Endimione: differenze tra le versioni
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[[Sesto Properzio|Properzio]] (''[[Elegie (Properzio)|Elegie]]'' Libro 2, el. 15), [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] nelle sue ''[[Tusculanae disputationes]]'' (Libro 1) e [[Teocrito]] discutono ampiamente il mito di Endimione, ma ribadiscono le opinioni già esistenti senza aggiungervi nulla di veramente nuovo. Le circostanze della sua vita e morte sono state poi ampliate e rimaneggiate nel corso dell'[[era moderna]] da autori come [[Henry Wadsworth Longfellow]] e [[John Keats]], quest'ultimo nel suo poema narrativo del 1818 intitolato per l'appunto ''Endymion''.
[[Meleagro di Gadara]], autore di alcuni fra i più
Altre fonti ancora parlano di un amore segreto e proibito niente meno che con [[Era (mitologia)|Era]], la regina degli [[Olimpi]]; una volta scoperto da [[Zeus]], venne maledetto. Il giovane venne costretto a 50 anni di sonno continuo dal re degli dei, anche se nella ''Biblioteca'' (1.7.5) è - come s'è visto - lui stesso a chiedere il dono di non dover affrontare la vecchiaia. Una variante invece sostiene che il giovane fu costretto da Zeus a dormire per trent'anni in una caverna sul monte Latmo senza mai svegliarsi, come punizione per aver cercato di insidiare Era. Secondo tale versione del mito la dea [[Artemide]] scoprì Endimione dormiente, e incantata dalla sua bellezza si recava ogni notte a guardarlo.
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