Progetto Lebensborn: differenze tra le versioni

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Norvegia: citazione non inerente, scritta con una sintassi insensata, che esprime un concetto fuori luogo
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{{Citazione|Lo stato Nazista deve considerare il bambino come il bene più prezioso della nazione|[[Adolf Hitler]], ''[[Mein Kampf]]''}}
 
Il '''Progetto Lebensborn''' ('''Progetto Sorgente di Vita''') fu uno dei diversi programmi avviati dal gerarca [[nazismo|nazista]] [[Heinrich Himmler]] per realizzare le [[eugenetica|teorie eugenetiche]] del [[Terzo Reich]] sulla [[razza ariana]] e portare la popolazione ariana in Germania a 120 milioni di persone entro il [[1980]].<ref>{{Cita web|url=http://www.akra.it/amis/schede.asp?id=6&idsch=72|titolo=Museo virtuale delle intolleranze e degli stermini - Progetto Lebensborn|accesso=12 novembre 2017}}</ref>
 
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[[File:Bundesarchiv Bild 183-S72707, Heinrich Himmler.jpg|thumb|upright=0.5|Himmler nel 1942]]
[[File:Bundesarchiv Bild 119-2179, Walter Richard Darré.jpg|thumb|upright=0.5|Walther Darré]]
 
Dal [[1929]] le [[Schutzstaffel]] (SS) furono dirette da Himmler, convinto fautore delle teorie razziste dell'SS-Obergruppenführer [[Richard Walther Darré]], espresse dalla formula ''Sangue e terra''<ref>{{cita|Darré, 1978|}}.</ref> e le volle applicare al reclutamento delle ''Schutzstaffel''.
 
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== Il parziale fallimento ==
 
Il programma Lebensborn, a cui gli ufficiali SS furono obbligati a partecipare, fu finanziato direttamente da una tassa a carico della ''[[Nationalsozialistische Volkswohlfahrt]]'' (NSV), l'ente di previdenza sociale dei dirigenti [[SS]]. Il progetto non riuscì ad avere la larga adesione che si aspettava Himmler, poiché delle 238.000 SS solo 8.000 vi aderirono.<ref>{{cita|Beccaria Rolfi-Maida, 1997|p. 132}}.</ref>
 
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=== Norvegia ===
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-119-0413-38, Norwegen, deutscher Soldat, Einheimische.jpg|thumb|Norvegia: un soldato tedesco fotografa delle bimbe norvegesi in costume tradizionale]]
 
Nel febbraio [[1941]], l'anno successivo all'invasione, il progetto Lebensborn venne esportato in [[Norvegia]] grazie al capo delle SS in Norvegia [[Wilhelm Rediess]], il capo del Lebensborn in Germania [[Max Sollmann]] e il Reichkommisar [[Josef Terboven]], dove conseguì buoni risultati.<ref name=E-S_28>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 28}}.</ref>
 
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=== Paesi Bassi / Olanda ===
Anche nei Paesi Bassi le donne che avevano a che fare con gli occupatori tedeschi non godevano di una buona reputazione e venivano additate con allusioni più o meno esplicite come provenienti da un ambiente socioeconomico basso e che cercassero solamente un tornaconto economico. Donne che non conoscevano l'onore, ma che agivano solo per interesse e avidità.<ref>{{nl}} T. de Vries, ''Het Wolfsgetij of een leven van liefde'', Pegasus, 1980.</ref> Verso la fine della guerra molte donne sospettate di aver frequentato un tedesco furono malmenate e rasate in pubblico. Spesso sulla cute ancora sanguinante veniva loro tracciata una svastica col carbone o con una tintura rossa a base di [[diossido di piombo]]. In altri casi venivano portate in giro su carri e percosse dalla gente. Alcune ''moffenmeiden'' dovevano portare sulla testa un foulard con la scritta ”Solo per la Wehrmacht” o i loro nomi venivano pubblicati sui giornali.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 147}}.</ref>
 
Per quanto riguarda questo paese non si conoscono dati riguardanti le donne che frequentarono soldati tedeschi durante l'occupazione, ne sul numero di bambini nati da padre tedesco, ma si hanno solo alcune cifre fornite dalla ''Nationalsozialistische Volkswohlfahrt'' (NSV) che stima sia di 8000-10000 (stima che però tiene conto solamente dei bambini da loro assistiti).<ref>{{nl}} L. de Jong, ''Het Kominkrijk der Nederlanden in de Tweede Wereldoorlog'', vol. 5, pt.1, Martinus Nijoff, 1972.</ref>
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Nell'agosto [[1942]], un anno dopo l'invasione della Russia, Himmler, su ordine di [[Hitler]], predispose il ritiro dalla guerra dei figli unici (o di coloro che erano rimasti tali) affinché mettessero al mondo nuovi figli "di sangue buono", in modo da impedire l'estinzione delle loro famiglie.
 
L'8 settembre 1942 il comandante della [[2. Panzerarmee]], il generale [[Rudolf Schmidt]], scriveva a Hitler che il numero di ''Mischlingskinder'' (bambini di sangue misto) poteva ammontare a 1,5 milioni. Nonostante il numero esagerato di tale predizione, il numero di bambini preoccupava le autorità naziste che le popolazioni dell'Est (''Ostvölker'') traessero beneficio dall'apporto di sangue ariano. Per poterlo evitare la loro idea era di reclamarli come ''Deutsche Volksgemeinschaft'', ovvero come comunità del popolo. Inoltre tali bambini, secondo alcuni nazisti, erano da considerarsi di potenziale umano e economico. In realtà era prevista una separazione tra i bambini; alcuni erano già destinati come “razzialmente indesiderabili”, altri invece, ritenuti idonei e sarebbero quindi entrati a far parte del popolo tedesco (''in den deutschen Volkskörper eingefügt''). Tale distinzione era casuale e piena di contraddizioni che divennero il simbolo della mancanza di “consapevolezza razziale” degli uomini che rientravano nella categoria di “ariani”.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 155}}.</ref>
 
Un mese dopo, Himmler si rivolgeva ai soldati sul fronte russo:
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Il [[Rapimento dei bambini da parte della Germania nazista|rapimento e la germanizzazione di bambini]] di razza pura venne dunque applicato anche in [[Europa orientale]], in particolare in [[Ucraina]] con la ''[[Heuaktion]]'' ("operazione fieno"),<ref>{{cita|Höhne, 1968|pp. 213-214}}.</ref> secondo le procedure dettate da un documento segreto del 12 giugno [[1944]] del Ministero dei Territori occupati dell'Est: «il Gruppo Armate di Centro intende catturare da 40.000 a 50.000 ragazzi fra i 10 e i 14 anni per trasferirli nel [[Germania nazista|Reich]]. Lo scopo è quello di assegnarli come apprendisti a imprese tedesche. L'iniziativa - che sarebbe bene accolta dagli [[industria]]li - mira non soltanto a prevenire un diretto rinvigorimento delle forze del nemico ma anche a ridurne le potenzialità biologiche».<ref>{{cita|Mayda, 1977|pp. 216-218}}.</ref>
 
Dal momento della ritirata tedesca da Stalingrado l'unica misura attuata fu la registrazione delle nascite che comunque erano molto distanti dalle previsioni iniziali. Infatti il ministero del Reich stimò le nascite di bambini nei territori di [[Bielorussia]], Ucraina, [[Estonia]], [[Lettonia]] e [[Lituania]] in 10000-12000.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 159}}.</ref> Nel corso della guerra gli scopi demografici mutarono, i presupposti della tutela della razza, fino ad allora ritenuti inalterati e stabili subirono una sostanziale modifica. Si attuò il principio della “ristrutturazione razziale dell'Est”, dove i bambini ritenuti dapprima “bastardi indesiderati” ora acquistarono un certo interesse e valore e quindi un'opportunità di incremento demografico.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 167}}.</ref> È interessante notare che in questi territori, le donne che avevano avuto contatti con i tedeschi non si ha notizia di punizioni da parte della popolazione locale.<ref>{{en}} Anette Warring, ''National Bodies: Fraternisation, Gender and Sexuality in Occupied Europe 1940.45'', 2003.</ref>
 
=== Polonia ===
[[File:NSV.jpg|upright=0.7|thumb|Manifesto pubblicitario (1935) per la NSV<ref>''Assistenza e salute popolare nazionalsocialista'' (logo in alto a sinistra) e, in particolare, per le "UNTERSTÜTZT DAS HILFSWECK MUTTER UND KIND" (''Opera assistenziale per madre e fanciullo'').</ref>]]
 
Dapprima si ricercarono i bambini negli [[orfanotrofio|orfanotrofi]] [[Polonia|polacchi]] o presso le famiglie che presentavano i tratti razziali di appartenenza alla razza nordica. In seguito la ricerca dei bambini da "germanizzare" si estese in tutte le direzioni: negli [[scuola materna|asili]], nelle scuole, nelle famiglie di divorziati sino a includervi i bambini di genitori deportati o eliminati nei campi di sterminio oppure presi per strada a caso perché risultavano "a occhio", per i loro capelli biondi e gli occhi azzurri, come appartenenti alla "buona razza". I bambini, dotati di una nuova identità tedesca, obbligati a parlare solo il tedesco e a frequentare scuole tedesche, venivano quindi affidati a nuovi genitori.
 
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== Il numero dei bambini rapiti ==
La "Gazeta Ludowa", un giornale polacco, scriveva nel 1947 che il numero dei bambini rapiti arrivava a 250.000 .<ref>{{cita|Hillel-Henry, 1976|p. 252}}.</ref>
 
Secondo un altro calcolo si arriverebbe invece ad un massimo di duecentomila di cui solo il 15-20 per cento tornò alla sua famiglia di origine.<ref>{{cita|Burleigh-Wippermann, 1992|p. 285}}.</ref>