Yama: differenze tra le versioni
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[[File:Yama tibet.jpg|thumb|Raffigurazione di Yama proveniente dal [[Tibet]], XVII-XVIII secolo.]]
Presso la [[religione]] [[Induismo|induista]], '''Yama''' è il [[Deva]] della [[morte]],
==Origini e caratteristiche==
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Il nome deriva dalla radice ''yam'' (fossa, fossato nelle lingue slave "jama").
Nelle raffigurazioni tradizionali appare con il corpo verde, con gli occhi infuocati, vestito con abiti rossastri, cavalcante un bufalo nero.<ref>Massimo Izzi, ''Dizionario dei mostri'', ediz. L'Airone, Roma, 1997,
Talvolta è rappresentato come un vecchio armato di spada e scudo.<ref>[[Pio Filippani-Ronconi]], ''Miti e religioni dell'India'', [[Newton Compton]], 1992, Roma,
Nella tradizione vedica, Yama (fratello di [[Manu (Induismo)|Manu]], progenitore dell'umanità) è considerato il primo uomo che morì, espiando le proprie colpe e ottenendo rifugio presso la dimora celeste; in virtù di questo suo primato, ottenne il controllo sui defunti. In alcuni passaggi, tuttavia, ci si riferisce a lui già come al dio della morte.
Nella [[Katha Upanishad|Kaṭha Upaniṣad]] Yama è colui che istruisce il giovane Naciketas sulle modalità del sacrificio che conduce al mondo degli dèi e, non senza qualche esitazione, sulla sorte degli uomini dopo la loro morte. Il Deva rivela a Naciketas il potere della sillaba
Durante i funerali, tuttora gli indiani recitano inni vedici dedicati a Yama.
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