Codex Manesse: differenze tra le versioni
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}}Il '''Codex Manesse''' o '''codice manessiano''', anche conosciuto come ''Große Heidelberger Liederhandschrift'', è il più ricco e famoso [[canzoniere]] medievale in lingua tedesca. Questo [[codice (filologia)|codice]] di grande formato (35,
La raccolta contiene opere poetiche in [[lingua alto-tedesca media]] (''Mittelhochdeutsch''). Il suo nucleo è stato composto intorno al 1300 a [[Zurigo]], probabilmente in correlazione con il collezionismo della famiglia patrizia zurighese dei [[Manesse (famiglia)|Manesse]]. Fino circa al 1340 vi sono state inserite varie aggiunte (vedi bibliografia). Il codice raccoglie testi fino allora tramandati solo oralmente, trascritti su fogli singoli o conosciuti attraverso repertori limitati. Con il [[florilegio]] di 140 poeti e le circa 6000 strofe, il codice risulta una ''summa'' rappresentativa di canzoni profane medievali e costituisce una delle fonti principali della poesia d'amor cortese tedesca, il cosiddetto [[Minnesang]].<ref name="ub.uni-heidelberg.de">[http://www.ub.uni-heidelberg.de/allg/benutzung/bereiche/handschriften/manesse2010 UB Heidelberg: Die aufgerufene Seite existiert nicht auf dem Server<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160204080800/http://www.ub.uni-heidelberg.de/allg/benutzung/bereiche/handschriften/manesse2010 |data=4 febbraio 2016 }}</ref>
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== Storia movimentata del manoscritto ==
Non è noto a chi appartenesse inizialmente, comunque, già nella seconda metà del XV secolo, verosimilmente non si trovava più a Zurigo. Intorno al 1575-1580 appartenne quasi certamente a un mercante fiammingo, interessato per motivi professionali agli [[stemmi]] nobiliari. Poco dopo è documentato nuovamente in Svizzera, nel lascito del barone [[Johann Philipp von Hohensax]], che molto probabilmente lo aveva acquistato nelle Fiandre. Certo è che, dopo la morte del barone, il [[conte palatino]] di [[Zweibrücken]] e l'erudito [[Marquard Freher]] di [[Heidelberg]] tentarono in vario modo di entrare in possesso del codice. Nel 1604 l'[[umanista]] svizzero [[Melchior Goldast]] fu il primo studioso del manoscritto, di cui pubblicò diverse poesie didascaliche. Fu lui stesso a favorire il ritorno del manoscritto a Heidelberg, dove dal 1607 fece parte per quindici anni della famosa collezione della [[Biblioteca Palatina (Heidelberg)|Biblioteca Palatina]]. Durante la [[Guerra dei trent'anni]], nel 1622, il codice fu portato in salvo nei [[Paesi Bassi]], forse proprio dallo stesso [[Federico V del Palatinato]]. Qualche decennio più tardi, però, si trovava nella biblioteca privata dell'erudito francese [[Jacques Dupuy]], il quale lasciò la sua collezione in eredità al re di Francia. Pertanto il codice entrò a far parte della [[
La riscoperta del manoscritto nel 1815 da parte di [[Jakob Grimm]] segnò l'inizio di una lunga serie di tentativi da parte della Germania di riappropriarsene. Solo nel 1888 il manoscritto da Parigi poté far ritorno nella biblioteca di Heidelberg, dove si trova tutt'oggi.
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