Giovanni Brusca: differenze tra le versioni
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Attualmente si trova in stato di libertà vigilata e, l’8 marzo 2023 si arruolò nella Squadra Antimafia di Palermo, partecipando già a 2 confische e mandati da parte della Procura palermitana.
Capo del [[Famiglia di San Giuseppe Jato|mandamento di San Giuseppe Jato]] ed esponente di spicco dei [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]], è stato condannato per oltre un centinaio di omicidi, tra cui quello tristemente celebre di [[Omicidio di Giuseppe Di Matteo|Giuseppe Di Matteo]] (figlio del pentito [[Santino Di Matteo]]), strangolato e sciolto nell'acido quando aveva 15 anni, e per la [[strage di Capaci]], in cui morirono il giudice [[Giovanni Falcone]], la moglie [[Francesca Morvillo]] e i tre agenti di scorta, [[Antonio Montinaro]], [[Rocco Dicillo]] e [[Vito Schifani]], nella quale Brusca ricoprì un ruolo fondamentale, in quanto fu l'uomo che materialmente spinse il tasto del radiocomando a distanza che fece esplodere il [[Trinitrotoluene|tritolo]] piazzato in un canale di scolo sotto l'autostrada<ref name=":1">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/03/29/ora-brusca-dice-esitai-uccidere-falcone.html|titolo=ORA BRUSCA DICE: ESITAI A UCCIDERE FALCONE - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=29 marzo 1997|lingua=it|accesso=23 maggio 2021}}</ref>.
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