Controllo sociale: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di 213.215.174.146 (discussione), riportata alla versione precedente di Eumolpo Etichetta: Rollback |
|||
Riga 4:
== Caratteristiche ==
Le personalità intellettuali che più di altre si sono occupate, o si occupato, degli studi sul concetto di controllo sociale, sono Edward Ross, Émile Durkheim, Travis Hirschi, Russel G. Smith, Stanley Cohen, Talcott Parsons, George Homans, Robert K. Merton, Roger Nett, Harry M. Johnson, Colin Crouch, Danilo Campanella. Il concetto in questione è stato trattato, in origine, su un piano prevalentemente sociologico, per poi passare a un'analisi psicologica, in particolare, psicologico-comportamentale e cognitivo, anche alla luce delle moderne scoperte e speculazioni dell'[[intelligenza artificiale]]. Secondo il pensiero di [[Émile Durkheim]], il controllo sociale rappresenta l'idea che la società possa influenzare in modo coercitivo il comportamento del singolo soggetto, andando a generare, talvolta, comportamenti di rifiuto dello ''status quo'' e comportamenti anti-convenzionali. Egli concepiva la società come una entità esterna all'individuo, che esiste prima di esso e che ne influenza il comportamento; il concetto è stato ampliato da altri autori, in particolare, arricchendolo all'interno del contesto dell'omologazione, trattata in Italia sia come costruzione di una nuova personalità sociale, nel caso del ''soggetto di massa'' di Danilo Campanella<ref>Riccardo Narducci, ''La teoria del “soggetto di massa” in Danilo Campanella come diagnosi del vulnus della coscienza nel postmodernismo'', in Scienze e Ricerche, n. 38, 1º ottobre 2016</ref>, sia come decostruzione, come nel caso della teorizzazione di ''Homo videns'' in [[Giovanni Sartori]].
Per il politologo [[Giovanni Sartori]] il controllo sociale sarebbe un fenomeno tipico del postmodernismo, in particolare riferimento alla nascita del quinto potere, che avrebbe decostruito l'uomo a immagine e somiglianza del capitalismo<ref>{{Cita|Giovanni Sartori, 2009|p. 145}}.</ref>. Questo è un processo antropologico uniformativo<ref>{{Cita|Riccardo Narducci, 2016|pp. 89-90}}.</ref>, che, secondo il filosofo e saggista [[Noam Chomsky]] conduce ad un medesimo modello di vita per un unico tipo di cittadino: pacifista, lavoratore, consumatore<ref>{{Cita|Edward S. Herman e Noam Chomsky, 2008}}.</ref>.
|