Professione... giocattolo: differenze tra le versioni
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Un giorno si reca presso un negozio di giocattoli appartenente all'impero Rambal-Cochet, per un reportage. È lì che incontra il piccolo Éric, figlio del miliardario, venuto a scegliere il regalo che gli piace di più. Divertito dal comportamento maldestro del giornalista, il bambino sceglie proprio Perrin quale nuovo giocattolo e, nonostante il direttore del negozio gli spieghi imbarazzato che non può comprare una persona, Éric rimane fermo nel suo proposito.
Benché a disagio, Perrin, temendo di ritrovarsi nuovamente disoccupato, si consegna al giovane acquirente, venendo spedito in una cassa all'[[Hôtel particulier]] dei Rambal-Cochet. All'inizio il giornalista viene umiliato in tutti i modi dal bambino, costretto a soddisfare tutti i suoi capricci, salendo anche su un cavallino-giocattolo vestito da cowboy. Gradualmente, però, François e Éric (trascurato completamente dal padre e ostile alla matrigna) si affezionano l'uno all'altro.
Perrin propone allora al suo amichetto un nuovo gioco: pubblicare un giornale intitolato ''Le Jouet'' (''Il giocattolo''), in cui si rivelino tutti i soprusi dei Rambal-Cochet. Éric stesso gli fornisce l'idea per il primo numero, portandolo presso una casa da cui il padre aveva cacciato con la forza i proprietari in cambio di un ingente somma, per dimostrare al figlio che con il denaro tutto poteva essere comprato. Pierre offre a François una promozione, per fargli sospendere immediatamente ''Le Jouet'', ma Perrin e il bambino danno alle stampe un secondo numero, che presenta il reportage "6000 stipendiati, 6000 giocattoli", dove si denunciano i licenziamenti arbitrari e le umiliazioni dei dipendenti.
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