Vincenzo Cardarelli: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Così la fanciullezza fa ruzzolare il mondo e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto.|Vincenzo Cardarelli, da ''Adolescente'' nelle ''Poesie''}}
 
Vincenzo Cardarelli, il cui vero nome era Nazareno Caldarelli, nacque a Corneto Tarquinia ([[Provincia di Viterbo|Viterbo]]), attuale [[Tarquinia]], dove suo padre Antonio Romagnoli, d'origine marchigiana, gestiva il buffet della stazione ferroviaria; qui trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza. Figlio illegittimo, ebbe un'infanzia travagliata, privata sin dall'inizio della presenza materna (Giovanna Caldarelli abbandonò la famiglia quando Vincenzo era piccolo), caratterizzata da una menomazione al braccio sinistro e dalla solitudine.<ref>G. Baldi, S. Giusso, M. Razetti, G. Zaccaria, ''Dal testo alla storia dalla storia al testo'', Torino, Paravia, 2001, vol. 3/2B, p. 959</ref> Compì studi irregolari, formandosi prevalentemente da autodidatta. All'età di diciassette anni fuggì di casa e approdò a Roma dove, per vivere, fece i più svariati mestieri, fra i quali il [[correttore di bozze]] presso il quotidiano ''[[Avanti!]]''. Sull'''Avanti!'', del quale divenne redattore, ebbe inizio, nel 1909, la sua carriera giornalistica. Collaborò a ''[[Il Marzocco]]'', ''[[La Voce (periodico)|La Voce]]'', alla rivista ''[[Lirica (rivista)|Lirica]]'' e al quotidiano ''[[Resto del Carlino]]''. FrequentaFrequentò assiduamente la [[Biblioteca nazionale di Roma|Biblioteca nazionale]], luogo dove avvieneavvenne la sua formazione poetica<ref name="vacca">Raffaele Vacca, ''Cardarelli, la cultura argine alla barbarie'', in «[[Avvenire]]», 22 luglio 2020, pag. 21.</ref>.
[[File:Vincenzo_Cardarelli2.jpg|thumb|left|Vincenzo Cardarelli]]
 
Inabile alle armi, nel settembre del 1915 èfu a [[Firenze]], dove frequentafrequentò l'ambiente [[La Voce (periodico)|vociano]], legandosi in particolare ad [[Ardengo Soffici]] e a [[Giuseppe De Robertis]]. L'anno dopo pubblicapubblicò la sua prima raccolta di poesie, ''Prologhi''. Nel 1918 prendeprese a collaborare al quotidiano romano ''[[Il Tempo (1917)|Il Tempo]]''. Nella sede del giornale stringestrinse amicizia con [[Giovanni Papini]], che lo presentapresentò all'editore [[Vallecchi]], che accettaaccettò di curare le pubblicazione delle sue nuove liriche.
Nell'aprile del 1919 nascenacque ''[[La Ronda]]''. Cardarelli interrompeinterruppe la collaborazione col ''Tempo'' per occuparsi personalmente della redazione della rivista (ène fu anche co-direttore), che avrebbe incarnato un nuovo movimento letterario, da essa detto «[[rondismo]]». Nel febbraio del [[1920]] esceuscì per Vallecchi ''Viaggi nel tempo'', con le poesie raccolte negli anni 1916-17<ref name="vacca"/>. Terminata alla fine del 1922 l'esperienza rondista, nel [[1925]] Cardarelli iniziainiziò a collaborare al nuovo quotidiano ''[[Il Tevere]]'' di [[Telesio Interlandi]], inizialmente come [[critico teatrale]], in seguito occupandosi di letteratura. Tra settembre e dicembre pubblicapubblicò sul medesimo giornale diverse prose liriche (confluite in seguito nel ''Sole a picco''). Dall'agosto del [[1926]] scrivescrisse frequentemente sul ''[[Corriere Padano]]'' di Ferrara; nell'autunno dello stesso anno avviaavviò, assieme al giovane [[Giuseppe Raimondi (scrittore)|Giuseppe Raimondi]], la collaborazione a ''[[L'Italiano (rivista letteraria)|L'Italiano]]'', diretto dall'altrettanto giovane [[Leo Longanesi]]. Nel [[1928]] si recarecò in [[Russia]], inviato del ''Tevere'': le sue corrispondenze russe troverannotrovarono spazio nel quotidiano romano dal novembre sino all'aprile del [[1929]]. Nel [[1930]], di ritorno dalla Russia, scrivescrisse su ''[[Il Bargello]]'' di Firenze.
 
Il quadro ''Amici al caffè'' di [[Amerigo Bartoli]], in cui compare Cardarelli, vincevinse il premio di composizione alla XVII [[Biennale di Venezia]]. In esso è immortalato uno dei tanti incontri al [[Caffè Aragno]] di Roma, aai cuiquali Cardarelli era solito prendere parte insieme agli amici [[Ardengo Soffici]], [[Emilio Cecchi]], [[Antonio Baldini]], [[Giuseppe Ungaretti]] e [[Amerigo Bartoli]].
 
Nel [[1931]] esconouscirono tre volumi: la ristampa, con alcune variazioni, di ''Prologhi. Viaggi. Favole''; e i due testi critici ''Parole all'orecchio'' e ''Parliamo dell'Italia'', che contiene pagine di consenso al regime [[fascismo|fascista]]. Aderì infatti al fascismo durante il [[Regime fascista italiano|Ventennio]], pur senza attivismosvolgere attività politico.<ref>Io credo che verrà presto il giorno in cui bisognerà riformare anche il nostro vecchio vocabolario politico e si riconoscerà al Fascismo, più che il merito di aver instaurato, in tempi eccezionali, un regime di forza, la gloria d'aver dato all'Italia un ordinamento conforme alla sua indole e alle sue tradizioni. (...) Rivive nel Fascismo, più o meno espresso e consapevole, quello spirito nobilmente popolare che armò le repubbliche e fece fiorire e sparse per il mondo la civiltà dei nostri primi comuni. Non s'era mai inteso, dalla costituzione del regno d'Italia in poi, un Presidente del Consiglio chiamar popolo l'Italia e professarsi suo servitore, come [[Mussolini]]. (V. Cardarelli, Parliamo dell'Italia)</ref>
 
Nel gennaio del [[1934]] esceuscì la prima edizione di sole poesie, ''Giorni in piena''. Nel [[1939]] esceuscì ''Il cielo sulla città'' presso [[Bompiani]]. ProgettaProgettò nel frattempo la [[silloge]] critica ''Solitario in Arcadia''. Nel [[1942]] si dedicadedicò alla sistemazione delle ''Poesie'', in vista di una pubblicazione presso Bompiani, che avvieneavvenne nello stesso anno, con prefazione di [[Giansiro Ferrata]], dando inizio alla collezione poetica ''Lo Specchio''. Il 21 aprile ricevericevette il Premio Poesia 1942. XX, dell'[[Accademia d'Italia]].
 
La sua fama resta legata alle numerose poesie e prose autobiografiche di costume e di viaggio, raccolte in ''Prologhi'' (1916), ''Viaggi nel tempo'' (1920), ''Favole e memorie'' (1925), ''Il sole a picco'' (1929), versi e prose con illustrazioni del pittore bolognese [[Giorgio Morandi]], opera vincitrice quell'anno del Premio Bagutta, che lo consacraconsacrò alla fama), ''Il cielo sulle città'' (1939), altre prose, sul tema del vagabondaggio lirico fra natura e arte d'Italia, in parte già comparse su ''Il Tevere'', ''Lettere non spedite'' (1946), ''[[Villa Tarantola]]'' (1948, [[Premio Strega]]<ref>{{Cita web|url = https://premiostrega.it/PS/1948-vincenzo-cardarelli/|titolo = 1948, Vincenzo Cardarelli|sito = premiostrega.it|accesso = 9 maggio 2019}}</ref>). Fu direttore, dal 1949, della ''[[La Fiera Letteraria|Fiera letteraria]]'', insieme al drammaturgo [[Forlì|forlivese]] [[Diego Fabbri]]. Nel 1954, con ''Viaggio d'un poeta in Russia'', vinse la prima edizione del [[Premio Napoli]]<ref>{{Cita web|url = http://www.premionapoli.it/premio-napoli-di-narrativa-1954-2002/|titolo = Premio Napoli di Narrativa 1954-2002|sito = premionapoli.it|accesso = 16 febbraio 2019}}</ref>.
 
Fu un conversatore brillante ed un letterato polemico e severo, avendo vissuto una vita vagabonda, solitaria (tranne una breve convivenza giovanile con la scrittrice [[Sibilla Aleramo]]<ref>G. A. Cibotto, Introduzione a V. Cardarelli, Lettere d’amore a Sibilla Aleramo</ref>) e di austera e scontrosa dignità. Suoi maestri sono stati [[Charles Baudelaire|Baudelaire]], [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], [[Blaise Pascal|Pascal]], che lo hanno portato ad esprimere le proprie passioni con un senso razionale, senza troppe esaltazioni spirituali, anche se fu apertamente [[Cattolicesimo|cattolico]].<ref>«Dal [[gesuita]] vien fuori il [[giacobino]], non nascerà mai il nuovo italiano. Ben altro è il cattolicesimo che piace a noi, e che sentiamo: più antico, robusto, ingenuo. Non è né europeo, né spagnuolo, ma romano. Risale ai tempi giuridici e ferrei d'[[Ildebrando]], al [[Padre nostro|paternostro]], a quel glorioso [[Registro parrocchiale|registro]] nel quale i parroci cominciarono a tener conto dei nostri nomi, ai secoli d'oro della Chiesa romana». ){{cita libro|autore-capitolo=Vincenzo Cardarelli|capitolo=Parliamo dell'Italia|titolo=Opere|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1981|p=983}})</ref>
Per tutta la vita Vincenzo Cardarelli visse appartato: spesso, per affinità poetiche, caratteriali e fisiche, è stato paragonato a [[Giacomo Leopardi]] (Cardarelli soffriva della [[malattia di Pott]], la probabile patologia del poeta di Recanati); [[Piero Buscaroli]], in un'intervista apparsa su ''[[Il Giornale]]'' del 3 febbraio 2013, ha raccontato: {{quote|[[Eugenio Montale|Montale]], che non gli fu amico, scrisse che era stato lo scopritore del vero Leopardi, quello dello [[Zibaldone]] e delle [[Operette morali]]. Ma quando lo conobbi, a Roma, negli anni '50 era un fagotto. Stava al primo caffè di via Veneto, aveva sempre freddo. Era nato naufrago, abbandonato dal padre. [[Leo Longanesi|Longanesi]] l'aveva scaricato crudamente, e lui l'aveva capito. Una volta avrebbe dovuto portarselo dietro alla mostra che organizzava al Sistina, ma lo lasciò lì. Longanesi era capace di freddezze assolute. Quando Longanesi morì Cardarelli disse: 'È l'ultimo dispetto che potevi farmi'".}}
 
Vincenzo Cardarelli morì a Roma il 18 giugno 1959 nell'[[Policlinico Umberto I|Ospedale Policlinico]], solo e povero, a 72 anni.
 
Episodi degli ultimi tempi di Cardarelli sono narrati da [[Ennio Flaiano]] ne ''La solitudine del satiro'', e da [[Andrea Camilleri]] (suo inquilino del piano di sopra nel periodo studentesco) in ''Esercizi di memoria''.
 
Riposa nel cimitero di [[Tarquinia]] di fronte alla Civita etrusca, secondo la sua volontà espressa nel proprio testamento. La Civita etrusca, frequentemente evocata nelle sue poesie e nelle sue prose, aveva ai suoi occhi il valore di un simbolo morale, oltre che di tema autobiografico, in quanto era stata il faro che lo aveva guidato durante il suo periplo tra le difficoltà della vita.
 
Dopo la sua morte, in suo ricordo, la città di Tarquinia ha istituito il premio di pittura “Vincenzo Cardarelli”<ref>{{Cita web |url =http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?ricerca=base&do_cmd=search_show_cmd&searchForm=opac%2Ficcu%2Fbase.jsp&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&select_db=solr_iccu&db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Titolo+%3D++premio+Tarquinia+%22Vincenzo+Cardarelli%22+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D4%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522premio%2BTarquinia%2BVincenzo%2BCardarelli%2522&&fname=none&from=2|titolo= 5ª edizione Concorso internazionale di pittura estemporanea "Vincenzo Cardarelli" |sito = Catalogo SBN|cid =}}</ref><ref>{{Cita web |url =http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?ricerca=base&do_cmd=search_show_cmd&searchForm=opac%2Ficcu%2Fbase.jsp&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&select_db=solr_iccu&db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Titolo+%3D+Concorso+Internazionale+di+Pittura+Estemporanea+Premio+Vincenzo+Cardarelli+di+Tarquinia+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D4%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522Concorso%2BInternazionale%2BPittura%2BEstemporanea%2BPremio%2BVincenzo%2BCardarelli%2BTarquinia%2522&&fname=none&from=1 |titolo= 6ª edizione Concorso internazionale di pittura estemporanea "Vincenzo Cardarelli" |sito = Catalogo SBN|cid =}}</ref>.