Origini del cristianesimo: differenze tra le versioni

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I cristiani apparvero in breve un perfetto capro espiatorio. A questo punto, Tacito inserisce un esplicito riferimento a Cristo ed ai suoi seguaci:
{{Citazione|Perciò, per far cessare tale diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani. Origine di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato; e, momentaneamente sopita, questa esiziale superstizione di nuovo si diffondeva, non solo per la Giudea, focolare di quel morbo, ma anche a Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è di turpe e di vergognoso. Perciò, da principio vennero arrestati coloro che confessavano; quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una ingente moltitudine, non tanto per l’accusa dell'incendio, quanto per odio del genere umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte. Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio. Perciò, benché si trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo uomo.|Tacito, ''Annales'', XV.44}}
Più in generale, il capo d'accusa imputato ai cristiani ("odio del genere umano") non costituiva un titolo giuridico effettivo, ma assunse, almeno secondo gli apologeti cristiani, vigore di legge, nella formulazione ''non licet esse vos'' ("essere come voi non è lecito"): la menziona [[Tertulliano]], come ''Institutum Neronianum''<ref>{{cita web|lingua= en |url= http://www.ccel.org/ccel/schaff/hcc2.v.iv.iv.html |sito= ccel.org |titolo= Causes of Roman Persecution |editore= History of the Christian Church}}</ref><ref>{{cita web|url= http://rcslibri.corriere.it/classici/verba/nerone2.htm |titolo= Nerone: colpevole o innocente? |autore= Flavio Modena |sito= rcslibri.corriere.it }}</ref>, e a lui si allineano, probabilmente sempre con riferimento a Nerone, [[Lattanzio]], l'apologeta Apollonio e [[Origene]]<ref>{{cita libro|autore= Igino Giordani |url= https://books.google.it/books?id=bAp2N8_SCC0C&pg=PA461&lpg=PA461&dq=%22non+licet+esse+vos%22+senatoconsulto&source=bl&ots=HOoSwXTR9e&sig=lgcckIxJHs8MtwqaMKBeUqfKlSk&hl=it&ei=nOiUTN2WJdDeOIWw7KMK&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&sqi=2&ved=0CBgQ6AEwAQ#v=onepage&q=%22non%20licet%20esse%20vos%22%20senatoconsulto&f=false |titolo= Il messaggio sociale del cristianesimo |editore= Città Nuova |città= Roma |anno= 2001 | ISBN= 88-311-2424-2 }}</ref>. Sul fondamento giuridico delle persecuzioni ai cristiani sono state sviluppate tre teorie. La prima riguarda l'esistenza, citata da diversi autori cristiani, di una o più leggi specificatamente anticristiane, che ad oggi non sono state però identificate: un [[senatoconsulto]] del [[35]] e l{{'}}''Institutum Neronianum'' sono stati ad esempio indicati in via congetturale, senza che si possa però attestare che fossero iniziative espressamente dedicate ai cristiani<ref name="Laura Solidoro Maruotti,op. cit">{{cita pubblicazione |autore= Laura Solidoro Maruotti |url= http://studitardoantichi.org/einfo2/file/Solidoro.pdf |titolo= Sul fondamento giuridico delle persecuzioni dei cristiani |altri= lezione tenuta presso la Sede napoletana dell'AST il 17 febbraio 2009 |urlmorto= sì }}</ref>. L'esercizio del potere coercitivo da parte dei magistrati romani per mantenere l'[[ordine pubblico]] costituisce invece il nucleo della seconda teoria, che enfatizza in particolare il ruolo degli organi periferici e l'azione condotta nelle [[provincia romana|province]], anche senza lo svolgimento di regolari [[processo (diritto)|processi]]<ref name="Laura Solidoro Maruotti,op. cit"/>. Secondo un terzo orientamento la repressione della nuova religione avrebbe infine trovato il suo fondamento nel [[diritto penale]] comune ([[lesa maestà]], [[sacrilegio]] e simili)<ref name="Laura Solidoro Maruotti,op. cit"/>.
 
L'atteggiamento dell'Impero nei confronti della nuova setta appare condizionato sia dalla diffidenza, e spesso dall'ostilità, del popolo, sia dal contrasto con la scala di valori dei cristiani, evidente ad esempio nel rifiuto di sacrificare all'imperatore<ref>{{cita libro|autore= C.G. Starr |titolo= Storia del mondo antico |editore= Editori Riuniti |anno= 1977 }}</ref>. Era probabile intenzione di [[Tiberio]], stando a [[Tacito]]<ref>''[[Annales di Tacito|Annales]]'', 6.32, passaggio commentato in ''[http://syrcom.cua.edu/Hugoye/Vol9No1/HV9N1Ramelli.html#FNRef85 Ilaria Ramelli, Possible historical traces in the "Doctrina Addai", Gorgias Press 2009]'' {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070504221223/http://syrcom.cua.edu/hugoye/Vol9No1/HV9N1Ramelli.html |data=4 maggio 2007 }}.</ref>, di legalizzare la nuova setta, soprattutto per il suo carattere messianico privo di portato politico e anti-romano. L'imperatore intendeva sottrarre alla giurisdizione del [[Sinedrio]] il cristianesimo, così com'era stato fatto per i [[Samaritani]]. L'importanza della stabilità della frontiera orientale era tale agli occhi di Tiberio che tra il [[36]] e il [[37]] il ''[[legatus]]'' in Giudea Vitellio operò su suo ordine contro [[Caifa]] e [[Ponzio Pilato|Pilato]]<ref>[[Giuseppe Flavio]], ''[[Antichità giudaiche]]'', 18. 89-90 e 122.</ref><ref>I ''commentarii'' di Vitellio sono citati da Tertulliano in ''De anima'', 46.</ref>. Vi è traccia della questione della liceità della nuova religione anche nella vicenda del senatore Apollonio (l'apologeta summenzionato), condannato a morte ai tempi di [[Commodo]] ([[183]]-[[185]]) "in base ad un senatoconsulto"<ref>Eusebio, ''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Storia ecclesiastica]]'', 5.21.4.</ref>. Il [[prefetto del pretorio]] [[Tigidio Perenne]] avrebbe voluto salvare Apollonio, ma il responso del senatoconsulto sottolineò che ''mê exeinai Khristianous einai'', "non è lecito essere cristiani", formula che corrisponde a quella di Tertulliano (''non licet esse vos'')<ref>{{cita libro|autore= Marta Sordi |url= https://books.google.it/books?id=xvwS1h72nVoC&pg=PA28&lpg=PA28&dq=%22non+licet+esse+vos%22&source=bl&ots=PwOEq1rscO&sig=AXSyg_rrrbZjc4NMDGn39W_tVeg&hl=it&ei=LOaUTIC3GoGLOJGalIkJ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CCQQ6AEwAw#v=onepage&q=%22non%20licet%20esse%20vos%22&f=false |titolo= I cristiani e l'Impero Romano |editore= Jaca Book |anno= 2004 }}</ref>.