Orfeo: differenze tra le versioni

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Essi posero però la condizione che Orfeo avrebbe dovuto precedere Euridice per tutto il cammino fino all'uscita dell'Ade senza voltarsi mai all'indietro. Esattamente sulla soglia degli Inferi, temendo che lei non lo stesse più seguendo, Orfeo non riuscì più a resistere al dubbio e si voltò per assicurarsi che la moglie lo stesse seguendo. Avendo rotto la promessa, Euridice viene riportata all'istante nell'Oltretomba.
 
Orfeo vide scomparire Euridice e si disperò, tornatosapendo che non l'avrebbe mai più rivista. Decise allora di non desiderare più nessuna donna dopo la sua Euridice. Tornato sulla terra, espresse il dolore fino ai limiti delle possibilità artistiche, incantando nuovamente le fiere e animando gli alberi. Pianse per sette mesi ininterrottamente, secondo Virgilio,<ref>''[[Georgiche]]'', libro IV.</ref> mentre Ovidio riduce il numero a sette giorni.<ref>''[[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'', libro XI.</ref> Sa che non potrà amare più nessun'altra, e malgrado ciò molte ambiscono a unirsi a lui. Secondo la versione virgiliana le donne dei [[Ciconi]] videro che la fedeltà del Trace nei confronti della moglie morta non si piegava; allora, in preda all'ira e ai [[Dionisiaco|culti bacchici]] cui erano devote, lo fecero a pezzi (il famoso [[sparagmòs]]) e ne sparsero i resti per la campagna.<ref>Virgilio, cit.</ref> La sua testa, insieme alla sua lira, vengono gettate nel [[Evros (fiume)|fiume Evros]].
 
La testa di Orfeo cadde proprio sulla lira galleggiante, continuando a cantare soavemente. Zeus, toccato da questo evento commovente, prende lo strumento e lo pone in cielo, formando una costellazione (la quale in alternativa, secondo le ''[[Fabulae]]'' di [[Igino (astronomo)|Igino]], sarebbe non la lira di Orfeo ma quella di [[Arione di Metimna|Arione]]). Secondo quanto afferma [[Virgilio]] nel sesto libro dell{{'}}''Eneide'', l'anima di Orfeo venne accolta nei [[Campi Elisi]].
 
Un po' diversa è la rivisitazione del [[Ovidio|poeta sulmonese]], che aggiunge un tassello alla reazione anti-femminile di Orfeo, coinvolgendo il cantore nella fondazione dell'[[Omosessualità|amore omoerotico]] (questo elemento non è di invenzione ovidiana visto che ne abbiamo attestazione già nel poeta [[Alessandria d'Egitto|alessandrino]] [[Fanocle]]). Orfeo avrebbe quindi ripiegato sull'amore per i fanciulli, facendo innamorare anche i mariti delle donne di [[Tracia]], che venivano così trascurate. Le [[Menadi]] si infuriarono dilaniando il poeta, nutrendosi anche di parte del suo corpo, in una scena ben più cruda di quella virgiliana.<ref>''Metamorfosi'', libro XI.</ref>
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In entrambi i poeti si narra che la testa di Orfeo finì nel fiume Ebro, dove continuò prodigiosamente a cantare, simbolo dell'immortalità dell'arte, scendendo (qui solo Ovidio) fino al mare e da qui alle rive di [[Metimna]], presso l'isola di [[Lesbo]], dove [[Apollo|Febo Apollo]] la protesse da un serpente che le si era avventato contro. Il sofista del III secolo [[Filostrato il Vecchio|Filostrato]] nell'''Eroico'' (28,8) racconta che la testa di Orfeo, giunta a Lesbo dopo il delitto commesso dalle donne, stava in una grotta dell'isola e aveva il potere di dare oracoli. Secondo altre versioni, i resti del cantore sarebbero stati seppelliti dalle impietosite [[Muse (divinità)|Muse]] nella città di [[Libetra]]. Tornando a Ovidio, eccoci al punto culminante dell'avventura, forse inaspettato; Orfeo ritrova Euridice fra le anime pie, e qui potrà guardarla senza più temere.<ref>Nel libro XI delle ''Met''. Il mito è narrato nei versi 1-66.</ref>
 
Orfeo vede ora scomparire Euridice e si dispera, perché sa che non la vedrà più. Decide allora di non desiderare più nessuna donna dopo la sua Euridice. Un gruppo di Baccanti ubriache, poi, lo invita a partecipare a un'orgia dionisiaca. Per tener fede a ciò che ha detto, rinuncia, ed è proprio questo che porta anche lui alla morte: le Baccanti, infuriate, lo uccidono, lo fanno a pezzi e gettano la sua testa nel [[Evros (fiume)|fiume Evros]], insieme alla sua lira. La testa cade proprio sulla lira e galleggia, continuando a cantare soavemente. Zeus, toccato da questo evento commovente, prende la lira e la mette in cielo formando una costellazione (la quale in alternativa, secondo le ''[[Fabulae]]'' di [[Igino (astronomo)|Igino]], sarebbe non la lira di Orfeo ma quella di [[Arione di Metimna|Arione]]). Secondo quanto afferma [[Virgilio]] nel sesto libro dell{{'}}''Eneide'', l'anima di Orfeo venne accolta nei [[Campi Elisi]].
 
== Evoluzione del mito ==