Forze di pace delle Nazioni Unite: differenze tra le versioni

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{{Premio Nobel|pace|anno=1988}}
[[File:UN Soldiers in Eritrea.jpeg|thumb|Caschi blu della missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] in [[Etiopia]] ed [[Eritrea]]]]
[[File:UN peacekeepers from Iran with UN APCs.jpg|miniatura|Caschi blu [[Iran|iranianiiran]]iani]]
[[File:Blue helmets from Benin, Bamako, 30 May 2018.jpg|miniatura|Caschi blu del [[Benin]]]]
[[File:UN Peacekeepers Day celebration in the DR Congo (8879872657).jpg|miniatura|''Giornata internazionale dei caschi blu'' presso la missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] nella [[Repubblica Democratica del Congo]]]]
Il '''''peacekeeping''''' '''delle Nazioni Unite''' (''UN peacekeeping'') identifica le attività politiche e militari svolte dalle Forze internazionali di pace delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] (comunemente indicate come "'''caschi blu'''") con lo scopo di [[Mantenimento della pace|mantenere la pace]] internazionale.<ref name="units">[{{cita testo|url=http://www.iaf-lionardo.it/dispense%20di%20organizzazioni%20internazioanli.pdf |titolo=Dispensa di organizzazione internazionale di Antonietta Piacquadio] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20111119222644/http://www.iaf-lionardo.it/dispense%20di%20organizzazioni%20internazioanli.pdf |data=19 novembre 2011 }}</ref> Queste azioni sono svolte sotto il controllo del [[Segretariato delle Nazioni Unite]] su mandato del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] attraverso coalizioni militari internazionali. Le missioni sono gestite dal [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]], con sede presso il [[Palazzo di vetro del Segretariato delle Nazioni Unite|Palazzo di vetro]] a [[New York]].<ref>{{Cita web|url=https://peacekeeping.un.org/en/node|titolo=United Nations Peacekeeping|sito=United Nations Peacekeeping|lingua=en|accesso=2019-08-11 agosto 2019}}</ref> Nel [[1988]] alle Forze internazionali di pace dell'ONU è stato assegnato il [[premio Nobel per la pace]].
 
== Storia ==
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Nel [[1988]] il [[premio Nobel per la pace]] è stato assegnato alle Forze internazionali di pace delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]].
[[File:UN Peacekeeping Force.jpg|miniatura|Caschi blu [[Pakistan|pakistanipakistan]]i]]
[[File:Chilean soldier.jpg|left|thumb|Casco blu [[Cile|cilenocile]]no]]
Con la fine della [[guerra fredda]] si determinò un cambiamento nel ''peacekeeping'', sia ONU sia multilaterale. In un nuovo spirito di collaborazione, il Consiglio di sicurezza deliberò più ampie e complesse missioni di pace, spesso nell'intento di cooperare nell'attuazione di accordi di pace intercorsi in conflitti interni ad un medesimo Stato e [[guerra civile|guerre civili]]. Inoltre, nel ''peacekeeping'' si prese ad inserire un numero sempre maggiore di elementi non-militari per assicurare il buon funzionamento di funzioni civili, come le [[elezione|elezioni]]. Il [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]] fu creato nel 1992 per far fronte all'accresciuta richiesta di missioni di tal genere.
 
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Le missioni di pace sono organizzate e gestite dal [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]], un [[dicastero]] del [[Segretariato delle Nazioni Unite]].
Il più importante documento di elaborazione dottrinale di DPO, intitolato ''United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines'' è stato pubblicato nel 2008.<ref name="autogenerated1">{{Cita web |url=http://pbpu.unlb.org/pbps/Library/Capstone_Doctrine_ENG.pdf |titolo=DPKO Capstone Doctrine |accesso=12 settembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080819214105/http://pbpu.unlb.org/pbps/Library/Capstone_Doctrine_ENG.pdf |dataarchivio=19 agosto 2008 |urlmorto=sì }}</ref>
 
In ambito ONU, le operazioni di pace sono inoltre caratterizzate dalla delega del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] al [[Segretario generale delle Nazioni Unite|Segretario generale]], sia in ordine al reperimento, sia al comando delle forze da impiegare<ref name=units />. Non tutte le operazioni finalizzate al mantenimento della pace sono qualificabili come operazioni di pace<ref name=esteri>{{Cita web |url=http://www.esteri.it/MAE/doc_dossier/dossier_pc/dp.pdf |titolo=Brochure ministero |accesso=31 dicembre 2010 |dataarchivio=7 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081207061952/http://www.esteri.it/MAE/doc_dossier/dossier_pc/dp.pdf |urlmorto=sì }}</ref> e da queste vanno distinte le operazioni di ''[[peacebuilding]]'' e di [[peaceenforcement|''peace-enforcement'']]<ref name=esteri /><ref>[{{cita testo|url=http://www.iai.it/pdf/Oss_Transatlantico/90.pdf |titolo=Il diritto applicabile alle Forze Armate italiane all'estero] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20110920095001/http://www.iai.it/pdf/Oss_Transatlantico/90.pdf |data=20 settembre 2011 }}</ref><ref>[{{cita testo|url=http://www.globalsecurity.org/military/library/report/call/call_93-8_intro.htm |titolo=INTRODUCTION]}}</ref>, anche se talune missioni possono avere carattere ibrido. Nella storia dell'attività dell'ONU si sogliono distinguere tre fasi caratterizzate da altrettanti tipi di ''peacekeeping''<ref name=lerda>{{Cita web |url=http://www.diritto.it/articoli/europa/lerda.html |titolo=LE OPERAZIONI DI "PEACE-KEEPING" |accesso=31 dicembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151208033223/http://www.diritto.it/articoli/europa/lerda.html |dataarchivio=8 dicembre 2015 |urlmorto=sì }}</ref><ref>''Caschi blu e processi di democratizzazione: le operazioni di peacekeeping dell'ONU e la promozione della democrazia'', Paolo Foradori, pag. 166 e ss.</ref> I fini statutari dell'ONU prevedono espressamente che l'organizzazione debba ''mantenere la pace e la sicurezza''; uno degli strumenti usati, nel corso del tempo, per il mantenimento della pace, sono le operazioni di pace,<ref>{{collegamento interrotto|1=[{{cita testo|url=http://www-3.unipv.it/wwwscpol/it/Risorse%20per%20lo%20studente/Materiale%20didattico/Insegnamento/Organizzazioni%20internazionali%20(corso%20avanzato)/LUCIDI%20LEZIONE%20ATTIVITA%27%20ONU%20PACE%20E%20SICUREZZA%20per%20studenti.ppt |titolo=Lucidi UNIPV]}} |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, missioni che tuttavia non trovano esplicita previsione nello statuto e la cui legittimità giuridica è stata ravvisata da gran parte della dottrina nel consenso delle parti in causa.<ref name=marchisio>Sergio Marchisio. ''L'ONU. Il diritto delle Nazioni Unite''. Bologna, Il Mulino, 2000.</ref>
 
=== Procedimento di richiesta ===
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* H16511 Dr. Richard Arthur Preston "Canada's RMC - A History of Royal Military College" Second Edition 1982
* H1877 R. Guy C. Smith (editor) "As You Were! Ex-Cadets Remember". In 2 Volumes. Volume I: 1876-1918. Volume II: 1919-1984. [[Royal Military College of Canada|RMC]]. [[Kingston, Ontario]]. The R.M.C. Club of Canada. 1984
</ref> comandante del contingente di pace in Ruanda ai tempi della [[genocidio del Ruanda|tragedia umanitaria]] che afflisse quel lembo d'Africa (1996), così descrisse, nel libro ''Shake Hands With the Devil<small>,</small>'' tali problemi, a confronto con dispiegamenti "tradizionali" di forze militari:<small><ref>''Shake Hands With the Devil: The Failure of Humanity in Rwanda'' ISBN 0-679-31171-8</ref></small>
 
{{Citazione|Mi disse che l'ONU era un sistema "pull" [tirare] e non un sistema "push" [spingere] com'ero abituato nella NATO, nel senso che non vi era assolutamente un bacino di risorse da cui attingere. Dovevi fare domanda per qualunque cosa ti servisse, e poi aspettare che la domanda fosse analizzata… Per esempio, i soldati, ovunque si trovino, devono mangiare e bere. In un sistema "push", vivande e cibo sono fornite automaticamente nella quantità proporzionata al numero di persone. In un sistema "pull", devi chiedere che ti forniscano tali razioni, ed il buon senso non pare avere voce in capitolo.|Roméo Dallaire, ''Shake Hands With the Devil'', pp. 99-100}}
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Lo statuto ONU impone a tutti gli stati membri l'obbligo di mettere a disposizione del Consiglio di sicurezza le forze e le infrastrutture necessarie al mantenimento di pace e sicurezza in ogni posto del mondo. Dal 1948, quasi 130 paesi hanno contribuito a missioni di pace con personale militare e di polizia civile.
 
''Caschi blu'' (dal colore dell'elmetto) è la denominazione con cui vengono indicati i militari delle Forze internazionali di pace dell'ONU, con compiti di controllo finalizzati al ripristino della normalità politica e civile nel paese in cui operano. Hanno ricevuto il [[premio Nobel per la pace]] nel 1988.<ref>[{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/caschi-blu/ |titolo=Caschi blu nell&apos;Enciclopedia Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]}}</ref>
 
Nel [[1956]] è nata la prima [[Forza di emergenza delle Nazioni Unite]] in occasione del conflitto tra Israele ed Egitto.
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Nel [[2000]] è stata anche istituita una [[Brigata di reazione rapida multinazionale]] per intervenire in aree a rischio in breve tempo.
 
Benché non siano disponibili informazioni dettagliate su tutto il personale che partecipò a missioni di pace dal 1948, si stima che circa un milione di operatori (soldati, agenti di polizia, e "normali civili") abbia lavorato sotto bandiera ONU in mezzo secolo abbondante. Con dati riferiti a marzo 2008, 113 paesi stavano contribuendo con un totale di 88&nbsp;862 persone tra osservatori militari, polizia, e truppe inquadrate in unità militari canoniche.<ref>[{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/contributors/2008/mar08_1.pdf |titolo=Contributors to United Nations peacekeeping operations]}}</ref>
 
Nonostante il lungo elenco di paesi partecipanti sulla carta, la parte del leone—sotto il profilo del numero di addetti sul campo—è chiaramente svolta da un nucleo di [[paesi in via di sviluppo]], che spesso traggono profitto economico da tale partecipazione. In questo senso, la classifica dei primi dieci (stima del marzo 2007) appare la seguente: [[Pakistan]] (10.173), [[Bangladesh]] (9.675), [[India]] (9.471), [[Nepal]] (3.626), [[Giordania]] (3.564), [[Uruguay]] (2.583), [[Italia]] (2.539), [[Ghana]] (2.907), [[Nigeria]] (2.465), e [[Francia]] (1.975).<ref name="unpko-summary">{{Cita web | titolo=Monthly Summary of Contributors to UN Peacekeeping Operations | url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/contributors/2007/march07_2.pdf|formato=PDF| accesso=20 aprile 2007}}</ref>
 
Alla data di marzo [[2008]], in aggiunta al personale militare e di polizia, risultano aver collaborato a missioni peacekeeping ONU: 5&nbsp;187 "civili internazionali", 2.031 volontari delle Nazioni Unite e 12.036 civili locali.<ref>[{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/bnote.htm |titolo=Background Note - United Nations Peacekeeping Operations<!-- Bot generated title -->]}}</ref>
 
Fino ad aprile 2008, 2.468 persone, di oltre cento nazionalità, hanno perso la vita in missioni di pace.<ref>[{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/fatalities/StatsByYear%201.pdf |titolo=United Nations peacekeeping - Fatalities By Year up to 31 Dec 2008]}}</ref> Molti dei caduti provenivano dall'India (127), Canada (114) e Ghana (113). Il 30% delle perdite umane lamentate nei primi 55 anni di ''peacekeeping'' ONU ricade negli anni dal 1993 al 1995.
 
Come già detto, i paesi in via di sviluppo tendono a partecipare al ''peacekeeping'' più delle nazioni sviluppate. Questo, in parte, può spiegarsi con il fatto che le forze armate dei paesi emergenti non evocano il fantasma dell'[[imperialismo]] nelle località di guerra (spesso trattasi di ex-[[colonia (insediamento)|colonie]]). Ad esempio, nel dicembre 2005, l'[[Eritrea]] espulse dalla missione di pace sulla propria frontiera con l'[[Etiopia]] tutto il personale statunitense, russo, europeo e canadese. Alla motivazione storico-politica, si aggiunge però l'attrattiva economica per i paesi meno agiati. L'ONU riconosce mensilmente a ciascun operatore militare: $1.028 per paga e rimborsi spese; $303 extra per gli specialisti; $68 per vestiario personale, accessori ed equipaggiamento; $5 per armamento individuale.<ref>[{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/faq/q10.htm |titolo=United Nations Peacekeepers - How are peacekeepers compensated?]}}</ref> Può essere un cespite finanziario di un certo rilievo per un paese emergente. Garantendo ai soldati addestramento, equipaggiamento e stipendi di elevato livello, le missioni di pace ONU consentono a tali paesi di mantenere forze armate più importanti di quello che si potrebbero permettere secondo i rispettivi bilanci. Circa il 4,5% del personale militare o di polizia impiegato nel ''peacekeeping'' ONU proviene dall'[[Unione europea]]; la percentuale scende sotto l'uno per cento se consideriamo gli addetti statunitensi.
 
=== Costi ===
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== Missioni non-ONU ==
[[File:En-MFO1.JPG|thumb|Elicotteri [[Bell 212|CH135 Twin Huey]] canadesi assegnati alla [[Multinational Force and Observers]], una forza di peacekeeping non-ONU, ad [[El Gorah]],<ref>[{{cita testo|url=http://www.globalsecurity.org/military/facility/el-gorah.htm |titolo=El Gorah su Globalsecurity.org]}}</ref> [[Penisola del Sinai|Sinai]], [[Egitto]], 1989]]
Non tutte le forze di ''peacekeeping'' sono state direttamente controllate dalle Nazioni Unite.
Nel 1981, un accordo tra Israele ed Egitto diede vita al già ricordato ''Multinational Force and Observers'' che tuttora esercita una supervisione sulla penisola del Sinai.
 
Sei anni più tardi, la [[Indian Peace Keeping Force]]<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web | 1url = http://www.indianchild.com/india_peace_keeping_operations.htm | 2titolo = India Child article on IPKF operations | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100315042221/http://www.indianchild.com/india_peace_keeping_operations.htm | dataarchivio = 15 marzo 2010 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://in.rediff.com/news/2000/mar/23lanka.htm | 2titolo = India's VietNam }}
* {{cita web|url=http://nesohr.org/human-rights-reports/StatisticsOnCiviliansAffectedByWar.pdf|titolo=Civilians Affected by War in Northeast Ceylon|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120723133708/http://nesohr.org/human-rights-reports/StatisticsOnCiviliansAffectedByWar.pdf?PHPSESSID=8204ff9bfa58e205f71a95c3899f8835|dataarchivio=23 luglio 2012}}
* {{cita web | 1url = http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1987/index.html | 2titolo = The Indian Army in Sri Lanka 1987-1990 | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050313035608/http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1987/index.html | dataarchivio = 13 marzo 2005 | urlmorto = sì }}
* [{{cita testo|url=http://www.indianjawan.com/ |titolo=Indian Jawan] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20051016003859/http://www.indianjawan.com/ |data=16 ottobre 2005 }}- A Tribute To The Indian Soldier
* {{cita web | 1url = http://www.rediff.com/news/2000/mar/24lanka.htm | 2titolo = Overview of Mission }}
* {{cita web | 1url = http://www.stormingmedia.us/40/4004/A400492.html | 2titolo = Case Study in Operations Other Than War | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050124105524/http://www.stormingmedia.us/40/4004/A400492.html | dataarchivio = 24 gennaio 2005 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://www.tamilnation.org/intframe/india/warcrimes/index.htm | 2titolo = Tamil Nation on Rajiv Gandhi's War Crimes }}
* {{cita web | 1url = http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1987IPKF/ | 2titolo = The Indian Air Force in Sri Lanka 1987-1990 | accesso = 24 settembre 2009 | dataarchivio = 7 gennaio 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100107083856/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1987IPKF/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://www.frontlineonnet.com/fl2418/stories/20070921505807900.htm | 2titolo = Shocking disclosures }}
* {{cita web|url=http://books.google.lk/books?id=MrBi0ghiZN0C&pg=PA91&dq=IPKF+German+Memories+in+Asia&sig=-NnNJKQMAxK9Xfd2b2mqOFC7lEA|titolo=A Mission in Jaffna & the Memories of War-Torn Jaffna}}</ref> entrò nello [[Sri Lanka]] per concorrervi al mantenimento della pace.
La situazione divenne stagnante, e nel 1990 il [[Primo ministro]] dello Sri Lanka, che aveva concluso un patto con le [[Tigri Tamil]], chiese all'India di ritirarsi.
 
Nel novembre 1998, inoltre, l'India collaborò alla restaurazione del governo di [[Maumoon Abdul Gayoom]] nelle [[Maldive]], azione da inquadrarsi nell'alveo della [[Operazione Cactus]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Cactus01.html |titolo=Copia archiviata |accesso=26 settembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917064629/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Cactus01.html |dataarchivio=17 settembre 2009 }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1970s/Operation-Cactus.html |titolo=Copia archiviata |accesso=2 ottobre 2006 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060827180644/http://bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1970s/Operation-Cactus.html |dataarchivio=27 agosto 2006 }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Chordia.html |titolo=Copia archiviata |accesso=26 settembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917172723/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Chordia.html |dataarchivio=17 settembre 2009 }}
* {{cita web |url=http://armedforces.nic.in/navy/cactus.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=16 luglio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020614011830/http://armedforces.nic.in/navy/cactus.htm |dataarchivio=14 giugno 2002 }}
</ref>
 
Il 20 dicembre 1995, su mandato ONU, una forza a guida NATO ([[IFOR]])<ref>La ''Implementation Force'' (IFOR) è stata una forza multinazionale della [[NATO]] dispiegata in [[Bosnia ed Erzegovina]] per un mandato di un anno dal 20 dicembre [[1995]] al 20 dicembre 1996 sotto il nome in codice ''[[Operazione Joint Endeavor]]'' per implementare l'accordo di pace in Bosnia - Erzegovina come successore della forza delle [[Nazioni Unite]] [[UNPROFOR]].</ref> fece il suo ingresso in [[Bosnia]] per dare attuazione al ''General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina.''<ref>[{{cita testo|url=http://www.oscebih.org/overview/gfap/eng/ |titolo=General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20100213232342/http://www.oscebih.org/overview/gfap/eng/ |data=13 febbraio 2010 }}</ref> Analogamente, un'operazione NATO ([[KFOR]])<ref>La ''Kosovo Force'' (KFOR) è una forza militare internazionale, guidata dalla [[Organizzazione del Trattato Nord Atlantico|NATO]], responsabile di ristabilire l'ordine e la pace in [[Kosovo]], una provincia della [[Serbia]] sotto l'amministrazione dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] dal 1999.</ref> si svolge tuttora nella provincia [[Serbia|serba]] del [[Kosovo]].
 
La missione a guida Nato in [[Bosnia ed Erzegovina]] è stata successivamente sostituita da una missione peacekeeping a patrocinio [[Unione europea|europeo]], organizzata da [[EUFOR]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web|url=https://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1039&lang=en|titolo=Official website|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080216212031/http://consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1039&lang=en|dataarchivio=16 febbraio 2008}}
* http://europa.eu/whoiswho/bin/dispent.pl?lang=en&entity_id=61084
* http://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=279&lang=en&mode=g {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081223073138/http://consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=279&lang=en&mode=g |date=23 dicembre 2008 }}
* {{cita web|url=http://www.consilium.europa.eu/showPage.asp?id=1211&lang=en&mode=g|titolo=Official EU Operations Centre website|accesso=26 settembre 2009|dataarchivio=6 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160306205429/http://www.consilium.europa.eu/showPage.asp?id=1211&lang=en&mode=g|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1url = http://hdptcar.net/blog/2008/02/13/new-agenda-for-the-european-peace-keeping-mission-in-chad-and-car/ | 2titolo = United Nations website in CAR monitoring progress of EUFOR TCHAD/RCA and MINURCAT | accesso = 26 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080312032334/http://hdptcar.net/blog/2008/02/13/new-agenda-for-the-european-peace-keeping-mission-in-chad-and-car/ | dataarchivio = 12 marzo 2008 | urlmorto = sì }}</ref> Anche l'[[Unione Africana]], a partire dal [[2003]], è stata marginalmente coinvolta nel peacekeeping [[Africa|continentale]].
 
Nell'[[Ossezia del Sud]], [[Russia]] e [[Georgia]] inviarono le rispettive formazioni di caschi blu in applicazione all'accordo di [[Soči]] (siglato il 24 giugno 1992).<ref>{{Cita web |url=http://www.worldpoliticsreview.com/Article.aspx?id=1904 |titolo=Sochi Summit Fails to Solve U.S.-Russian Missile Defense Dispute |accesso=26 settembre 2009 |dataarchivio=25 giugno 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080625030938/http://www.worldpoliticsreview.com/article.aspx?id=1904 |urlmorto=sì }}</ref><ref>Si noti come — in questo caso — la "terzietà" dei peacekeeper, la loro natura di osservatori/arbitri ''super partes'', sia quanto meno opinabile.</ref>
 
La [[seconda guerra in Ossezia del Sud]] del 2008 si concluse con l'espulsione dalla regione di tutte le forze georgiane, compresi i caschi blu, ed ebbe un bilancio di 18 caduti tra i caschi blu russi.
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== Critiche ==
=== Danni potenziali alle truppe ===
Naturalmente, come ogni impresa militare (o bellica in senso ampio), anche il peacekeeping potrebbe provocare danni alla salute delle persone impiegate, soprattutto per l'elevato grado di stress che comporta. I peacekeeper sono esposti a danni causati ("collateralmente", in modo non deliberato) dalle parti in conflitto e spesso anche ad un clima cui non sono avvezzi. Ne scaturiscono problemi di [[salute mentale]], [[suicidio]] ed abuso di [[Droga|droghe]], come dimostrano specifiche statistiche.<ref>[{{cita testo|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_qa3912/is_200908/ai_n35631115/ |titolo=PTSD Subclusters and Functional Impairment in Kosovo Peacekeepers (Military Medicine)]}}</ref> Avere un parente in missione all'estero per un lungo periodo è fonte di stress anche per i familiari dei peacekeeper.<ref>[{{cita testo|url=http://www.mielenterveys-taimi.fi/kipunoita/2003_2/09.htm |titolo=Lanan torjuntaa – Henkinen hyvinvointi rauhanturvajoukoissa.] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20080526010824/http://www.mielenterveys-taimi.fi/kipunoita/2003_2/09.htm |data=26 maggio 2008 }} Kipunoita 2/2003. Retrieved 9-3-2007. {{fi}}</ref> Oltre tutto, i peacekeeper, sebbene eventualmente agiscano su mandato ONU, possono divenire bersaglio (intenzionale) per gli attacchi di una parte belligerante.
 
Un differente approccio pone in risalto come il peacekeeping potrebbe "rammollire i guerrieri" ed intaccarne la combattività, posta l'ovvia differenza di profilo tra un contingente di peacekeeping ed un reparto operativo dispiegato in un contesto schiettamente e tradizionalmente conflittuale.<ref>{{collegamento interrotto|1=[{{cita testo|url=http://www.usafa.af.mil/jscope/ISME2007/Papers/Prof%20Paulin%20Kaurin%20War%20Stories.doc. |titolo=Kaurin, P. M. (2007) War Stories: Narrative, Identity and (Recasting) Military Ethics Pedagogy. Pacific Lutheran University. ISME 2007. Retrieved 9-3-2007]}} |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>Liu, H. C. K., The war that could destroy both armies, ''Asia Times'', 23 October, 2003. Retrieved 9-3-2007.</ref>
 
=== Problemi a lungo termine ===
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=== Peacekeeping, traffico di esseri umani e prostituzione coatta ===
[[File:Nicolae Samora Graça.jpg|thumb|[[Maputo]], aprile 1979. [[Graça Machel]] (a sinistra), con [[Nicolae Ceaușescu]] (al centro) ed il presidente del [[Mozambico]] dell'epoca, [[Samora Machel]]]]
Resoconti giornalistici attestano un rapido espandersi della [[prostituzione]] in [[Cambogia]], [[Bosnia]] e [[Kosovo]] dopo che in tali luoghi sono iniziate le missioni di peacekeeping (negli ultimi due paesi si tratta di missioni NATO, tutte le altre sono ONU).<ref>[{{cita testo|url=http://www.refugeesinternational.org/content/article/detail/4146 |titolo=Conflict, Sexual Trafficking, and Peacekeeping] {{webarchive|urlurlarchivio=http://webarchive.loc.gov/all/20061121070047/http%3A//www%2Erefugeesinternational%2Eorg/content/article/detail/4146 |data=21 novembre 2006 }}</ref> Nello studio del 1996 ''The Impact of Armed Conflict on Children'', [[Graça Machel]]<ref>Cenni biografici:
* {{cita web | 1url = http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/135280.stm | 2titolo = BBC Profile of Graça Machel }}
* {{cita web | 1url = http://www.sahistory.org.za/pages/people/bios/machel-g.htm | 2titolo = SAHistory bio | accesso = 3 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071213161307/http://www.sahistory.org.za/pages/people/bios/machel-g.htm | dataarchivio = 13 dicembre 2007 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://www.unfoundation.org/about/board/machel.asp | 2titolo = UN Foundation Bio | accesso = 3 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060908155128/http://www.unfoundation.org/about/board/machel.asp | dataarchivio = 8 settembre 2006 | urlmorto = sì }}</ref>
già [[first lady]] del Mozambico ha documentato: "In sei su dodici studi nazionali preparati per questo rapporto sullo sfruttamento sessuale di bambini in situazioni di conflitto armato, l'arrivo di truppe peacekeeping è stato associato a rapido aumento della prostituzione infantile."<ref>[{{cita testo|url=https://www.unicef.org/graca/a51-306_en.pdf |titolo=The Impact of Armed Conflict on Children]}}</ref>
 
== Proposte di riforma ONU ==
=== L'analisi di Brahimi ===
In reazione a queste criticità, segnatamente per quanto attiene ai casi di abuso sessuale da parte dei peacekeeper, l'ONU ha mosso alcuni passi in un progetto di riforma delle sue operazioni, come sono state sinora conosciute. Il ''Report of the Panel on United Nations Peacekeeping Operations'' (colloquialmente indicato pure come ''Brahimi Report)''<ref>[{{cita testo|url=http://www.un.org/peace/reports/peace_operations/ |titolo=Brahimi Report]}}</ref><ref>Collegamenti esterni sulla figura di [[Lakhdar Brahimi]]:
* Willis Witter (April 15, 2004). [{{cita testo|url=http://www.washtimes.com/world/20040415-124444-4930r.htm |titolo=Al-Sadr agrees to talks with U.S.]}} ''[[The Washington Times]]''.
* {{cita web|url=http://www.un.org/News/dh/iraq/brahimi-bio-jan04.htm|titolo=UN Biography for Lakhdar Brahimi - ''January 2004''}}
* {{cita web|url=http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=16989&Cr=Brahimi&Cr1=|titolo=Veteran UN envoy and adviser Lakhdar Brahimi to retire at end of year}}
</ref>
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;Congo
Il capitano dei peacekeeper ONU [[Gurbachan Singh Salaria]] ottenne la più alta onorificenza militare indiana, il [[Param Vir Chakra]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web | 1url = http://indianarmy.nic.in/PVC/pvc.html | 2titolo = Indian Army Website on PVC winners from Indian Army | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130815195436/http://indianarmy.nic.in/PVC/pvc.html | dataarchivio = 15 agosto 2013 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://www.tribuneindia.com/1999/99jun20/sunday/head2.htm | 2titolo = Interesting information on Savitri Khanolankar }}
* {{cita web | 1url = http://faculty.winthrop.edu/haynese/india/medals/PVC.html | 2titolo = Good article on PVC | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080725091209/http://faculty.winthrop.edu/haynese/india/medals/PVC.html | dataarchivio = 25 luglio 2008 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://www.funtrivia.com/en/subtopics/The-Indian-Army-208581.html | 2titolo = Indian Army Trivia | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090710083506/http://www.funtrivia.com/en/subtopics/The-Indian-Army-208581.html | dataarchivio = 10 luglio 2009 | urlmorto = sì }}</ref>
Nel novembre 1961 il Consiglio di Sicurezza era intervenuto per prevenire le ostilità [[Katanga (stato)|katanghesi]] in [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]]. Per reazione, [[Moise Tshombe]], leader secessionista del Katanga, lanciò un'offensiva contro le forze ONU. Il 5 dicembre 1961, una [[compagnia (militare)|compagnia]] indiana-ONU rinforzata da [[Mortaio#Mortai medi da fanteria|mortai da 3 pollici (81 mm)]] attaccò un posto di blocco tra il quartier generale katanghese ed il campo d'aviazione di [[Lubumbashi]] (Elisabethville). Dopo che gli indiani avevano preso possesso della posizione, un [[plotone]] [[Brigata Gurkha|gurkha]] tentò di collegarsi alla compagnia per consolidare il rinnovato posto di blocco, ma incontrò elementi ostili in prossimità del vecchio aeroporto. L'attacco del plotone contro la postazione ribelle, forte di una novantina di miliziani katanghesi, fu guidato dal capitano indiano Salaria. Malgrado che disponesse solo di sedici soldati e con un armamento inferiore a quello degli avversari, il capitano Salaria — anche giovandosi della proverbiale ferocia<ref>«Se un uomo dice di non temere la morte, sta mentendo oppure è un gurkha.» ([[Feldmaresciallo]] [[Sam Manekshaw]] - [{{cita testo|url=http://www.peopleforever.org/nfhomepage.aspx?nfid=307 |titolo=Cenni biografici] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20090818180847/http://www.peopleforever.org/nfhomepage.aspx?nfid=307|data=18 agosto 2009}} -, già capo di stato maggiore dell'esercito indiano ai tempi della guerra indo-pakistana del 1971)</ref><ref>Bibliografia sui gurkha:
 
* Barthorp, Michael. (2002).''Afghan Wars and the North-West Frontier 1839-1947''. Cassell. ISBN 0-304-36294-8
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* Sengupta, Kim. (2007). 'The Battle for Parity: Victory for the Gurkhas', ''The Independent'', 9 March 2007. Retrieved from: https://www.independent.co.uk/news/uk/this-britain/the-battle-for-parity-victory-for-the-gurkhas-439464.html
* Tod, James & Crooke, William. (eds.) (1920). ''Annals and Antiquities of Rajasthan''. 3 Volumes. Motilal Banarsidass Publishers Pvt. Ltd., Delhi. Reprinted 1994.</ref>
dei combattenti gurkha — ebbe la meglio sul nemico, che si volse in fuga. Durante l'azione, Salaria fu colpito al collo, ma continuò a combattere sinché morì per le ferite riportate. Grazie alla sua abnegazione ed al suo coraggio, il quartier generale ONU di Elisabethville si salvò dall'accerchiamento.<ref name="Salaria">{{Cita web|url = http://www.bharat-rakshak.com/HEROISM/Salaria.html|titolo = Captain Gurbachan Singh Salaria|accesso = 13 maggio 2009|cognome = Rakshak|nome = Bharat|anno = undated|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090409164010/http://www.bharat-rakshak.com/HEROISM/Salaria.html|dataarchivio = 9 aprile 2009}}</ref><ref name="Shorey">{{Cita web|url = http://www.bharat-rakshak.com/ARMY/History/1950s/Courage.html|titolo = CAPTAIN COURAGE|accesso = 13 maggio 2009|cognome = Shorey|nome = Anil|anno = 2004|mese = aprile|urlmorto = sì}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione| cognome = Bureš| nome = Oldřich| data =| anno = 2006| mese = giugno| titolo = Regional Peacekeeping Operations: Complementing or Undermining the United Nations Security Council?| rivista = [[Global Change, Peace & Security]]| volume = 18| numero = 2| pp = 83–99| id=PMID| doi = 10.1080/14781150600687775}}
* {{Cita pubblicazione
* {{Cita pubblicazione| cognome = Fortna| nome = Virginia Page| data =| anno = 2004| titolo = Does Peacekeeping Keep Peace? International Intervention and the Duration of Peace After Civil War| url = https://archive.org/details/sim_international-studies-quarterly_2004-03_48_1/page/n272| rivista = [[International Studies Quarterly]]| volume = 48| pp = 269–292| id=PMID| doi = 10.1111/j.0020-8833.2004.00301.x}}
| cognome = Bureš
* {{Cita pubblicazione| cognome = Goulding| nome = Marrack| linkautore = Marrack Goulding| anno = 1993| mese = luglio| titolo = The Evolution of United Nations Peacekeeping| rivista = [[International Affairs]]| volume = 69| numero = 3| pp= 451–64| doi = 10.2307/2622309| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0020-5850(199307)69%3A3%3C451%3ATEOUNP%3E2.0.CO%3B2-X}}
| nome = Oldřich
* {{Cita pubblicazione| cognome = Pushkina| nome = Darya| data =| anno = 2006| mese = giugno| titolo = A Recipe for Success? Ingredients of a Successful Peacekeeping Mission| rivista = [[International Peacekeeping]]| volume = 13| numero = 2| pp = 133–149| id=PMID| doi = 10.1080/13533310500436508}}
| data =
* Worboys. Katherine. 2007. “The Traumatic Journey from Dictatorship to Democracy: Peacekeeping Operations and Civil-Military Relations in Argentina, 1989-1999.” ''Armed Forces & Society'', vol. 33: pp.&nbsp;149–168. [{{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/33/2/149 |titolo=abstract] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20090331190946/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/33/2/149 |date=31 marzo 2009 }}
| anno = 2006
* Dandeker, Christopher and James Gow. 1997. “The Future of Peace Support Operations: Strategic Peacekeeping and Success.” ''Armed Forces & Society'', vol. 23: pp.&nbsp;327–347. [{{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/23/3/327 |titolo=abstract] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20080523212544/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/23/3/327 |date=23 maggio 2008 }}
| mese = giugno
* Blocq, Daniel. 2009. “Western Soldiers and the Protection of Local Civilians in UN Peacekeeping Operations: Is a Nationalist Orientation in the Armed Forces Hindering Our Preparedness to Fight?” ''Armed Forces & Society'', [{{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08330816v1 |titolo=abstract] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20090406061546/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08330816v1 |date=6 aprile 2009 }}
| titolo = Regional Peacekeeping Operations: Complementing or Undermining the United Nations Security Council?
* Bridges, Donna and Debbie Horsfall. 2009. “Increasing Operational Effectiveness in UN Peacekeeping: Toward a Gender-Balanced Force.” ''Armed Forces & Society'', May 2009. [{{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08327818v1 |titolo=abstract]}}
| rivista = [[Global Change, Peace & Security]]
* Reed, Brian and David Segal. 2000. “The Impact of Multiple Deployments on Soldiers' Peacekeeping Attitudes, Morale and Retention.” ''Armed Forces & Society'', vol. 27: pp.&nbsp;57–78. [{{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/27/1/57 |titolo=abstract] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20061017191516/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/27/1/57 |date=17 ottobre 2006 }}
| volume = 18
* Sion, Liora. 2006. “'Too Sweet and Innocent for War'?: Dutch Peacekeepers and the Use of Violence." ''Armed Forces & Society'', vol. 32: pp.&nbsp;454–474. [{{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/32/3/454 |titolo=abstract] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20090331091910/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/32/3/454 |date=31 marzo 2009 }}
| numero = 2
| pp = 83–99
| id=PMID
| doi = 10.1080/14781150600687775
}}
 
* {{Cita pubblicazione
| cognome = Fortna
| nome = Virginia Page
| data =
| anno = 2004
| titolo = Does Peacekeeping Keep Peace? International Intervention and the Duration of Peace After Civil War
| url = https://archive.org/details/sim_international-studies-quarterly_2004-03_48_1/page/n272
| rivista = [[International Studies Quarterly]]
| volume = 48
| pp = 269–292
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| doi = 10.1111/j.0020-8833.2004.00301.x
}}
 
* {{Cita pubblicazione
| cognome = Goulding
| nome = Marrack
| linkautore = Marrack Goulding
| anno = 1993
| mese = luglio
| titolo = The Evolution of United Nations Peacekeeping
| rivista = [[International Affairs]]
| volume = 69
| numero = 3
| pp= 451–64
| doi = 10.2307/2622309
| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0020-5850(199307)69%3A3%3C451%3ATEOUNP%3E2.0.CO%3B2-X}}
 
* {{Cita pubblicazione
| cognome = Pushkina
| nome = Darya
| data =
| anno = 2006
| mese = giugno
| titolo = A Recipe for Success? Ingredients of a Successful Peacekeeping Mission
| rivista = [[International Peacekeeping]]
| volume = 13
| numero = 2
| pp = 133–149
| id=PMID
| doi = 10.1080/13533310500436508
}}
 
* Worboys. Katherine. 2007. “The Traumatic Journey from Dictatorship to Democracy: Peacekeeping Operations and Civil-Military Relations in Argentina, 1989-1999.” ''Armed Forces & Society'', vol. 33: pp.&nbsp;149–168. [http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/33/2/149 abstract] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090331190946/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/33/2/149 |date=31 marzo 2009 }}
* Dandeker, Christopher and James Gow. 1997. “The Future of Peace Support Operations: Strategic Peacekeeping and Success.” ''Armed Forces & Society'', vol. 23: pp.&nbsp;327–347. [http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/23/3/327 abstract] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080523212544/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/23/3/327 |date=23 maggio 2008 }}
* Blocq, Daniel. 2009. “Western Soldiers and the Protection of Local Civilians in UN Peacekeeping Operations: Is a Nationalist Orientation in the Armed Forces Hindering Our Preparedness to Fight?” ''Armed Forces & Society'', [http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08330816v1 abstract] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090406061546/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08330816v1 |date=6 aprile 2009 }}
* Bridges, Donna and Debbie Horsfall. 2009. “Increasing Operational Effectiveness in UN Peacekeeping: Toward a Gender-Balanced Force.” ''Armed Forces & Society'', May 2009. [http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08327818v1 abstract]
* Reed, Brian and David Segal. 2000. “The Impact of Multiple Deployments on Soldiers' Peacekeeping Attitudes, Morale and Retention.” ''Armed Forces & Society'', vol. 27: pp.&nbsp;57–78. [http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/27/1/57 abstract] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20061017191516/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/27/1/57 |date=17 ottobre 2006 }}
* Sion, Liora. 2006. “'Too Sweet and Innocent for War'?: Dutch Peacekeepers and the Use of Violence." ''Armed Forces & Society'', vol. 32: pp.&nbsp;454–474. [http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/32/3/454 abstract] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090331091910/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/32/3/454 |date=31 marzo 2009 }}
 
== Voci correlate ==
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20041017193953|titolo=Centro studi per la pace}}
* {{cita web|url=http://www.peacekeeping.fi|titolo=The Finnish Peacekeepers' Museum}}
* {{cita web|url=http://www.pom.peacebuild.ca/|titolo=Peace Operations Monitor}}
* {{cita web | 1url = http://www.dodccrp.org/html3/research_bosnia.html | 2titolo = CCRP Bosnia Research and Publications | accesso = 12 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070613164521/http://www.dodccrp.org/html3/research_bosnia.html | dataarchivio = 13 giugno 2007 | urlmorto = sì }}
* [{{cita testo|url=http://www.dodccrp.org/files/Wentz_Bosnia.pdf |titolo=Lessons from Bosnia: The IFOR Experience]}} by Larry Wentz (1998)
* [{{cita testo|url=https://web.archive.org/web/20150628215257/http://www.dodccrp.org/files/Siegel_Target.pdf |titolo=Target Bosnia]}} by Pascale Siegel (1998)
* {{cita web | 1url = http://www.dodccrp.org/html3/research_kosovo.html | 2titolo = CCRP Kosovo Research and Publications | accesso = 12 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070721000153/http://www.dodccrp.org/html3/research_kosovo.html | dataarchivio = 21 luglio 2007 | urlmorto = sì }}
* [{{cita testo|url=http://www.dodccrp.org/files/Wentz_Kosovo.pdf |titolo=Lessons from Kosovo: The KFOR Experience]}} by Larry Wentz (2002)
* [{{cita testo|url=http://www.dodccrp.org/files/Avruch_Information_Campaigns.pdf |titolo=Information Campaigns for Peace Operations]}} by Avruch et al. (2000)
* [{{cita testo|url=http://www.dodccrp.org/files/Howard_Confrontation.pdf |titolo=Confrontation Analysis]}} by Nigel Howard (1999)
* [{{cita testo|url=http://www.dodccrp.org/files/Center_OOTW.pdf |titolo=Operations Other Than War]}} (1995)
* [{{cita testo|url=https://web.archive.org/web/20070312214143/http://elearning.security-research.at/flash/un/ |titolo=United Nations eLearning Unit]}} created by ISRG - University of Innsbruck
* {{cita web | 1url = http://www.fname.info/aisp/eng/ | 2titolo = SPIA - Soldiers of Peace International Association gathers civilians and soldiers (notably former Blue Helmets) who have carried out Peacekeeping Operations under the U.N. aegis since 1948 | accesso = 12 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070917155211/http://www.fname.info/aisp/eng/ | dataarchivio = 17 settembre 2007 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://paginas.pavconhecimento.pt/pessoais/dw/Mario%5FZanatti | 2titolo = Permanent UN Peacekeeping force proposal: The presentation of the Eurocorps-Foreign Legion concept druing the SPIA colloquium at the European parliament in JUNE 2003 under the auspices of the UN Secretary-General | accesso = 12 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060927143725/http://paginas.pavconhecimento.pt/pessoais/dw/Mario%5FZanatti/ | dataarchivio = 27 settembre 2006 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.carlisle.army.mil/library/bibs/peace04.htm|titolo=Peacekeeping: A Selected Bibliography (2004)}}
* {{cita web | 1url = http://www.unifil.ie | 2titolo = UNIFIL Site with Pictures and Stories from Ireland's involvement with with UNIFIL. | accesso = 29 aprile 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090417234624/http://unifil.ie/ | dataarchivio = 17 aprile 2009 | urlmorto = sì }}
 
{{Organizzazione delle Nazioni Unite}}
{{Premio Nobel per la pace}}