Rustichello da Pisa: differenze tra le versioni
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Rustichello, dopo avere appreso la [[lingua francese]] a Pisa e averne probabilmente perfezionato la conoscenza durante soggiorni in [[Inghilterra medievale|Inghilterra]] o in [[Terra Santa]], scrisse una compilazione in prosa di [[Letteratura arturiana|romanzi arturiani]] preesistenti entro il 1271 (''[[Tristano e Isotta (mito)|Tristano]]'' in prosa e ''[[Lancillotto in prosa|Lancelot-Graal]]''). La fonte fu probabilmente un libro in possesso del re [[Edoardo I d'Inghilterra]], che consegnò il volume a Rustichello durante il suo passaggio dall'Inghilterra alla Terra Santa per partecipare alla [[ottava crociata]] guidata dal [[sovrani di Francia|re di Francia]] [[Luigi IX di Francia|Luigi IX il Santo]]. La redazione più vicina all'originale è tramandata dal manoscritto fr. 1463 della [[Bibliothèque Nationale di Parigi]], copiato a [[Genova]] alla fine del XIII secolo. In altri manoscritti più tardi il romanzo è stato interpolato con il ''[[Guiron le Courtois]]'' e diviso in due sezioni, intitolate ''Meliadus'' e ''Guiron le Courtois''.
Rustichello, prigioniero a Genova in seguito agli eventi successivi alla [[battaglia della Meloria]] del 1284 tra le [[repubbliche marinare]] di [[Repubblica di Pisa|Pisa]] e [[Repubblica di Genova|Genova]], conobbe [[Marco Polo]], anch'egli fatto prigioniero, forse nel 1298, in seguito alla sconfitta [[Repubblica di Venezia|veneziana]] nella [[battaglia di Curzola]]. Durante la prigionia nelle carceri di [[Palazzo San Giorgio (Genova)|Palazzo San Giorgio]] a Genova Marco Polo raccontò le memorie dei propri viaggi a Rustichello, il quale le trascrisse in [[lingua d'oïl]] ne ''Le divisament dou monde'' ("La descrizione del mondo"), noto con il titolo de ''[[Milione (Marco Polo)|Il Milione]]''. La sua stesura del ''Milione'' è criticata per le frequenti ed evidenti inserzioni sia di episodi moraleggianti sia di battaglie che si succedono una uguale all'altra, di evidente derivazione dalle sue "opere" precedenti.
{{q|Benché in mezzo a continue nodosità, i suoi colleghi sapevano riuscire freschi; Rustichello appare soltanto noioso. E distratto, con scarsa o punta logica, e addirittura scervellato: un industre artigiano della penna, col solo scopo di salvaguardare la cosiddetta morale. Se fu lui ad accogliere la dettatura del Polo, due collaboratori letterari non furono mai così male assortiti.| Ettore Camesasca, ''Il
== Bibliografia ==
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