Alla fine degli [[anni '60]]sessanta si scatenò in Italia un enorme fiorire di complessi il cui stile veniva definito [[Musica beat in Italia|musica beat]]. La terminologia precisa di questa definizione nel paese non è mai stata particolarmente precisa così come la sua influenza effettiva dalla beat generation americana. In Italia vennero riprese sonorità del [[Mersey Beat]] e del [[Rock and roll]] sotto l'influenza della [[British invasion|British Invasion]], da qui il termine beat (letteralmente "battito") starebbe più per la definizione delle linee ritimiche che per le tematiche e l'estetica beatnik (la quale era principalmente caratterizzata più dal [[jazz]] che dal rock). Tra i numerosi complessi italiani definiti beat vi furono l'[[Equipe 84]], i [[Dik Dik]], [[I Corvi (gruppo musicale)|I Corvi]], [[I Camaleonti]], i [[Nomadi]], i [[The Rokes]], [[I Delfini (gruppo musicale)|I Delfini]], [[New Dada|I New Dada]], il duo [[Franco IV e Franco I]] insieme ad altri gruppi che divennero ''cult'' in seguito alla loro riscoperta nei decenni successivi come [[I Tubi Lungimiranti]], [[I Fantom's]] o [[Gli Astrali]] sono solo alcuni tra gli esponenti, e di solisti: [[Riki Maiocchi]], [[Ugolino (cantante)|Ugolino]]. [[Gian Pieretti]], [[Patty Pravo]], [[Caterina Caselli]] ed altri. Questo fiorire condusse alla nascita di riviste musicali nate espressamente per i giovani, ''[[Ciao amici]]'', ''[[Giovani (rivista)|Giovani]]'', ''[[Big (rivista)|Big]]'', di locali dedicati espressamente alla musica beat, il [[Piper Club]] di [[Roma]] è il più noto, ma ne nacquero in ogni città, a [[Torino]] ad esempio ''La Perla'', di concorsi musicali legati al beat, il più noto di tutti fu il [[Rapallo Davoli]], ed al diffondersi in ogni città d'Italia di punti di aggregazione per i "capelloni", tra cui, [[piazza di Spagna]] e [[piazza Navona]] a Roma o [[Piazza Castello (Torino)|piazza Castello]] a Torino.