Assedio di Torino: differenze tra le versioni

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Comunque, il duca non aveva intenzione di rimanere in città per molto: il 17 giugno Vittorio Amedeo II lasciò Torino alla testa di {{formatnum:4000}} cavalieri dando vita ad una lunga serie di azioni di guerriglia nel basso Piemonte che avevano lo scopo di distogliere il maggior numero possibile di truppe dall'assedio della capitale. Effettivamente La Feuillade, lasciato il comando delle operazioni di assedio al generale Chamarande, si lanciò al suo inseguimento con quasi {{formatnum:10000}} uomini, fino a quando il duca di Savoia si rifugiò nelle valli occupate dai [[valdesi]]. Ritenuti eccessivi i rischi di ingaggiare il nemico in un territorio ostile e ben conosciuto da esso, il duca de la Feuillade fece ritorno al campo dinnanzi a Torino il 20 luglio<ref>Torino 1706: l'alba di un regno. Una mostra evento per ricordare - catalogo della mostra (Torino, Maschio della Cittadella - Museo Civico Pietro Micca, 7 settembre 2006 - 3 giugno 2007), Torino, Editrice Il Punto - Associazione Torino 1706-2006, p. 182.</ref>.
[[File:Porträt Wirich von Daun im HGM.jpg|thumb|upright=1|Il generale Wirich von Daun]]
 
A seguito della sortita del duca da Torino il comando della piazza militare era passato al generale imperiale [[Wirich Philipp von Daun|Virich von Daun]], stretto collaboratore del principe Eugenio. Le operazioni d'assedio andarono comunque avanti portando gli assedianti a ridosso della [[Lunetta (fortificazione)|mezzaluna]] del Soccorso che proteggeva uno degli accessi alla Cittadella. Nel frattempo la città veniva sottoposta ad un durissimo e continuo bombardamento di artiglieria.