Prima guerra punica: differenze tra le versioni

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==== Siracusa ====
 
[[Siracusa (città antica)|Siracusa]], fin dall'inizio del [[V secolo a.C.]], con l'affermazione al potere della [[Alberi genealogici dei tiranni di Siracusa#Dinomenidi (491 - 465 a.C.)|Dinastia dei Diomenidi]], alla quale apparteneva il [[Tiranni di Siracusa|Tiranno]] [[Gerone I]], era diventata una potente polis che, dopo aver sottomesso tutte le poleis della Sicilia sud-orientale, controllava tutte le altre città [[Sicelioti|siceliote]] ad eccezione di [[Akragas]]. Di questa prima fase storica è la [[Battaglia di Cuma (474 a.C.)|Battaglia navale di Cuma del 474 a.C.]] che vide i sicelioti siracusani sconfiggere pesantemente gli [[Etruschi]] che dovettero rinunciare definitivamente alla loro espansione sull'[[Magna Grecia|Italia meridionale peninsulare]].
 
A metà del [[V secolo a.C.]], tra il 459 a.C. e il 450 a.C., la potenza siracusana dovette affrontare la rivolta dei [[Siculi]] guidati da [[Ducezio]]. Fin dall'inizio delle migrazioni elleniche, i Siculi avevano ritirato le loro roccaforti nell'[[Sicilia centrale|interno della Sicilia]] ma costituivano la gran parte della popolazione residente nelle varie [[Polis|poleis]] come [[Siracusa (città antica)|Siracusa]], [[Messana]], [[Catania]] e [[Naxos (Sicilia)|Naxos]]. Pur essendosi le due etnie (sicula ed ellenica) ormai fuse insieme, la popolazione delle città siceliote era suddivisa in due classi sociali: i [[Gamoroi]], discendenti dei primissimi colonizzatori, che costituivano l'aristocrazia e i molto più numerosi [[Killichirioi]], cioè [[Siculi]] e coloni Ellenici di migrazioni tardive, che erano semplici lavoratori che non avevano diritti politici e che vivevano in una condizione di quasi discriminazione etnica. La rivolta dei Siculi ebbe quanto meno il risultato finale di porre fine a questa discriminazione e, anche se venne sconfitto, lo stesso [[Ducezio]] ricevette dai vincitori l'[[onore delle armi]] acquisendo il diritto a fondare alcune colonie nella Sicilia settentrionale come [[Caronia|Kalè Aktè]].
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Il trentennio che seguì la cacciata di [[Dionisio II]] fu caratterizzato dalla pacifica e prospera [[Simmachia|fase repubblicana]] del Governo democratico di [[Timoleonte]].
 
Tuttavia nel [[316 a.C.]], [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]], [[Guerra civile di Siracusa (316 a.C.)|rovesciata con un golpe la democrazia]], riprese la politica monarchico-autoritaria e imperialista di [[Dionisio I]], proclamandosi " ''Βασιλεύς τῆς Σικελίας'' " (Basilèus tès Sikelìas) cioè "[[Re di Sicilia]]" e auto-incoronandosi alla maniera ellenistica dei [[Diadochi]] orientali. Il regno [[Sicelioti|siceliota]]siracusano agatocleodi Agatocle, nel periodo della sua massima espansione, aveva come confine occidentale il [[Fiume Platani]], estendendosi sulla [[Sicilia orientale|parte orientale della Sicilia]]; su [[Gela]], su [[Akragas]] e sul [[provincia di Agrigento|suo circondario]]; su [[Selinunte]]; sui territori dei [[Siculi]] e dei [[Sicani]] (stanziati [[Sicilia centrale|nell'interno]]), su [[Reghion]], [[Locri Epizefiri|Locri]] e sull'estremità meridionale della [[Calabria]].
 
Solo l'[[Sicilia occidentale|estremità occidentale della Sicilia]] rimaneva in mano ai [[Cartagine]]si che controllavano le città di [[Lilibeo]], [[Drepanon]] e [[Panormo]]; mentre agli [[Elimi]], loro alleati, appartenevano le città di [[Segesta]], [[Erice|Erix]], [[Entella (città antica)|Entella]], [[Elima]], [[Iaitas]] e [[Nakone]].
 
Dopo la morte di [[Agatocle]] e l'instaurazione di un regime repubblicano, il territorio dello [[Sicelioti|stato sicelioto]] di Siracusa si era progressivamente ridotto a favore dei Cartaginesi che avevano conquistato [[Akragas]] e [[Gela]] e dei [[Mamertini]], (mercenari di stirpe [[sanniti|sabellica]] che avevano combattuto per conto di [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]]) che occuparono [[Messana]] facendone la base delle loro scorrerie che si concretizzavano in stragi e rapine.<ref>Massimo Costa. ''Storia istituzionale e politica della Sicilia. Un compendio''. Amazon. Palermo. 2019. Pagg. da 28 a 43 - ISBN 9781091175242
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