Critiche al cristianesimo: differenze tra le versioni
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Heitman e Hagan identificano l'[[Inquisizione]], le [[Crociate]], le [[guerre di religione]] e l'[[antisemitismo]] come "tra i più noti esempi della [[violenza]] cristiana"<ref>{{Cita libro|titolo=International encyclopedia of violence research, Volume 2|url=https://books.google.com/books?&id=sMNbcU7UnywC&pg=PA323&q=Christianity+antisemitism+%22violent+religion%22#v=onepage&f=false |editore=Springer |anno=2003}}</ref>. A questa lista J. Denny Weaver aggiunge le guerre intraprese dai papi, il sostegno alla [[pena di morte]], la [[punizione corporale]] sotto la maschera del motto "risparmiare la bacchetta e rovinare il bambino", la giustificazione della [[schiavitù]], il [[colonialismo]] mondiale in nome della conversione al cristianesimo, la sistematica [[violenza contro le donne]] sottomesse agli uomini.
Weawer impiega una più ampia definizione di violenza la quale estende il significato della parola per coprire "tutto ciò che nuoce o danneggia", non solo quindi la violenza fisica di per sé. In tal modo, sotto la sua definizione, la violenza cristiana include anche tutte quelle "forme di violenza sistemica come la [[povertà]], il [[razzismo]] e il [[sessismo]]<ref group=Nota>{{Cita web |url=http://www.crosscurrents.org/weaver0701.htm#TEXT1 |titolo=Violence in Christian Theology |accesso=28 ottobre 2014 |editore=Cross Currents |anno=2001 |autore=J. Denny Weaver |citazione="[3rd paragraph] I am using broad definitions of the terms "violence" and "nonviolence." "Violence" means harm or damage, which obviously includes the direct violence of killing – in war, capital punishment, murder – but also covers the range of forms of systemic violence such as poverty, racism, and sexism. "Nonviolence" also covers a spectrum of attitudes and actions, from the classic Mennonite idea of passive nonresistance through active nonviolence and nonviolent resistance that would include various kinds of social action, confrontations and posing of alternatives that do not do bodily harm or injury. |dataarchivio=25 maggio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120525160546/http://www.crosscurrents.org/weaver0701.htm#TEXT1 |urlmorto=sì }}</ref>.
Anche se alcuni cristiani si sono basati sulla dottrina cristiana per giustificare l'uso della forza, altri cristiani si sono apertamente opposti a qualsiasi utilizzo della violenza; questi ultimi hann costituito [[sette]] che non hanno mancato di mettere in evidenza il [[pacifismo]] come uno dei principi centrali della loro fede. Ma i cristiani si sono impegnati in atti di violenza anche contro tutti quelli che classificarono come eretici e non credenti. Nella sua ''[[Lettera a una nazione cristiana]]'' [[Sam Harris]] scrive che:
{{citazione|"''... la fede ispira la violenza in almeno due modi: in primo luogo, la gente spesso uccide altri esseri umani perché credono che il Creatore dell'universo vuole che essi lo facciano. Secondo, molte più persone si trovano in conflitto tra di loro perché definiscono la propria comunità morale sulla mera base della loro affiliazione religiosa...''"<ref name=SHarris>{{Cita libro|titolo=[[Letter to a Christian Nation]]|autore=Sam Harris|editore=Alfred A. Knopf|anno=2006|pp=[https://archive.org/details/lettertochristia00harr/page/80 80]–81|isbn=978-0-307-26577-7|wkautore=Sam Harris}}</ref>}}
I teologi cristiani indicano un forte imperativo dottrinale e storico presente nel cristianesimo con direzione contraria alla violenza, in particolare il [[Discorso della Montagna]], che insegna la [[nonviolenza]] e l'amore nei confronti del nemico. Weawer afferma che il [[pacifismo]] di [[Gesù]] viene "''preservato nella dottrina della guerra giusta la quale dichiara tutte le guerre come un peccato, anche quando lo considera occasionalmente un male necessario, nel divieto di combattere da parte dei monaci e del [[clero]] e da una persistente tradizione di pacifismo cristiano''"<ref name="Weaver2">{{Cita web|url=http://www.crosscurrents.org/weaver0701.htm#TEXT1|titolo=Violence in Christian Theology|accesso=27 ottobre 2010|editore=Cross Currents|anno=2001|autore=J. Denny Weaver|dataarchivio=25 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120525160546/http://www.crosscurrents.org/weaver0701.htm#TEXT1|urlmorto=sì}}.</ref>.
Altri però indicano parole ed atti di Gesù che non corrispondono affatto a questa descrizione: l'assenza di qualsiasi biasimo nei confronti del soldato che gli chiede di far guarire il suo schiavo, l'aver rovesciato i tavoli dei cambiavalute all'ingresso del [[Secondo Tempio]] con un bastone in mano e, infine, attraverso i suoi apostoli di aver sottoposto a [[battesimo]] un [[centurione]] romano a cui non venne mai chiesto prima di rinunciare all'uso delle armi<ref name=Addis>W. E Addis, T. Arnold, Revised T. B Scannell and P. E Hallett, ''War, A Catholic Dictionary: Containing some Account of the Doctrine, Discipline, Rites, Ceremonies, Councils, and Religious Orders of the Catholic Church'', 15th Edition, Virtue & Co, 1953, Nihil Obstat: Reginaldus Philips, Imprimatur: E. Morrogh Bernard, 2 October 1950, "In the Name of God: Violence and Destruction in the World's Religions", M. Jordan, 2006, p. 40</ref>.
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