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* '''come la scienza più facile''', perché sono comunque concetti fondamentali e noti (Hegel cita ''essere, niente, ecc., determinatezza, grandezza, ecc., in sé, per sé, uno, molti, ecc.'').
Tuttavia, la loro notorietà è anch'essa fonte di difficoltà, perché molte volte si tratta anche di scoprirle «in modo affatto diverso, e anzi perfino opposto a quello in cui son note.»<br/>Infine, Hegel si chiede se effettivamente la Logica sia ''utile'', e la sua risposta è sì: da un lato aiuta il soggetto ad esercitare il pensiero, dall'altro la Logica è ''Verità pura'', perciò essa è certamente anche utile: {{citazione|Ma, in quanto la logica è la forma assoluta della verità e, più ancora, è la stessa pura verità, essa è affatto diversa da un qualcosa semplicemente utile. Di certo, ciò ch'è il più eccellente, più libero e più indipendente è, insieme, quel che vi ha di più utile, e perciò la logica può essere anche considerata come utile: utilità, che è in tal caso da misurare a una stregua ben diversa da quella del semplice esercizio formale del pensiero,|''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small>PRELIMINARI</small>, 19|Insofern aber de Logische die absolute Form der Wahrheit und noch mehr als dies and die reine Wahrheit selbst ist, ist es ganz etwas anderes als bloß etwas Nützliches. Aber wie das Vortrefflichste, das Freiste und Selbständig auch das Nützlichste ist, so kann auch das Logische so gefaßt werden Sein Nutzen ist dann noch anders anzuschlagen, als bloß die formel Übung des Denkens zu sein.|lingua=de}}
====<div style="text-align:center">§20 - Sensibilità, rappresentazione e pensiero</div>====
In questo corposo paragrafo, Hegel comincia ad analizzare il pensiero «nel suo aspetto più prossimo», ossia come «attività o facoltà spirituale accanto ad altre, alla sensibilità, alla intuizione, alla fantasia, ecc., all'appetizione, al volere, ecc.». Qui Hegel
Queste affermazioni, spiega Hegel, non hanno carattere ''soggettivo'', ma ''universale'': tuttavia non è ancora possibile dimostrarli. Il filosofo, dunque, rinvia la giustificazione di tali assiomi a capitoli successivi, introducendo il concetto di '''''facta'''''. Queste le sue parole: {{citazione|Le proposizioni, esposte qui e nei paragrafi seguenti, non sono già da accogliere come affermazioni, e come le mie opinioni intorno al pensiero; ma, poiché in questa maniera preliminare nessuna deduzione o prova può aver luogo, esse debbono valere come ''fakta'', nel senso che nella coscienza di ognuno, se egli ha pensieri e li fa oggetto di considerazione, si trova empiricamente che vi è incluso il carattere dell'universalità, e così anche gli altri consecutivi. S'intende bene che, per osservare i fatti della propria coscienza e delle proprie rappresentazioni, è presupposta una certa cultura dell'attenzione e dell'astrazione.|Die hier und in den nächstfolgenden 55 angegebenen Bestimmung sind nicht als Behauptungen und meine Meinungen über das Denken zu nehmen; jedoch da in dieser vorläufigen Weise keine Ableitung oder Be weis stattfinden kann, mögen sie als Fakta gelten, so daß in dem Be wußtsein eines jeden, wenn er Gedanken habe und sie betrachte, es sich empirisch vorfinde, daß der Charakter der Allgemeinheit und so gleich falls die nachfolgenden Bestimmungen darin vorhanden seien. Eine bereits vorhandene Bildung der Aufmerksamkeit und der Abstraktion wird allerdings zur Beobachtung von Faktis seines Bewußtseins und sei ner Vorstellungen erfordert.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 20}} Di fatto, Hegel assume ''empiricamente'' la valenza universale di quei concetti facendo leva sulla sensibilità di ciascuno di noi.
Si tratta adesso della differenza fra '''''Sensibilità''''' (''Sinnlichem''), '''''Rappresentazione''''' (''Vorstellung'') e '''''Pensiero''''' (''Gedanken zur Sprache'').
=====Il sensibile=====
Si è soliti cominciare la descrizione del sensibile mettendo in risalto il suo carattere di ''esteriorità'' rispetto al soggetto, dal momento che questi individua il sensibile tramite gli omonimi '''''sensi'''''. Dire questo, tuttavia, non significa niente: ci dà informazioni solo sul mezzo (i sensi) e non sull'oggetto (il sensibile). L'elemento caratteristico del sensibile è invece la sua '''''individualità''''', che è anche ciò che fondamentalmente lo differenzia dal Pensiero. Dice Hegel: {{citazione|Per quel che concerne il sensibile, si suol addurre dapprima, come spiegazione di esso, la sua origine esterna, i sensi o gli organi dei sensi. Ma nominare lo strumento non dà alcuna determinazione di ciò che con esso vien appreso. La differenza del sensibile dal pensiero è da riporre nella individualità, che è il carattere del sensibile.|Für das Sinnliche wird zunächst sein äußerlicher Ursprung, die Sinne oder Sinneswerkzeuge, zur Erklärung genomme Allein die Nennung des Werkzeuges gibt keine Bestimmung für das, wu damit erfaßt wird. Der Unterschied des Sinnlichen vom Gedanken i darein zu setzen, daß die Bestimmung von jenem die Einzelheit ist, und indem das Einzelne (ganz abstrakt das Atome) auch im Zusammenhang steht, so ist das Sinnliche ein Außereinander, dessen nähere abstrakt Formen das Nebenund das Nacheinander sind.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 20}}
==Citazioni in template Wiki Maffei==
{{citazione|La logica è la scienza della idea pura, cioè dell'Idea nell'elemento astratto del pensiero.|Die Logik ist die Wissenschaft der reinen Idee, das ist, der Idee im abstrakten Elemente des Denkens.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 19}}
{{citazione|Il prodotto di questa attività, il carattere o forma del pensiero, è l'universale, l'astratto in genere.<br/>Il pensiero come attività è perciò l'universale attivo, e propriamente quello che fa sé stesso, giacché il fatto, il prodotto, è appunto l'universale.<br/>. Il pensiero, rappresentato come soggetto, è il pensante; e la semplice espressione del soggetto esistente come pensante è l'Io.|Das Produkt desselben, die Be stimmtheit oder Form des Gedankens, ist das Allgemeine, Ab strakte überhaupt.<br/> Das Denken als die Tätigkeit, ist somit de tätige Allgemeine, und zwar das sich betätigende, indem die Te das Hervorgebrachte, eben das Allgemeine ist.<br/>Das Denken als Subjekt vorgestellt ist Denkendes, und der einfache Ausdruck de existierenden Subiekts als Denkenden ist Ich.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 19}}}
==Matematica==
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