napoli.<br />
Di questa ''Compagnia'' fece parte anche [[Masaniello]], con gli esiti passati poi alla [[Repubblica Napoletana (1647)|storia]].<br />
Quando il [[Regno di Napoli]], dopo quasi un anno di rivoluzione, ritornò sotto il dominio degli [[Spagna|spagnoli]] e la ''Compagnia della Morte'' si disciolse, Aniello Falcone sparì dalla circolazione e la sua bottega fu sostituita da quella di [[Luca Giordano]]. Si ritiene sia morto durante la tremenda epidemia di [[peste del 1656]].
 
Infatti Falcone, insieme a [[Salvator Rosa]], se ne andò a Roma, dove il [[Jacques Courtois|Borgognone]] notò le sue opere e divenne suo amico, e un francese lo indusse ad andare in [[Francia]], dove [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] divenne uno dei suoi mecenati. Alla fine [[Jean-Baptiste Colbert]] accettò la richiesta del pittore di ritornare a Napoli, dove morì durante la [[peste del 1656]].<ref>{{Cita libro|titolo=The Oxford Dictionary of Art|capitolo=Falcone, Aniello|editore=Chilvers, Ian|curatore=Oxford University Press|pagina=248|anno=2004|isbn=9780198604761|url=https://books.google.com/books?id=WYaRX58a0_IC&q=%22aniello+falcone%22+%221656%22&pg=PA248}}</ref>
 
== Arte a Napoli nel Seicento ==