Utente:Mr-Shadow/sandbox: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichetta: Link a pagina di disambiguazione |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 79:
*23 ottobre: quando la finanziaria è ancora in discussione alle competenti commissioni di camera e senato sono diffusi i dati sull'[[inflazione]] tra giugno e settembre. Il costo della vita è aumentato dal 5 al 5,5%. Viene considerato fallito l'obiettivo della manovra di contenerla al 4,5%. Le nuove aliquote [[IVA]] previste dal 1 gennaio porteranno ad un aumento prevedibile del tasso non inferiore ad un ulteriore 0,5%.<ref>Il messaggero, 24 ottobre 1987</ref>
*24 ottobre: intervistato da [[La Repubblica]] il presidente del consiglio ammette che la mancanza di un accordo politico sull'esecutivo rende anomalo il rapporto tra governo e partiti, ma smentisce che esistano contrasti con la DC e il suo segretario. Goria punta il dito contro le maggioranze ombra che si sono formate su vari temi dell'agenda, come l'ora di religione; Craxi risponde che non è possibile mantenere una collaborazione di governo quando ci si accorda con l'opposizione su riforme istituzionali non concordate.</br>Il ministro delle poste, [[Oscar Mammì]], continua a diffondere gli orientamenti della riforma del sistema radio-televisivo. Dal momento che [[Silvio Berlusconi]] punta principalmente al gettito pubblicitario delle sue reti l'esponente repubblicano propone che alla cessione di una rete da parte del Cavaliere corrisponda l'abrogazione della pubblicità su una rete Rai. Una più razionale distribuzione delle risorse consentirebbe pari opportunità al terzo gruppo televisivo [[Telemontecarlo]] ([[Fiat]]) al quale potrebbe aggiungersi [[Euro TV]] di [[Calisto Tanzi]].<ref>Il messaggero, 25 ottobre 1987</ref>
*25 ottobre: dalla tribuna di [[Fantastico_(programma_televisivo)#Gli_anni_di_Celentano_e_Montesano_(1987-1989)|Fantastico]] [[Adriano Celentano]] mostra un filmato di [[Greenpeace]] che documenta l'uccisione di cuccioli di foca per il mercato delle pellicce e tiene un monologo sui prossimi referendum, invitando gli elettori a scrivere sulla scheda "La caccia e contro l'amore". Dimentico del fatto che scrivere frasi sulla scheda avrebbe comportato l'annullamento del voto il cantante finisce al centro di una fruosa polemica. Mentre il prof. [[Paolo Barile]] sostiene che l'appello a non votare è legittimo per l'art. 75 della Costituzione (che prescrive il [[quorum]]) i politici del consiglio di amministrazione della [[Rai]] si dividono tra sostenitori e detrattori dell'iniziativa.<ref>Il messaggero, 26 ottobre 1987</ref>
*30 ottobre: consiglio dei ministri: i socialisti pongono il veto sul decreto-legge di regolamentazione del diritto di sciopero. Secondo [[Craxi]] la riforma va attuata dopo un preciso accordo con sindacati e parti sociali. Il segretario socialista chiede una revisione della legge finanziaria alla luce dell'incertezza che continua a registrarsi alla borsa di Milano dopo la recente crisi mondiale.</br>Nelle stesse ore il governatore della [[Banca d'Italia]] sostiene alla commissione bilancio della camera che gli obiettivi della manovra per il 1988 devono essere rispettati con rigore e continuità, e porta a sostegno delle sue tesi il raddoppio a 8.668 miliardi del debito estero e un +3.000 miliardi nel fabbisogno dello stato (84.879 miliardi a tutto settembre).<ref>Il messaggero, 31 ottobre 1987</ref>
==== Novembre ====
*1-3 novembre: sotto la pressione delle critiche provenienti da maggioranza e opposizioni e dai sindacati il governo decide di riscrivere la legge finanziaria attraverso una serie di riunioni tra i ministri economici, che dovranno portare entro cinque giorni una nuova bozza all'esame del consiglio dei ministri. La decisione di non contenere il deficit a 100.000 miliardi ma di salire ai 109.500 miliardi del 1987 comporterà un'impostazione più rigorosa nel taglio delle spese e degli investimenti, con maggior pressione sul lavoro dipendente e maggior tutela dei redditi medio-alti.Il ministro del bilancio, [[Emilio Colombo]], dichiara che i consumi vanno frenati perché stimolano l'[[inflazione]] e che occorre intervenire principalmente su disavanzo e commercio estero, allo scopo di eviatare una restrizione monetaria.</br>I repubblicani chiedono di riunire un vertice dei partiti della maggioranza per discutere i termini della legge finanziaria. [[Craxi]] si dichiara subito disponibile ma liberali e socialdemocratici ritengono che allo scontro su IRPEF, assegni familiari e tassa sulla salute si aggiungerebbero tali e tanti questioni da rendere impossibile il varo del provvedimento in tempi brevi.<ref>Il messaggero, 2-4 novembre 1987</ref>
*6 novembre: consiglio dei ministri: con una intesa che spiazza opposizione e sindacati il governo approva le modifiche al testo della finanziaria: il nuovo testo esclude gli aumenti dell'IVA e rinvia al 1989 la modifica delle aliquote IRPEF. I promessi sgravi fiscali si limiteranno all'aumento degli assegni familiari, delle detrazioni per il coniuge a carico e per i redditi da lavoro fino a 11 milioni. Si calcolano 3.000 miliardi in meno nelle buste paga e una riduzione della spesa pubblica di almeno 10.000 miliardi.<ref>Il messaggero, 7 novembre 1987</ref>
*8-10 novembre: si votano i cinque referendum sulla giustizia, il nucleare e la commissione inquirente. L'indicazione di voto dei partiti è un generalizzato SI a tutti i quesiti da parte di PCI, PSI, PSDI e radicali. Il PRI indica SI solo per l'abolizione della commissione inquirente. PRI, PLI e MSI chiedono un voto a favore del nucelare. Tutti i quesiti sono approvati con percentualu tra il 71,9 e l'85%.</br>Mentre affluiscono i dati le agenzie battono la notizia che la procura della repubblica di Roma ha aperto un'indagine preliminare nei confronti di [[Adriano Celentano]] per violazione della legge elettorale. Nel mirino della magistratura ci sono il monologo del sabato sera, in pieno silenzio elettorale, e l'invito a scrivere sulle schede provocandone l'annullamento. Secondo una prima stima uno 0,5% degli elettori ha risposto al suo invito e ha scritto sulla scheda la frase 2la caccia è contro l'amore". La [[RAI]] e la commissione parlamentare di vigilanza prenderanno decisioni in settimana.</br>il risultato dei referendum apre un fronte polemico tra i partiti della maggioranza. Tra i promotori delle consultazioni i socialisti danno atto al grande impegno profuso dal PCI, accusano la DC di speculare sul minimo storico della partecipazione popolare e ritengono improbabile che nei 120 giorni previsti dalla legge si raggiunga un accordo sulle modifiche legislative; i liberali, pur sconfitti sulla scelta nucelare, plaudono al raggiungimmento del quorum e ai risultati degli altri quesiti e invitano a non aggiungere polemiche a quelle già in corso sulla legge finanziaria e la regolamentazione degli scioperi; i socialdemocratici si appellano al governo affinchè promuova da subito le necessarie iniziative per gli adattamenti legislativi; i verdi, entusiasti del risultato, annunciano di voler promuovere una campagna di informazione per un piano energetico nazionale alternativo. [[Goria]] e [[Andreotti]], da Atene, dichiarano congiuntamente che il voto non avrà effetti sul governo. I presidenti dell'[[ENEL]] e dell'[[ENEA]] parlano di un risultato assurdo. L'[[Associazione nazionale magistrati]] si chiede se i partiti metteranno nella nuova legge lo stesso impegno profuso per mandare la gente a votare.<ref>Il messaggero, 9-11 novembre 1987</ref>
*10 novembre: consiglio dei ministri: viene discussa e approvata la legge finanziaria con le modifiche concordate tra i partiti della maggioranza, accordo dal quale i liberali si tirano fuori. La riduzione nella [[spesa pubblica]] ammonta a 5.500 miliardi, 4.500 dei quali dal rinvio al 1989 dell'alleggrimento dell'[[IRPEF]] e dell'[[IVA]] sui redditi da lavoro dipendente e gli altri 1.000 attraverso il blocco dell'aumento degli oneri fiscali. Previste nuove entrate dall'aumento a 2.000 lire del ticket sulla prima ricetta.</br>Al termine della riunione il PLI annuncia di voler ritirare la propria delegazione dal governo e di voler uscire dalla maggioranza. Il segretario liberale, [[Renato Altissimo]], riunito l'ufficio politico del partito annuncia che la decisione definitiva sarà presa dalla direzione nazionale e risponde a una telefonata di [[Ciriaco de Mita]] che è ormai troppo tardi per discutere nuove modifiche. <ref>Il messaggero, 11 novembre 1987</ref>
*12-15 novembre: ottenuta la disponibilità dei liberali a rinviare la decisione definitiva viene deciso di convocare un vertice dei partiti di maggioranza. [[Renato Altissimo]] dichiara di aver accettato per senso di responsabilità ma la riunione si conclude con un nulla di fatto. Riunita nuovamente la direzione nazionale il PLI comunica ufficialmente di uscire dalla maggioranza. Mentre tutte le opposizioni chiedono l'apertura ufficiale della crisi di governo [[Goria]] e [[De Mita]] ritengono l'impasse superabile con la sostituzione dell'unico ministro liberale presente nell'esecutivo ma il presidente del consiglio sale al Quirinale e presenta le proprie dimissioni.<ref>Il messaggero, 13-16 novembre 1987</ref>
*16 novembre: [[Cossiga]] avvia le consultazioni cambiando la prassi. In luogo dei presidenti delle camere decide di ricevere subito le delegazioni dei partiti della maggioranza uscente per accertare la possibilità di mantenere unita la coalizione. La DC è a favore del [[pentapartito]] e chiede la conferma del presidente uscente. Socialisti, socialdemocratici e repubblicani si oppongono alla richiesta democristiana di risolvere in 48 ore e chiedono di discutere un preciso accordo sulle modifiche legislative in materia di nucleare e giustizia. Una disponibilità espressa dai liberali per la ricerca dell'accordo porta a ritenere probabile un reinvio del governo alle camere per la fiducia.<ref>Il messaggero, 17 novembre 1987</ref>
== Note ==
|