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Il paese è situato nella [[Valle Peligna]], al di sotto della vetta del Rognone ({{M|2089|ul=m}}), a {{M|642|ul=m s.l.m.}}, quest'ultimo facente parte del [[monte Genzana]]. È posto sulla confluenza di due valli, quella di Contra e di Sant'Antonio, le quali sono racchiuse a loro volta dal [[monte Plaia|monte Plaja]] ({{M|864|u=m}}) e dal [[monte Cerrone]]. Il territorio è situato in una zona ad elevato rischio sismico, a breve distanza dalla [[faglia del Morrone]].
 
== StoriaOrigini del nome ==
Introdacqua è anticamente denominata "''Interaquas''" o "''Interaquis''", cioè "paese costruito tra le acque", "''inter aquarum cursus''", data anche, soprattutto in passato, l'immensa quantità d'acqua.
=== Il nome ===
Introdacqua è anticamente denominata "''Interaquas''" o "''Interaquis''", cioè paese costruito tra le acque "''inter aquarum cursus''", data anche, soprattutto in passato, l'immensa quantità d'acqua.
 
== Storia ==
=== Le origini ===
Il documento più antico nel quale per la prima volta si parla di Introdacqua reca la data 983. Esso riguarda un ''Judicatum de Intredaque'', cioè una sentenza emessa nei confronti di un Anso, figlio di Teuderamo, e di un Ferualdo, figlio di Oderisio, usurpatori di terre di proprietà del [[Abbazia di San Clemente a Casauria|monastero di San Clemente a Casauria]]. Altro documento di poco più recente è quello che reca la data del 1024, contenente un altro ''Judicatum de Intredaque'', nel quale compaiono, questa volta, dieci usurpatori di terre del monastero.
 
Il primo centro urbano, di età preromana, era collocato presso la cima del monte Plaja, luogo che fu nominato da [[Antonio De Nino]] "Piano della Civitella". Con la venuta dell'età medievale, la popolazione del luogo si stabilì presso l'attuale locazione. Con lo scorrere del tempo infine, con l'ingentilimento delle terre introdacquesi da parte dei monaci dell'Abbaziaabbazia di San Clemente a Casauria, l'allora pago, o villa, crebbe fino a divenire un borgo fortificato.
 
Dunque l'origine di Introdacqua, nell'attuale locazione, non va oltre il IX secolo.
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=== I Di Sangro (1173-1239), primi feudatari ===
[[File:Torrepsg.jpg|thumb|left|Aspetto del dongione in passato]]
Introdacqua subì le invasioni di [[Longobardi]], [[Franchi]], [[Saraceni]] e [[Normanni (famiglia)|Normanni]], e fu proprio con l'occupazione dei Normanni, nel 1173, che il paese fu affidato ai [[Di Sangro|Conti Di Sangro]]. Durante la signoria Di Sangro Introdacqua era popolata da 48 [[Fuoco (demografia)|fuochi]] (famiglie), e calcolando una media di 5 persone per famiglia, il numero degli abitanti si aggirava sui 240. Scarso era lo sviluppo demografico, ma al contrario lo era lo sviluppo nella via della civiltà e del progresso, visto l'elevato numero di chiese esistenti entro e fuori dall'abitato.
 
Il dominio dei Di Sangro durò oltre mezzo secolo (1173-1239), tra i fatti di notevole importanza durante questo periodo vi sono le numerose chiese costruite, molte delle quali sono andate distrutte, ma soprattutto è stata molto importante la costruzione del Castello, la cui [[Dongione di Introdacqua|torre centrale]] svetta tuttora sulla sommità del paese, la costruzione del Palazzo marchesale, dei due bastioni e del torrione, ancora esistente e ben conservato prospiciente la Piazzapiazza Cavour.
 
=== I d'Aquino (1318-1548) ===
Dopo i Conti Di Sangro, si sono susseguiti una serie di feudatari minori, fino ai Conti [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]], i quali hanno avuto grande importanza per Introdacqua. Un episodio importante si verificò durante la loro signoria: nel 1310 un loro Vicario, Francesco de Insula, mosse da Introdacqua con 700 fanti e 40 cavalieri alla volta di [[Bugnara]] al fine di devastarne le campagne sradicando alberi, rubando masserizie e animali. Consapevole di ciò, il Giustiziere d'Abruzzo Guglielmo di Tre Salici si recò di persona ad Introdacqua. Ma quando vi giunse, le truppe del Vicario si erano dileguate. Soltanto 25 di esse si barricarono nel Castellocastello.
 
Dopo il terremoto del 1349, il feudo passò a Tommaso d'Aquino, e successivamente a Francesco, personaggio di grande importanza durante la guerra tra [[Angioini]] e [[Corona d'Aragona|Aragonesi]]. Egli ospitò Giovanni Quatrario, Maestro razionale, umanista e poeta insigne di [[Sulmona]], cresciuto nella scuola di Marco Barbato, familiare di [[Francesco Petrarca|Petrarca]]. Quando, intorno al 1379, a Sulmona scoppiarono tumulti tra le nobili famiglie dei Merlini e dei Quatrario, Giovanni si diede alla fuga cercando rifugio nel Castello di Introdacqua presso Francesco D'Aquino. E il poeta da Roma esprime la sua riconoscenza nei confronti del Conte Francesco dedicandogli un [[carme (poesia)|carme]]:<br />"
{{citazione|''Quo vivit redeo morte revulsus atra rupta sinoneum pus vomuovere foras. Caritate tua nescio que mediter munere digna tuo.''"<br />}}
I D'Aquino non vessarono i loro sudditi con le tasse e i balzelli che adottarono gli altri feudatari, particolarmente i Trasmondi. Tuttavia, per mezzo di speciali riscuotitori riscossero le sole decime, cioè la decima parte di ciascun prodotto agrario, industriale e zootecnico. Tutto ciò sta a dimostrare che ci fu una profonda trasformazione, da una parte si formò una nuova classe di feudatari, dall'altra ci fu più ampio respiro per la nascente borghesia.
 
In quest'epoca vissero due importanti personaggi a Introdacqua, ossia Odorisio Di Naldo e Giovanni Severini.
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S'ignora la serie dei feudatari che in questo periodo ebbero il dominio di Introdacqua, si sa soltanto che furono parecchi e che il loro dominio fu una concessione fatta dal Re con l'obbligo di un censo, oppure un passaggio dall'uno all'altro o per eredità o per acquisto. A causa di ciò le condizioni della popolazione erano peggiorate per i molti tributi e le molte prestazioni dovute al feudatario. Il periodo degli Aragonesi fu anche dannoso allo sviluppo e al progresso delle industrie e del commercio della popolazione, costretta ad alloggiare e mantenere a proprie spese le milizie straniere di passaggio, le quali non erano che compagnie di ventura, bande di malfattori e ladri, dedite soltanto al saccheggio e alla distruzione dei paesi e delle campagne. Tra gli avventurieri che riuscirono ad avere il dominio di Introdacqua va ricordato il [[Capitano di ventura]] Conte [[Jacopo Piccinino]].
 
Dopo l'avvento degli Aragonesi, esattamente nel 1494, [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]] Re di Francia scendeva in Italia per conquistare il Regno di Napoli. Fedeli a questo Re, per le molte promesse ricevute, gli Aquilani senza opporre resistenza gli aprirono le porte. Consapevole e sorpreso di ciò Ferrante II Viceré di Napoli esortò i sulmonesi a serbarglisi fedeli, ma ebbe un netto rifiuto. Nel settembre 1495 francesi ed aquilani, con a capo Claudio di Lenoncourt, Viceré di Carlo VIII, marciarono su [[Goriano Sicoli]], [[Castelvecchio Subequo]], [[Castel di Ieri]], [[Raiano]] e [[Prezza]], quindi mossero su Introdacqua nel tentativo di invaderla per assoggettarla al partito di Carlo VIII. Sconfitti però dai balestrieri di [[Fabrizio I Colonna|Fabrizio Colonna]], [[Connestabile]] del Regno di Napoli, i quali si stanziarono a Introdacqua per Ferrante, furono costretti a ripiegare lasciando sul terreno numerosi feriti e 15 prigionieri. È di questo periodo la costruzione o ricostruzione o ampliamento della Parrocchia, detta della SS. Annunziata o di S. Maria Matrice tra il 1474 e il 1510, e la costruzione di un Corritore delle Caselle che, annesso alla Parrocchia e adibito prima a vari usi, divenne in seguito il Quartiere della XII Compagnia della Guardia Nazionale Mobile di stanza ad Introdacqua, successivamente Municipio, Carcere mandamentale e Sala per i concerti musicali, per essere trasformato nel XX° secolo in Palazzo comunale. Cade pure in questo periodo uno dei più dannosi terremoti che vede l'Abruzzo come vittima: quello del 4-5 dicembre 1456, che decimò notevolmente la popolazione. A causa di quel terremoto tutti i paesi della Valle Peligna, specialmente quelli in località montane, rimasero fortemente danneggiati. Forse a causa di questo terremoto dovette cadere la sommità del Castellocastello di Introdacqua, la quale rimase quella visibile attualmente, forse per le difficoltà dei lavori di restauro, forse anche perché non più necessario il Castellocastello per le operazioni di difesa del paese.
 
=== La dominazione spagnola (1516-1700) ===
Al periodo della dominazione spagnola si riferiscono le scorrerie del bandito [[Marco Sciarra]], il quale con 600 banditi evasi dalle prigioni degli Stati della Chiesa invase la [[Terra di Lavoro]] e dopo aver saccheggiato parecchi centri, invase l'[[Abruzzo]]. Qui vi pose il suo quartier generale, assumendo il titolo di ''Re della Campagna,'' e ne terrorizzò le popolazioni approfittando del disordine che allora funestava il Regno di Napoli conteso da spagnoli e austriaci. Il Consigliereconsigliere di Chieti Carlo Gambarotta scacciò Sciarra dall'Abruzzo catturando molti banditi, ma Sciarra insieme ai non catturati tornò in Abruzzo invadendo il circondario di Sulmona dove, tra il 1587 e il 1588, saccheggiò e dette alle fiamme Introdacqua, [[Bugnara]] e [[Vittorito]], e nel 1589 più volte anche [[Scanno]]. E da questi avvenimenti si diresse nelle [[Puglia|Puglie]].
 
=== I d'Avalos (1548-1649) e il ritorno dei Di Sangro (1598-1607) ===
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Questo in generale è un periodo di importanza per Introdacqua: qui si fece notare [[Giuseppe Pronio]], che da capomassa divenne Generale Comandante dei Tre Abruzzi, e [[Paolo Pronio]], suo figlio e anch'esso generale.
 
Si sono inoltre verificati numerosi fatti: la costruzione della "Fontavecchia"; venne edificata la Confraternita della SS. Trinità; venne eretta la Confraternità del SS. Sacramento; la creazione della Cappella ed Ospedale di S. Antonio Abate; la formazione del Catasto onciario; la traslazione delle ossa di S. Feliciano dalle Catacombe Ponziane a Introdacqua; la nascita del Teologoteologo Giovanni Tommaso Maria Ventresca, tuttora sepolto nella Cattedralecattedrale di S. Panfilo a Sulmona; l'istituzione del Tribunale di Giustizia; venne eretto un nuovo altare nella Chiesachiesa campestre di S. Antonio Abate, poi dedicato a S. sant'Antonio di Padova; la costituzione della [[Banda di Introdacqua]]; l'erezione nell'interno della Cappellacappella di S. Nicola di Bari di un altare marmoreo per collocarvi l'urna del protettore S.san Feliciano; l'eccidio della famiglia del Giudice Lancia per mano di quattro banditi del luogo, di cui solo due ne furono giustiziati.
 
=== I Trasmondi (1649-1806) ===
[[File:Trasmondi Palace.jpg|thumb|Palazzo marchesale Trasmondi]]
Precedentemente il 1649 i Trasmondi risiedevano a Sulmona, ove rivendicarono la loro nobiltà per una controversia la quale negava loro alcuni diritti. La loro nobiltà è provata da due ipotetiche origini, ossia la discendenza dai Duchi di [[Spoleto]], oppure la discendenza da Trasmondo figlio di [[Genserico]] Rere dei [[Vandali]]. I Marchesi possedevano la giurisdizione criminale e civile di [[Corfinio|Pentima]] (Corfinio) e lo "''jus sigilli"'' dell'intero Abruzzo: essi avevano molti possedimenti, tra cui la Baronia di Introdacqua, trasformata il 18 luglio 1700 in marchesato da Re [[Carlo II di Spagna]].
 
Durante la loro dominazione ci furono numerosi dissapori tra i marchesi e la popolazione del paese, il più eclatante fu la demolizione di un molino e di una gualchiera, e la rivendicazione delle acque provenienti dalla Rupe di S. Nicolò.
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=== Dal dopoguerra in avanti ===
Nel dopoguerra la popolazione diminuì a causa dei grandi flussi migratori dell'Abruzzo interno, che spinsero molti abitanti verso la costa abruzzese, il Lazio e i paesi esteri. Negli anni cinquanta il paese fu protagonista della pellicola ''[[Signorinella]]''. Nel corso del tempo il paese ha conosciuto una moderata crescita demografica, con un ripopolamento nelle frazioni.
 
===Simboli===
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 luglio 1999.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?6980 |titolo= Introdacqua |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 17 luglio 2023 }}</ref>
Il gonfalone è un drappo di rosso.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==