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Quando si deve togliere l'accampamento, le ''buccine'' danno il segnale. Nessuno resta inoperoso, tanto che, appena udito il primo squillo, tolgono le tende e si preparano per mettersi in marcia. Ancora le ''buccine'' danno un secondo segnale, che prevede che ciascuno carichi rapidamente i bagagli sui muli e sugli altri animali da soma. Si schierano, quindi, pronti a partire. Nel caso poi di accampamenti semi-permanenti, costruiti in legno, danno fuoco alle strutture principali, sia perché è sufficientemente facile costruirne uno nuovo, sia per impedire che il nemico possa utilizzarlo, rifugiandosi al suo interno.<ref name="GFlavioIII.5.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 5.4.</ref>
 
Le ''buccine'' danno un terzo squillo, per spronare quelli che per qualche ragione siano in ritardo, in modo che nessuno si attardi. Un ufficiale, poi, alla destra del comandante, per tre volte rivolge loro in [[lingua latina|latino]] la domanda se siano pronti a combattere, e quelli per tre volte rispondono con un grido assordante, dicendo di esser pronti e, come invasati da una grande esaltazione guerresca, accompagnano le grida, [[salutoal romano]]saluto.<ref name="GFlavioIII.5.4"/>
 
====Al tempo delle guerre marcomanniche (166-188)====