Somnium Scipionis: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Oct326 (discussione | contributi)
Contenuto: aggiunta nota
Oct326 (discussione | contributi)
m Contenuto: piccole aggiunte
Riga 47:
Il punto di vista del racconto diventa quello di Scipione che osserva l'universo dalla Via Lattea: stelle che non aveva mai visto prima, la sfera posta più in basso (la luna) e poi la Terra.
 
Poi Scipione Africano illustra al nipote la meraviglia del sistema planetario, spiegandogli che sono presenti nove sfere concentriche tra cui la prima è il sommo dio, che contiene le orbite delle stelle e a cui sottostanno sette sfere che ruotano in direzione opposta: Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e infine la Luna. La nona sfera che si trova in posizione centrale è la Terra. Scipione Emiliano avverte un [[Musica delle sfere|suono assai armonioso]] e ne chiede l'origine. Il nonno gli risponde che è il suono che proviene dal movimento delle orbite stesse e che tali movimenti non potrebbero svolgersi in silenzio. Spiega inoltre che essi sono più acuti o più gravi a seconda della maggiore o minore velocità di movimento: ci sono sette toni diversi di suoni, "numero che è come il vincolo di tutte le cose". Poiché le orecchie degli uomini ascoltano continuamente questo suono sono diventate molto deboli.
 
Poi Scipione Africano, accorgendosi che l’Emiliano continua a guardare la terra, gli rivela che vale la pena ricercare solo la gloria celeste: infatti, anche se un uomo raggiungesse la gloria terrena, non sarebbe conosciuta da tutti a causa dei limiti geografici. La terra, egli sostiene, è effettivamente abitata solo per così dire in una piccolissima parte, quella delle fasce temperate; altrove il clima è troppo ostile per permettere agli uomini di sopravvivere: mentre la fascia equatoriale è troppo ardente, ai poli è troppo freddo. Dunque a quale gloria possono aspirare gli uomini?
 
A causa dei cataclismi come gli incendi o le inondazioni, che periodicamente avvengono sulla Terra, non siamo in grado di raggiungere la gloria eterna, perciò si chiede in fondo quale sia la vera importanza di essere ricordati nella storia. È l'occasione per una breve digressione astronomica: il grande anno cosmico, stando ai calcoli, dovrebbe durare più di 11.340 anni solari, quindi, secondo la tradizione sarebbe iniziato nel 716 a.C. con la morte di [[Romolo]] (anno di una famosa [[Eclissi solare|eclissi]] totale di sole) e si dovrebbe concludere quando la nostra stella subirà un'eclissi nella medesima posizione da cui è partita.
 
Il primo conquistatore di Cartagine prosegue dicendo che se Emiliano perderà ogni speranza di ritornare in quel luogo, dove sono appagate tutte le aspirazioni degli uomini grandi ed eccellenti, alla fine che valore può avere questa gloria degli uomini, che a fatica può riguardare una piccolissima parte di un solo anno cosmico? Allora se vorrà guardare verso l’alto e contemplare assiduamente quella dimora e quella abitazione eterna, non deve prestare orecchio alle chiacchiere del volgo e non deve riporre la speranza della vita nelle ricompense terrene; bisogna che la virtù per se stessa lo attragga con il suo fascino al vero onore. Non deve preoccuparsi di ciò che dicono gli altri, dal momento che tutto quel loro parlare è rinchiuso dai serrati geografici, come può osservare anche lui da lassù, e non è mai stato duraturo per nessuno e, sepolto con la morte degli uomini, scompare nell’oblio. A questo punto il discorso di Scipione Emiliano si fa anche più partecipato: se è vero che, per chi ha ben meritato della patria, si apre una specie di via per entrare in cielo, dunque egli si dichiara pronto ad adoperarsi con molta più sollecitudine per ciò che ha compiuto fin dall’infanzia, seguendo le orme del padre, tanto più ora, davanti ad una così elevata ricompensa. Gli risponde solennemente il nonno adottivo esortandolo a raccogliere tutti i suoi sforzi, perché egli non è destinato a morire, ma soltanto il corpo, infatti ognuno non è ciò che l'aspetto esteriore mostra, ma ciò che è la sua anima.