Michael Field: differenze tra le versioni

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== Critica ==
La coppia di scrittrici conosciuta sotto lo pseudonimo di Michael Field e la loro produzione, a partire dagli anni settanta del Novecento èsono statastate oggetto di numerosi studi accademici, inizialmente nel campo degli studi gay e lesbici, volti a indagare le forme storiche in cui le «culture omosessuali» si sono espresse nei diversi contesti sociali; gran parte degli studi si sono inizialmente concentrati sulla sessualità della coppia Michael Field e sulle sue rappresentazioni.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sara Garbagnoli|anno=2012|titolo=Classi, classificazioni, identità. Gli studi gay e lesbici come fabbriche di interrogazioni storiche|rivista=Contemporanea|volume=15|numero=4|pp=714-720}}</ref><ref>{{Cita|Richardson|p. 581}}</ref>
 
Nel primo di questi studi, ''Surpassing the Love of Men'' di Lillian Faderman, una ricostruzione della storia delle relazioni tra donne in Occidente dal [[Rinascimento]] in poi, l'autrice ha definito le relazioni amorose tra donne prima degli anni venti del Novecento, compreso quindi il legame dei Michaels, come "amicizie romantiche".<ref>{{Cita|Faderman|pp. 208-213}}</ref> Questa posizione, maturata all'interno del femminismo lesbico post-1970, secondo la quale il lesbismo non doveva essere inteso come categoria sessuale,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sonja Ruehl|anno=1982|titolo=[Review]: Surpassing the Love of Men: Romantic Friendship and Love between Women from the Renaissance to the Present by Lillian Faderman|rivista=History Workshop|numero=14|pp=157-160|lingua=en}}</ref> ma come legame e forma di sorellanza, di affinità emotiva e intellettuale, è stata contestata da Christine White, che sulla base di quanto in parte rinvenuto nei diari inediti, ''Works and Days,'' ha messo in discussione la natura desessualizzata della relazione dei Michaels descritta da Faderman, aprendo un dibattito sulle differenze teoriche presenti negli studi lesbici.<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=Christine White|anno=1990|titolo=‘Poets and lovers evermore’: Interpreting female love in the poetry and journals of Michael Field|rivista=Textual Practice|volume=40|numero=2|pp=197-212|lingua=en|doi=10.1080/09502369008582086}}</ref>
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Holly Laird (1995),<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Holly Laird|anno=1995|titolo=Contradictory Legacies: Michael Field and Feminist Restoration|rivista=Victorian
Poetry|volume=33|numero=1|pp=111–127|lingua=en}}</ref> Virginia Blain (1996),<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Virginia Blain|anno=1996|titolo=‘Michael Field, the Two-Headed Nightingale’: Lesbian Text as Palimpsest|rivista=Women’s History Review|volume=5|numero=2|pp=239–257|lingua=en}}</ref> Yopie Prins (1999)<ref>{{Cita libro|autore=Yopie Prins|curatore=Richard Dellamora|titolo=Greek Maenads, Victorian Spinsters|anno=1999|editore=University of Chicago Press|città=Chicago|lingua=en|pp=43–81|opera=Victorian Sexual Dissidence}}</ref> si sono interrogate sulla questione dell'autorialità e dell'unità e divergenza all'interno della relazione "Michael Field", approfondita in seguito da altri studiosi, come Martha Vinicius (2005), che ha indagato sull'impatto che l'innamoramento di Cooper per Berenson ha avuto sul lavoro e sulla stabilità sentimentale delle due scrittrici rappresentate dal "personaggio" e dal duplice soggetto letterario Michael Field.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Martha Vicinus|anno=2005|titolo="Sister Souls": Bernard Berenson and Michael Field (Katherine Bradley and Edith Cooper)|rivista=Nineteenth-Century Literature|volume=60|numero=3|pp=326-354|lingua=en|cid=Vicinus}}</ref><ref name=":12">{{Cita|Thain-Parejo Vadillo|pp. 46-47}}</ref> Negli anni Novanta hanno visto la luce anche due importanti studi bio-bibliografici: quello di Emma Donoghue, ''We Are Michael Field'' (1998), la seconda biografia del secolo dedicata alle due autrici, dopo quella del 1921 di Mary Sturgeon,<ref name=":11">{{Cita|Sturgeon}}</ref> e il lavoro curato da Ivor C. Treby, ''Field Catalogue: A Book of Lists,'' la più estesa bibliografia delle opere di Michael Field''.''<ref>{{Cita libro|curatore=Ivor C. Treby|titolo=The Michael Field catalogue : a book of lists|anno=1998|editore=De Blackland Press|città=London|lingua=en|OCLC=40453247}}</ref><ref>{{Cita|Parker-Parejo Vadillo|p. 14}}</ref>
 
Nei primi decenni del XXI secolo altri saggi critici sulla poesia femminile, la scoperta di scritti inediti e il crescente interesse per la produzione fin-de-siècle hanno fatto emergere Michael Field come uno dei poeti più affascinanti dell'era vittoriana.<ref>{{Cita|Parker-Parejo Vadillo|p. 14}}</ref> La ricerca, sorta inizialmente per interrogare il posto occupato dalle donne nella poesia dell'Ottocento e le questioni di genere, si è progressivamente estesa ad altri temi, posta in relazione all'estetismo e alla genealogia del testo: le opere di Michael Field sono state utilizzate "per riscrivere le narrazioni di molti diversi temi all'interno della cultura fin-de-siècle: sia in relazione all'''ekphrasis'', al revival di Saffo e alla letteratura classica, che all'estetismo, alla conversione cattolica, o alla doppia autorialità" (scrittura congiunta, creazione collaborativa).<ref name=":6" /><ref>{{Cita libro|autore=Marion Thain|titolo="Michael Field" : poetry, aestheticism and the Fin de Siècle|anno=2007|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=en|OCLC=237020567|ISBN=}}</ref>
 
La seconda raccolta di poesie, ''Sight and Song'' (1892), nella quale le autrici si impegnanosono impegnate a tradurre in poesie i dipinti visti durante il loro tour in Europa, è diventata unauno degli oggetti d'indagine sull'[[Ekphrasis|''ekphrasis'']], sulle teorie estetiche di Michael Field in relazione a quelle di [[Matthew Arnold|Arnold]] e Pater, sulle dinamiche di genere dello sguardo,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ana I. Parejo Vadillo|anno=2000|titolo=Sight and Song:
Transparent Translations and a Manifesto for the Observer|rivista=Victorian Poetry|volume=38|numero=1|pp=15-34|lingua=en|cid=Parejo Vadillo}}</ref><ref name=":14" /> così come sono diventate oggetto di nuova considerazione e valutazione le poesie devozionali scritte dopo la conversione del 1907.<ref>{{Cita|Richardson|p. 584}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ilary Fraser|anno=2006|titolo=A Visual Field: Michael Field and the Gaze|rivista=Victorian Literature and Culture|volume=34|numero=2|pp=553–571|lingua=en}}</ref><ref>Sulla conversione al cattolicesimo e le poesie cattoliche, vedi: Hilary Fraser, ''The Religious Poetry of Michael Field'', in ''Athena’s Shuttle: Myth, Religion, Ideology from Romanticism to Modernism'', ed. Franco Marucci e Emma Sdegno, Milano, Cisalpino, 2000, pp.127–42; Martha Vicinus, ''Intimate Friends: Women who Loved Women'', 1778–1928, Chicago, University of Chicago Press, 2004, pp.98–108; Jill R. Ehnenn, "''The Body Maketh a Solemn Song”: Desire and Disability in Michael Field’s “Catholic Poems”'', in Michael Field: Decadent Moderns, (a cura di) Sarah Parker, Ana Parejo Vadillo, Ohio University Press, 2019, pp. 188-209</ref>