Samassi: differenze tra le versioni
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== Storia ==
===Preistoria e storia antica===
I primi insediamenti umani a Samassi risalgono al [[neolitico]] recente, intorno al 3500 a.C. Nel suo territorio sono stati rinvenuti reperti risalenti a periodo [[Sardegna prenuragica|prenuragico]] come asce, teste di mazza, fusoliere e oggetti di ossidiana utili alla caccia e alle attività domestiche. Sono tanti infatti i ritrovamenti casuali fatti soprattutto in regione Palaziu appartenenti alla [[cultura di Bonnannaro]] o a quella Monte Claro. Di particolare risonanza fu il ritrovamento, in località Sa Mandara, di due idoli raffiguranti la [[Grande Madre|Dea Madre]], probabilmente appartenenti alla [[cultura di Ozieri]], ora esposti al Museo Archeologico di Cagliari.
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=== Storia Medievale ===
In periodo [[medievale]], il territorio di Samassi faceva parte della [[Curatorie|curatoria]] di Gippi, nel [[Giudicato di Cagliari]]. Alla caduta del giudicato ([[1258]]) entrò a far parte del dominio pisano, e dal [[1324]] passò sotto il dominio aragonese. Quando gli aragonesi nel [[1355]] tennero a Cagliari il primo parlamento sardo, Samassi vi inviò i propri rappresentanti. Successivamente divenne un feudo.
===Storia moderna e contemporanea=== Nel [[1736]] formò con Serrenti un marchesato, e il primo marchese fu Antonio Simon Squinto. Dai Simon la signoria passò ai Ricca di Castelvecchio, ai quali fu riscattato nel [[1839]] con la soppressione del sistema feudale. Fatto storico di particolare importanza è l'inondazione del 17 novembre [[1898]] rimasta nella memoria popolare con la denominazione ''"S'Annu 'e s'unda"'' ("L'anno dell'onda"). L'esondazione arrecò gravissimi danni al paese, ma non provocò alcuna vittima tra gli abitanti. Questo fatto accrebbe la devozione a [[Gemiliano da Cagliari|san Geminiano]] dei samassesi, che in tale data istituirono una festa votiva denominata "Santu Millaneddu".
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