Compagnia di Gesù: differenze tra le versioni

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Sotto il loro governo l'ordine crebbe rapidamente fino a superare i 10.000 membri: i teologi gesuiti svolsero un'importante attività come consiglieri di cardinali (al [[concilio di Trento]]) e accompagnatori di nunzi durante le diete imperiali o i colloqui di religione (al [[colloquio di Poissy|sinodo di Poissy]]);<ref>{{Cita|G. Switek, in G. Schwaiger|pp. 254-255|Schwaiger}}.</ref> i missionari della Compagnia ebbero un ruolo determinante nel contrasto alla diffusione delle dottrine protestanti e nella "[[ricattolicizzazione]]" dei paesi dell'[[Europa centro-orientale]] dove si era diffuso il [[luteranesimo]] (fu determinante il ruolo di [[Pietro Canisio]], il cui catechismo fu utilizzato a lungo come testo base per l'insegnamento della dottrina cattolica nei paesi di [[lingua tedesca]]).<ref>{{Cita|G. Switek, in G. Schwaiger|p. 254|Schwaiger}}.</ref>
 
I missionari gesuiti penetrarono in [[Irlanda]] e [[Inghilterra]] (dove [[John Ogilvie|Ogilvie]] e [[Edmund Campion|Campion]] subirono il martirio); proseguirono l'opera cominciata da Francesco Saverio nell'[[Estremo Oriente]] ([[Alessandro Valignano|Valignano]], [[Matteo Ricci|Ricci]], [[Johann Adam Schall von Bell|Schall]], [[Ferdinand Verbiest|Verbiest]] e, nell'[[India]], [[Roberto de Nobili|de Nobili]]) e cominciarono a propagare il cattolicesimo nelle [[Americhe]].<ref>{{Cita|G. Switek, in G. Schwaiger|p. 255|Schwaiger}}.</ref>
 
I teologi della Compagnia furono però protagonisti di aspri conflitti dottrinali (la disputa di [[Luis de Molina]] con i [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]] sul rapporto tra [[grazia (teologia)|grazia]] e [[libero arbitrio]]; la [[controversia dei riti cinesi]]; l'accusa di lassismo rivolta ai gesuiti dai [[giansenismo|giansenisti]]) che si trascinarono fino al [[XVIII secolo]].
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Fallito il tentativo di Francesco Saverio, il piano per la penetrazione della Compagnia in [[Cina]] fu elaborato da [[Alessandro Valignano]] durante il suo soggiorno a [[Macao]] ([[1578]]). Convinto che l'ordine dovesse dissociarsi dall'immagine di predone occidentale avido di conquista, invitò i suoi missionari ad acquisire la maggior padronanza possibile della [[lingua cinese]], a rispettare i valori culturali e spirituali dei cinesi, a usare la scienza come mezzo per introdurre la fede, a sviluppare l'apostolato per mezzo degli scritti e delle relazioni sociali e a concentrare il loro impegno missionario nei confronti della classe colta dominante.<ref name="Ban c">{{Cita|Bangert|pp. 176-177}}.</ref>
 
Valignano inviò [[Michele Ruggieri]] a Macao a studiare il cinese: a lui si unì lo scienziato e linguista [[Matteo Ricci]] (già allievo di Valignano a Macerata) e, grazie alla fama di grande matematico di cui godeva Ricci, i due furono invitati in [[Cina]] e ottennero il permesso di risiedervi. Ruggieri e Ricci fissarono la loro residenza a [[Shiuhing]] e nei venticinque anni che rimasero nel paese raggiunsero [[Shaoguan]], [[Nanchang]], [[Nanchino]] e [[Pechino]].<ref name="Ban c"/>
 
Ricci concentrò i suoi sforzi nella conversione delle classi elitarie: si appellò alla loro curiosità intellettuale mostrando loro prismi, orologi, strumenti matematici e carte geografiche. Nel [[1594]] fu ammesso nella classe dei [[Mandarino (funzionario)|mandarini]], il che gli permise di aumentare il suo prestigio sociale. Nel [[1601]] si stabilì a Pechino, accolto con favore dall'imperatore.<ref name="Ban c2">{{Cita|Bangert|p. 179}}.</ref>