Trullo: differenze tra le versioni

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il termine salentino corretto é "lamia" e si intende una costruzione monolocale con copertura voltata a botte, realizzata generalmente in pietra calcarea locale che localmente può anche essere stratificata con ricorsi di piccola potenza, anche qualche cm e chiamate "chiacarelle". Tali chiacarelle venivano disposte di taglio a formare una volta a botte e poi ricoperte con altre chianche a formare il tetto sostitutive delle tegole.
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Il modello costruttivo di [[architettura spontanea]] che è identificato in [[lingua italiana|italiano]] col termine "trullo" viene sovente designato dalle popolazioni locali con dei sinonimi [[Dialetti della Puglia|dialettali]]: in [[Valle d'Itria]] per riferirsi a questa costruzione viene usato il termine ''caseddə'' o ''casìdde'' (cioè piccola casa, ma con genere maschile), spesso italianizzato nel sostantivo femminile ''casedda.''<ref name=casedde>{{cita|Semeraro|}}.</ref>
 
In altre zone della Puglia costruzioni analoghe, che tuttavia non possono essere definite propriamente con il termine di trullo, sono denominate: ''‘tturr'' a [[San Ferdinando di Puglia]]; ''casiedde, caselle, pagghiaie'' del barese settentrionale; ''Truddu, pajaru, pagghiaru, truddo'' nel Salento settentrionale (tarantino), ''truddhu, ruddo, turri, furnieddhu, furnu, pajaru, chipuru, calvari, liamalamia'' nel Salento meridionale.<ref name="Angiulli2010" />
 
La parola "Trullo" comparve per la prima volta ufficialmente nel periodo fascista dal 1930.