Vertemate con Minoprio: differenze tra le versioni

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==== Castello di Vertemate ====
{{D|Castello di Vertemate}}Il castello, da tempo monumento nazionale, sorge in posizione preminente sulla sommità di un dosso a dominio della campagna circostante. Durante il [[Feudalesimo]] era il centro intorno al quale si muoveva l'attività della popolazione (artigianato, arti, mestieri, commercio, traffici) All'occorrenza rappresentava una sicura protezione e un baluardo contro i nemici e le calamità. È abbastanza vasto e contiene nel suo interno ampie sale delle quali la più bella è senz'altro quella della “caccia”. Tra gli affreschi spicca quello della battaglia del [[1125]] quando i [[Como|Comaschi]] lo cinsero d'assedio e, alla fine, lo distrussero una prima volta'''''<ref name=":06" />'''''. All'interno si possono facilmente distinguere le mura perimetrali di due delle quattro torri laterali.
Altri affreschi si trovano ove fino al 1946 era ubicata la cappella di famiglia, a destra dell'ingresso. In parte restaurati nel 2011, essi sono stati attribuiti ai fratelli [[Recchifratelli (disambigua)|Recchi]], allievi del [[Morazzone (pittore)|Morazzone]] che ha decorato la Basilica della SS. Annunciata (Santuario del SS. Crocifisso) di Como.
La torre centrale, invece, isolata nel cortile si erge per 35 metri con la sua mole massiccia e ferrigna, con grandi feritoie in alto, merlature guelfe e un pinnacolo centrale da cui si gode un'ampia visuale su tutto il territorio comunale e sui monti all'orizzonte: il [[Monte Rosa]], il [[Campo dei Fiori (montagna)|Campo dei Fiori]], il [[Monte Generoso|Generoso]], il [[Monte Bisbino|Bisbino]], il [[Bollettone]], le [[Gruppo delle Grigne|Grigne]] e il [[Resegone]]. È accessibile mediante una scaletta a chiocciola interna, dalla quale si può andare ai granai del maniero che rappresentavano la scorta alimentare per tutta la popolazione.
 
Del primitivo castello - originariamente dotato di quattro torri'''''<ref name=":06" />''''' - rimane ben poco perché con il passare degli anni, a causa della sua posizione di confine e delle traversie dovette subire a più riprese saccheggi, devastazioni e incendi specialmente durante le guerre tra Comaschi e Milanesi, nelle quali furono implicati e coinvolti i proprietari che si succedettero tra cui la famiglia più famosa fu quella dei [[Della Porta]]. Si narra che un certo Bressano della Porta, verso la metà del XIII secolo consegnò il Castello a suoi parenti milanesi. Scoperto il tradimento Como si armò e mandò i suoi soldati a Vertemate dove cacciarono Bressano e la sua famiglia dal Castello, distruggendone una buona parte. Bressano riuscì a fuggire ma la moglie e i figli furono fatti prigionieri. Dopo tre anni di scorribande comasche, Bressano ricorse all'arbitraggio di Martino Torriani che insieme con i [[Decurione|Decurioni]] Milanesi decisero di effettuare una transazione con la quale Vertemate e il suo castello ritornarono a Como. Da Bressano si originò la famiglia dei Da Vertemate.
 
Nella seconda metà del Quattrocento il Castello passò ai nobili Carcano che ne fecero la loro dimora elegante, costruendo un giardino all'italiana con siepi di bosso (mortella), aiuole geometriche e statue disposte su terrapieni e parapetti a monte della Statale dei Giovi con una magnifica vista sul Monte Rosa. Dai Carcano il castello passò agli Olginati di Como e nel 1938 lo ebbero in lascito dall'ultimo Olginati le suore Canossiane di Como, che vendettero parte dei poderi e rimaneggiarono l'edificio snaturando la sua natura militare e di dimora signorile per renderlo idoneo a un pensionato per anziani e a una scuola materna privata. A tutti gli effetti il Castello di Vertemate è chiamato “Castello dei Della Porta”<ref name=":122225">{{cita|Langè|p. 368|Santi}}.</ref>.