Naufragio del Titanic: differenze tra le versioni

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[[File:Titanic-lifeboat.gif|thumb|Sopravvissuti a bordo di una zattera smontabile, visti da bordo del ''Carpathia'']]
 
La quasi totalità dei 706 superstiti risultò consistere nelle persone che avevano preso posto sulle lance, mentre pochissimi furono i superstitisopravvissuti tra quanti si trovavano ancora bordo del ''Titanic'' nella fase finale del naufragio e caddero in acqua dopo l'affondamento. La temperatura era di circa 0 gradi, condizione a cui l'essere umano, senza opportune protezioni, è in grado di resistere al massimo 10 minuti prima di assiderarsi. Gran parte dei naufraghi, infatti, morì appunto per [[ipotermia]] e non per annegamento, dato che quasi tutti indossavano il [[giubbotto salvagente]]. Un caso singolare a tale riguardo fu quello del panettiere [[Charles Joughin]], il quale ingerì una grossa quantità di [[whisky]] prima che la nave iniziasse ad affondare ed affermò che ciò gli permise di rimanere a mollo per circa due ore, prima di riuscire a raggiungere dapprima la pieghevole «B» e in seguito la lancia numero 12, sopravvivendo senza quasi accusare il freddo e riportare sintomi di congelamento, racconto che comunque è molto discusso<ref>[https://www.encyclopedia-titanica.org/titanic-survivor/charles-john-joughin.html Charles John Joughin – Titanic Survivor]</ref><ref>{{cita web|url=http://www.titanicinquiry.org/BOTInq/BOTInq06Joughin02.php|titolo=Testimony of Charles Joughin}}</ref><ref>Joughin attribuì ciò al fatto di essersi ubriacato prima di finire in mare, ma è da rilevare come in realtà l'alcol, pur dando una sensazione di caldo, abbassi la temperatura corporea. Potrebbe essere tuttavia possibile che ciò abbia protetto Joughin dall'iniziale shock provocato dalla caduta nell'acqua gelida, che fu, prima ancora del sopravvenire dell'ipotermia, la causa del decesso di molti dei naufraghi. Va però considerato che l'alcol accelera in realtà il processo di ipotermia, che avrebbe peraltro ucciso piuttosto rapidamente una persona di ridotta corporatura, quale era Joughin.</ref>. Nessuno fu, invece, vittima degli squali, animali comunque presenti a quelle latitudini. Delle circa 1550 persone che erano a bordo del ''Titanic'' nella fase conclusiva dell'inabissamento, quando 18 delle 20 lance erano state calate (le rimanenti due, le pieghevoli «A» e «B», non poterono essere correttamente calate e furono trascinate in mare quando la nave si inabissò), i sopravvissuti furono circa 50-60.
 
Otto membri dell'equipaggio, due dei quali morirono per [[ipotermia]] dopo il salvataggio, furono recuperati dalla lancia numero 4, la penultima a lasciare la nave, che, al comando del timoniere Walter Perkis, si era trattenuta nei pressi del transatlantico allo scopo di imbarcare altri passeggeri dai portelloni laterali (che però furono trovati chiusi) e che si avvicinò agli uomini in mare, recuperando quelli che riuscirono a raggiungerla a nuoto<ref name="tllt">[http://www.titanic-titanic.com/lifeboat_lowering_times.shtml Titanic Lifeboat Launching Times]</ref><ref>gli otto uomini recuperati dalla lancia n. 4 furono l'aiuto cambusiere Frank Winnold Prentice (sopravvissuto), i camerieri Andrew Cunningham (sopravvissuto) e Sidney Conrad Siebert (deceduto a bordo della lancia poco dopo il recupero), lo spalatore di carbone Thomas Patrick Dillon (sopravvissuto), il marinaio William Henry Lions (deceduto a bordo del ''Carpathia'' intorno alla mezzanotte del 16 aprile 1912), l'ingrassatore Alfred White (sopravvissuto), l'addetto alle lampade ad olio Samuel Ernest Hemming (sopravvissuto) ed il fuochista F. Smith, ma di quest'ultimo, del quale non è precisato il nome completo, non vi è traccia nelle liste dei superstiti e dell'equipaggio (un F. Smith, cameriere, figura come disperso): alcuni superstiti affermarono che l'ottavo uomo fosse un passeggero di terza classe.
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Venti o trenta naufraghi riuscirono a raggiungere la pieghevole «A», rimasta alla deriva semiallagata (all'interno vi erano 30-35 centimetri d'acqua) e con i fianchi di tela abbassati (tanto che i superstiti dovettero trascorrere ore con l'acqua alle ginocchia), ma molti di essi (alcuni dei quali non erano riusciti a salire sull'imbarcazione, ma solo ad aggrapparsi al suo bordo, in particolare gli ultimi arrivati, già troppo sfiniti e assiderati per riuscire a salire) morirono di ipotermia nel corso della notte<ref>la maggior parte di tali vittime, i cui corpi furono gettati in mare per fare spazio, mentre altri tre furono abbandonati a bordo della lancia dopo il recupero, non fu mai identificata; le uniche identità note sono quelle del passeggero di prima classe Thomson Beattie, del passeggero di terza classe Arthur Keefe e di due passeggeri di terza classe, Edvard Bengtsson Lindell e la moglie Elin Gerda Lindell. A bordo dell'imbarcazione morì almeno anche un membro dell'equipaggio, un fuochista od un marinaio. Uno dei superstiti, il passeggero di prima classe George Alexander Lucien Rheims, quantificò in sette le persone decedute nel corso della notte, ma le testimonianze divergono.</ref>, mentre i sopravvissuti, il cui numero non è mai stato del tutto accertato, ma risulterebbe verosimilmente ammontare ad una cifra compresa tra le 14-15 (nove o dieci passeggeri – tre di prima classe e sei o sette di terza classe – e cinque membri dell'equipaggio) e le 18-20 persone, vennero recuperati, la mattina seguente, dalla lancia numero 14<ref name="tllt" /><ref>{{cita web|url=http://www.rmstitanicremembered.com/?page_id=416|titolo=RMS Titanic Remembered}}</ref><ref>[http://www.titanic-titanic.com/titanic_lifeboat_collapsible_A.shtml RMS Titanic Remembered – Collapsible A.] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120511021830/http://www.titanic-titanic.com/titanic_lifeboat_collapsible_A.shtml|data=11 maggio 2012}} All'elenco di 14 persone indicato nella fonte potrebbe secondo alcuni essere aggiunto il nome del passeggero di terza classe David Vartanian, che affermò di essersi salvato raggiungendo la pieghevole «A», ma che le fonti ritengono invece avere abbandonato la nave sulla lancia n. 13 ([https://www.encyclopedia-titanica.org/titanic-survivor/david-vartanian.html]): in realtà, a possibile sostegno dell'ipotesi della presenza di Vartanian sulla pieghevole «A», si potrebbe citare la testimonianza di un altro superstite di tale lancia, Olaus Abelseth, che riferì della presenza, tra gli occupanti sopravvissuti della pieghevole «A», di un ragazzo (Vartanian aveva 22 anni) il cui cognome appariva simile a "Volunteer" ([https://www.encyclopedia-titanica.org/titanic-survivor/david-vartanian.html]): David Vartanian risulta l'unico passeggero superstite il cui nome iniziasse per "V" (e che quindi potesse assomigliare a "Volunteer"). Un altro superstite controverso è Robert Williams Daniel, passeggero di prima classe, che fu visto da Thomas Patrick Dillon saltare in mare dall'estrema poppa subito prima dell'inabissamento, e che affermò di aver raggiunto a nuoto una lancia, ma che un'altra testimonianza collocherebbe a bordo della lancia n. 3. Anche di altri sopravvissuti risulta difficile od impossibile ricostruire l'esatta dinamica del salvataggio, che rende così impossibile determinare con precisione il numero delle persone salvate sulla pieghevole A, che spazia, nelle testimonianze dei superstiti, da 12-13 ad oltre 20.</ref>.
 
Tra i superstiti della pieghevole «A» vi fu anche Rhoda Mary Abbott, l'unica donna sopravvissuta a non essere salita su una lancia prima del definitivo inabissamento<ref name="tllt" />. Alcune decine di superstiti si arrampicarono invece sul relitto della pieghevole «B», che si era capovolta, ma alcuni dei naufraghi (tre o quattro, secondo quanto riferito dai superstiti), tra cui il primo radiotelegrafista John George Phillips (e probabilmente anche il passeggero di terza classe David Livshin), morirono anch'essi d'ipotermia nel corso della notte, mentre 30 superstiti (11 passeggeri – tre di prima classe, uno di seconda classe e sette di terza classe&nbsp;– e 19 membri dell'equipaggio) vennero presi a bordo, la mattina successiva, dalle lance 4 e 12<ref name="tllt" /><ref>{{cita web|url=https://mredtaser.blogspot.it/|titolo=Titanic Lifeboats}}</ref>. Tra i superstiti della pieghevole «B» vi furono il secondo ufficiale [[Charles Lightoller|Charles Herbert Lightoller]], il secondo radiotelegrafista Harold Sidney Bride e i passeggeri di prima classe Jack Thayer e Archibald Gracie, che furono tra i principali testimoni oculari delle fasi finali dell'inabissamento del ''Titanic''<ref name="tllt" /><ref>alcune testimonianze porterebbero a pensare che lo stesso comandante Edward John Smith sarebbe giunto a nuoto in prossimità della pieghevole B, per poi morire d'ipotermia senza salire a bordo dell'imbarcazione, dopo aver augurato buona fortuna agli occupanti. Le circostanze della morte di Smith rimangono comunque molto controverse.</ref>.
 
L'unica altra lancia a recuperare dei superstiti dall'acqua fu la lancia pieghevole «D», i cui occupanti trassero in salvo il passeggero di prima classe Frederick Maxfield Hoyt, che era riuscito a raggiungere a nuoto la lancia, una delle più vicine al ''Titanic'', saltando in mare dopo avervi fatto imbarcare la moglie<ref>[https://www.encyclopedia-titanica.org/titanic-survivor/frederick-maxfield-hoyt.html Frederick Maxfield Hoyt – Titanic Survior]</ref><ref>{{cita web|url=https://www.encyclopedia-titanica.org/jumped-from-sinking-ship.html|titolo=Jumped from sinking ship}}</ref>. Verso le 4''.''00, un'ora e quaranta minuti dopo l'affondamento, arrivò sul posto il transatlantico ''[[RMS Carpathia|Carpathia]]'', che aveva compiuto un pericoloso percorso attraverso i campi di ghiaccio e nell'arco delle quattro ore successive recuperò i naufraghi sopravvissuti sulle lance. Le salme di quattro vittime decedute a bordo delle lance furono sepolte in mare dal piroscafo<ref>probabilmente David Livshin/Abraham Harmer dalla pieghevole B, William Fisher Hoyt dalla lancia 14 e Sidney Conrad Siebert e Willam Henry Lyons dalla lancia 4, tutte persone recuperate dal mare.</ref>. A bordo fu poi tenuta una cerimonia religiosa per i dispersi e alle 8:50 la nave partì per [[New York]], dove arrivò il 18 aprile<ref name="Quella notte di 77 anni fa"/>.