Controne: differenze tra le versioni
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Lo stemma del comune di Controne reca al centro dello scudo un'aquila bicipite, di colore grigio, con le ali spiegate. Secondo alcuni autori una testa rappresenta l'Occidente e l'altra l'Oriente, in particolare le due metà dell'Impero bizantino, una in Europa e una in Asia. Controne è uno dei quattro Comuni Italiani ad adottare un’aquila bicipite nel proprio stemma. Gli altri comuni sono: Velletri, Villafrati e Piana degli Albanesi. Al di sopra dello scudo è posta una corona. I comuni devono utilizzare una corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d'argento e murato di nero. Al di sotto dello scudo si intrecciano due ramoscelli, uno di ulivo ed uno di quercia richiamanti lo stemma della Repubblica Italiana ed aventi, come esso, questo significato: Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale. Il ramo di quercia che chiude a destra l'emblema, incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono espressione delle specie più tipiche del patrimonio arboreo.
L’aquila doveva essere emblema del feudo già in tempi antichi, infatti nella chiesa intitolata alla Vergine Santissima, patronato dell’Università, vi era collocata una pala d’altare ad opera di Giovanni Luca De Luca originario di Eboli, datata 1577.
Il dipinto ad olio, di dimensioni ragguardevoli, ''(conservato presso il museo diocesano di Teggiano)'' oltre a raffigurare la Madonna del Rosario, seduta con bambino in trono, riporta in basso, il nome dell’Università e due aquile reali di color nero.
Con l’opera, commissionata dalla Baronessa, Camilla Vitelli e dalla popolazione civica, si voleva dare simbolicamente una ispirazione identitaria e di orgoglio, nei confronti dell’Abate Commendatario.<ref>{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Ambrogi|titolo=In commendam: la Badia Nullius di San Nicola di Bari a Controne: con un saggio sul restauro del fonte battesimale barocco|accesso=2023-08-26|data=2021|editore=ARCI Postiglione|ISBN=978-88-97581-53-6}}</ref>
Non va trascurato il fatto, (ma questa è solo un’ipotesi) che l’aquila nera è anche l’emblema dell’imperatore Carlo V, il quale, donò il feudo, nel 1527, alla famiglia Vitelli.
Le monete raffiguranti il [[Nettuno (divinità)|dio Nettuno]] rinvenute sul sito archeologico e i resti ancora visibili di un tempio con pavimenti mosaicati nella località "Pezza", testimoniano una presenza nel periodo ellenico.
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