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Nell'aprile del 1951 ha sposato Argia Schiappadori (più nota come Baby): il matrimonio è celebrato a Mantova nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, officianti don Aldo Porcelli (un altro prete della Resistenza) e don Mazzolari. Dal matrimonio nascono tre figli: [[Ennio Chiodi|Ennio]], Antonio e Roberto.
 
Di lì a poco Chiodi torna alla carta stampata: nel 1955, è responsabile del «Popolo di Milano» (edizione milanese del «[[Il Popolo]]», giornale della Democrazia Cristiana); successivamente dirige la rivista «Libertas», il «[[Giornale del Mattino (Firenze)|Giornale del Mattino]]» di Firenze (1956-1957), il settimanale «Rotosei» (1958-1959). Direttore della «[[Gazzetta del Popolo]]» di Torino dal 1960 al 1964, promuove la collaborazione dei padri [[David Maria Turoldo|David Turoldo]], [[Camillo De Piaz]] e [[Nazareno Fabbretti]], facendo del giornale un luogo di confronto per una parte importante del mondo cattolico. Le coraggiose inchieste di politica internazionale condotte dagli inviati del quotidiano, e in particolare da Fabbretti, procurano al giornale e al suo direttore leArturo Chiodi minacciose attenzioni da parte di movimenti fascisti europei, dai franchisti spagnoli all’OASall’[[Organisation armée secrète|OAS]] con (Organisation de l’Armée Secrète) che si opponeva ai movimenti di liberazione delle colonie francesi in Nord Africa. Per questo in quegli anni Arturo Chiodi è stato per due anni sotto protezione di una scorta del Ministero degli Interni.
Rientrato alla Rai, gli viene affidato nel 1964, per cinque anni, l'ufficio di corrispondenza di Ginevra, sede delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] per la [[Conferenza mondiale sul disarmo]] con incarichi di inviato per gli eventi della diplomazia europea; successivamente opera a Roma nellacome sezioneresponsabile della direzione per deii rapporti con l’estero.
Nel 1978 Chiodi è chiamato dadal segretario della Democrazia Cristiana [[Benigno Zaccagnini]] a collaborare , come portavoce e capo dell’Ufficio stampa, con [[Virginio Rognoni]] che, dopo l’uccisione di [[Aldo Moro]], era stato nominato ministro dell’Interno al posto del dimissionario [[Francesco Cossiga]]. L’accortezza e l’equilibrio di cui dà prova nella delicatissima congiuntura gli valgono l’unanime apprezzamento dei colleghi e dei responsabili delle istituzioni.
Nell’ultimo periodo della sua vita, dopo il pensionamento, Chiodi ha insegnato nell’Istituto di formazione al giornalismo di Milano.
 
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Nel 1967 aveva avuto inizio la pubblicazione di un «Notiziario mazzolariano», che nel 1990 si trasformò nella rivista semestrale «Impegno. Rassegna di Religione, Attualità e Cultura», di cui Chiodi sarà direttore sino alla morte. Numerosi i saggi a sua firma dedicati alla figura e all’opera di Mazzolari e i volumi da lui curati che raccolgono gli scritti del sacerdote.
 
Ad Arturo Chiodi è stata intitolata una via a Bozzolo (MN) il 6 novembra del 2022<ref>[https://www.oglioponews.it/2020/11/16/bozzolo-dedica-una-via-ad-arturo-chiodi-nel-centenario-della-nascita/ Bozzolo dedica una via ad Arturo Chiodi nel centenario della nascita. OglioPo News.]</ref><ref>[https://ricerca.gelocal.it/gazzettadimantova/archivio/gazzettadimantova/2022/11/07/mantova-l-omaggio-ad-arturo-chiodi-uno-dei-ragazzi-di-don-primo-20.html?ref=search L'omaggio ad Arturo Chiodi uno dei ragazzi di don Primo. Gazzetta di Mantova.]</ref>.
 
Arturo Chiodi muore a Bolzano l’11 settembre 2003