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19/7/1987== Cronologia ==
=== 1987 ===
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*18 giugno: la [[Corte costituzionale]] emette una sentenza in cui sostiene che l'ordinamento della [[Corte dei conti]] non rispetta l'articolo 100 della Costituzione che ne sancisce la piena indipendenza. Secondo la Consulta, che non abroga le norme per non creare un vuoto legislativo, deve essere superata la dipendenza della magistratura contabile dal governo. Quest'ultimo, imponendo il presidente, fa la parte del controllato che si sceglie il controllore.<ref>Il messaggero, 19 giugno 1987</ref>
*19 giugno: a [[Viareggio]] esplode una protesta per il primo spettacolo di [[Cicciolina]] dopo l'elezione nelle file del partito radicale. Fa scalpore l'affermazione della pornostar sulla libertà di cui può ora godere grazie all'immunità parlamentare, che ufficialmente il suo partito chiede di abolire, e le risposte date ai giornalisti presenti sul programma che intende portare avanti alla camera in materia di educazione sessuale e oltraggio al pudore.<ref>Il messaggero, 20 giugno 1987</ref>
*20 giugno: con un articolo su [[l'Avanti]] [[Craxi]] illustra la linea politica del PSI per l'avvio della legislatura escludendo patti con la DC e l'immediato conferimento di un incarico a prescindere dalle pretese sulla guida del governo. Contro la scelta democristiana di non tenere i referendum su giustizia e nucleare il PSI - preso atto di una maggioranza interpatitica di 322 voti alla camera a 159 al senato - propone l'istituzione di un gruppo verde formato da comunisti, socialisti, socialdemocratici, verdi, radicali e demoproletari per la presentazione e l'approvazione di un disegno di legge che consenta di convocare i comizi in autunno.</br>DopoComitato centrale MSI: dopo un rincorrersi di voci durato alcuni giorni [[Giorgio Almirante]] conferma che si presenterà dimissionario al congresso del MSIpartito previsto per novembre,.<ref>Il messaggero, 21 giugno 1987</ref>
*25-29 giugno: comitato centrale PCI: [[Alessandro Natta]] analizza la sconfitta elettorale giustificandola da una parte con la presenza di numerose liste minori, dall'altra dal venir meno dell'insediamento sociale comunista nelle grandi città. L'opposizione al [[pentapartito]], specie sul fronte dell'economia, ha appiattito il partito sulle questioni di governo distaccandolo dalla sua base sociale, dal suo ruolo politico nella società. La relazione è contestata da [[Giorgio Napolitano]], che nella direzione nazionale che ha preceduto l'assise ha contestato l'elezione di [[Achille Occhetto]] alla vice-segreteria,. L'esponente migliorista contesta la scelta di rimettere mano ai quadri dirigenti senza porre le basi di una precisa strategia politica.<ref>Il messaggero, 26-30 giugno 1987</ref>
*26 giugno: consiglio dei ministri: sono approvati i decreti delegati sulla liberalizzazione dei mercati valutari richiesti dal ministro per il commercio con l'estero, [[Mario Sarcinelli]], basati su una legge delega prossima alla scadenza. I provvedimenti mirano a facilitare gli scambi commerciali senza abolire del tutto il monopolio dei cambi, che andrà a cadere nel 1992.</br>A quattro settimane dall'assemblea annuale della [[Banca d'Italia]] il governatore, [[Carlo Azeglio Ciampi]], contraddice in parte la sua relazione sostenendo che lo squilibrio della finanza pubblica richiede il varo di nuove tasse. Parlando all'assemblea dell'[[Associazione bancaria italiana]] lancia un monito al futuro governo sull'eccesso dei consumi italiani, che hanno raggiunto il 51% del [[prodotto interno lordo]], e sul continuo aumento di una spesa pubblica improduttiva e clientelare. Ala richiesta di non colpire chi è già pesantemente tassato e di correggere la sperequazione verso chi beneficia di spazi di evasione ed elusione, il ministro del tesoro e del bilancio, [[Giovanni Goria]], risponde con la più volte reiterata proposta di aumentare le imposte locali, regolarizzando una volta per tutte l'autonomia impositiva dei comuni. L'idea, bocciata dall'ex ministro delle finanze [[Bruno Visentini]], prevede che gli enti locali finanzino in proprio i servizi o li riducano fino anche all'abolizione.<ref>Il messaggero, 27 maggio 1987</ref>
*26 giugno:
 
==== Luglio ====
*2 luglio: viene inaugurata la X legislatura.[[Nilde Jotti]] è riconfermata per la terza volta presidente della camera, [[Giovanni Spadolini]] è il nuovo presidente del senato. Fanfani dichiara che confermerà le dimissioni dell'esecutivo al capo dello stato solo quando saranno definiti tutti i gruppi parlamentari. La presidente della camera fa intanto sapere che tra le prime priorità del parlamento ci sarà l'approvazione della legge che deve consentire lo svolgimento dei referendum (tecnicamente rinviati al 1989) entro la fine dell'anno.
*4 luglio: riunita in assemblea a [[Bologna]] la [[Federazione delle Liste Verdi]] si trova alle prese con le regole del parlamento e la necessità di un'azione al contempo politica ed attivistica. La base è in proposito divisa tra chi approva e chi ritiene controproducente la scelta di scendere in campo. I militanti si divono tra una corrente autonomista e pragmatica ([[Alfonso Pecoraro Scanio]], [[Pier Vito Antoniazzi]], [[Rosa Filippini]]) una corrente legata alla sinistra e a [[Legambiente]] ([[Gianni Francesco Mattioli|Gianni Mattioli]], [[Massimo Scalia]], [[Enrico Falqui (politico)|Enrico Falqui]]) e una corrente integralista ([[Giannozzo Pucci (attivista)|Giannozzo Pucci]] e [[Pino Polistena]]). Puto delicato è il finanziamento pubblico (2,5 miliardi di lire) che si pensa di far gestire ad un comitato di saggi soprannominato "banca verde" per i finanziamenti che accorderà alle iniziative ecologiste.</br>Il ministero dell'interno pubblica un rapporto sulla situazione di indebitamento dei comuni, con un particolare riguardo al debito sommerso fuori bilancio, che si somma a quello dichiarato ma che non può essere coperto allo stesso modo. Secondo i dati raccolti 1.251 comuni sommano un disavanzo di 1.295 miliardi, in gran parte verso l'[[ENEL]] e le [[USL]] ma anche per interessi sui mancati pagamenti.<ref>Il messaggero, 5 luglio 1987</ref>
*10 luglio: il capo dello stato inizia le consultazioni. De Mita e Craxi espongono a Cossiga la necessità di dare la precedenza al programma e alla maggioranza, decidendo in un secondo tempo il nome dell'incaricato, ma il segretario socialista pone un veto sul leader democristiano. I comunisti chiedono una rapida soluzione della crisi ma si dichiarano dubbiosi circa la costituzione di un governo all'altezza della situazione. Socialdemocratici, liberali e repubblicani chiedono che incarico e nomina siano preceduti da una forte convergenza tra i partiti della maggioranza. Tra le opposizioni il MSI chiede una legislatura costituente per la riforma [[Presidenzialismo|presidenziale]], la [[Sinistra indipendente]] si oppone a qualsiasi soluzione che escluda il PCI dalla maggioranza, i verdi daranno il loro appoggio a tutte le iniziative in materia di salvaguardia ambientale.
*13-16 luglio: Cossiga conferisce l'incarico di formare il nuovo governo a [[Giovanni Goria]]. La scelta è il frutto del veto di Craxi contro la nomina di De Mita. Cossiga risolve il problema con un fedelissimo del segretario democristiano gradito ai socialisti. Il presidente incaricato inizia subito le consultazioni e l'elaborazione dell'agenda di governo, che per l'economia attinge alla legge finanziaria per il 1988 in corso di elaborazione e ai cinque anni di esperienza al ministero del tesoro. Goria non esclude di coinvolgere i verdi nel suo più volte proposto piano di dismissione dei beni [[demanio|demaniali] in favore di parchi pubblici ma sulla sua strada c'è l'incognita del ruolo balneare dell'esecutivo, che per molti dovrà traghettare il parlamento agli adempimenti di bilancio di fine anno per poi lasciare.</br>A nome dei Verdi [[Gianni Mattioli]], capogruppo alla camera, dichiara che gli ecologisti sono pronti a entrare nella maggioranza se saranno accettati i punti del loro programma, a partire dalla rinuncia all'energia nucleare e la convocazione entro l'anno dei referendum.<ref>Il Messaggero, 14-17 luglio 1987</ref>
*16 luglio: mentre è impegnato a definire l'agenda dell'esecutivo tra le mani di Goria arriva il rapporto [[ISTAT]] sul tasso annuo d'[[inflazione], che nel mese di maggio è aumentato dello 0,4% portando il tasso tendenziale al 2,7% contro l'1,6% del mese precedente. A causa di aumenti nel prezzo del petrolio aumenta intanto la benzina super (+5 lre), il gasolio per autotrazione (+13 lire) e per riscaldamento (+9 lire).<ref>Il messaggero, 17 luglio 1987</ref>
*18 luglio: Goria consegna ai segretari dei partiti della ex maggioranza una bozza del programma di governo incentrata particolarmente sull'economia. Il presidente incaricato propone una manovra economica che comporterà dei sacrifici per i contribuenti; al centro dell'attenzioneil tasso d'inflazione (che potrebbe tornare ad aumentare oltre il 5%) e la spesa pubblica senza freni (servono tagli per almeno 20.000 miliardi per mantenere il disavanzo entro i 100.000) ma anche i conti con l'estero e i bisogni sociali. All'idea di nuove tasse si contrappongono le proposte delle opposizioni, in parte condivise dai repubblicani, di tassare i guadagni di borsa ed arrivare all'autonomia impositiva dei comuni per ridurre i trasferimenti del tesoro agli enti locali.
*20 luglio: Goria conclude il secondo giro delle consultazioni. Alle delegazioni dei partiti della ex maggioranza si sono aggiunte quelle di Verdi, radicali e SVP ma il presidente incaricato fa sapere che al momento non ci sono progressi sulla convergenza programmatica dei potenziali alleati. Mentre [[Franco Evangelisti]] fa sapere che la DC non siederà mai nella stessa maggioranza col partito di [[Pannella]] e [[Cicciolina]] viene annunciata una riunione collegiale dei potenziali alleati non appena il programma sarà emendato con le proposte di integrazione e modifica fromulate nei singoli incontri.<ref>Il messaggero, 21 luglio 1987</ref>
*22 luglio: Goria raddoppia da 18 a 36 cartelle il programma di governo ma l'elaborato continua a non soddisfare gli alleati del probabile [[pentapartito]]. L'ampliamento viene giudicato una diluzione degli argomenti già trattati, tra i quali sono stati inseriti diversi sospesi della precedente legislatura. Le proposte sul nucleare, che prevedono la piena attivazione delle centrali di [[Montalto di Castro]] e [[Caorso]], porta alla rinuncia dei verdi ad ulteriori trattative. Intanto salta l'annunciata riunione collegiale che deve decidere i termini definitivi dell'accordo; alla disponibilità di repubblicani e liberali si contrappone la posizione di attesa di socialisti e socialdemocratici, che sponsorizzano la partecipazione dei radicali nella maggioranza e prenderanno una posizione dopo una riunione dei tre partiti e gli esiti dei rispettivi organi statutari.<ref>Il messaggero, 23 luglio 1987</ref>
*25 luglio: Goria riunisce le delegazioni dei cinque partiti della maggioranza uscente. Dall'incontro viene siglato l'accordo sul programma e sui posti dell'esecutivo (15 alla DC, 9 al PSI, 3 al PRI, 2 al PSDI e uno al PLI), per il quale ognuno ha accettato delle rinunce (i repubblicani sul nucleare, i liberali sul numero dei ministeri, i socialisti sulla partecipazione dei radicali).
 
== Note ==