Franco Miotto: differenze tra le versioni

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Frequentò fin da bambino la montagna: l'inverno con gli sci, l'estate compiendo lunghe e faticose camminate e l'autunno con il padre cacciatore. Franco ereditò quindi dal padre la passione per la caccia che lo portò a praticare vertiginose cenge, canaloni e dirupi coperti da insidiosi pendii erbosi.
 
La sua storia alpinistica, invece, iniziò molto più tardi: negli anni compresi tra il [[1973]] e [[1984]] compì alcune importanti imprese sulle [[parete (alpinismo)|pareti]] delle [[Alpi Orientali]]. La prima grande ascensione fu sulla parete nord della [[Pala Alta]], con compagni bellunesi, su cui aprì una via di VI grado, dopo un difficile avvicinamento. Lo stesso inverno salì, per la prima volta in invernale, la via italo-polacca alla [[Cima del Burel]], compiuta dal 2 al 6 marzo del [[1974]] in compagnia di Riccardo Bee.<ref name="iis">{{cita web|url=http://www.intraisassantersass.it/intraisass/ritratto_extra01.htm|editore=intraisass.it|autore=Ivo Ferrari|titolo=Riccardo Bee - Sulle tracce di un alpinista silenzioso|autore=Ivo Ferrari|editore=intraisass.it|accesso=13 aprile 2014}}</ref>
 
Nel [[1977]], sempre sul Burèl, la cordata Miotto-Bee aprì due nuovi difficili itinerari (grado VI e A2/A3) a sinistra e a destra della via italo-polacca della parete sud-ovest. A queste due ascensioni seguirono molti nuovi percorsi lungo le pareti delle cime della [[Schiara]] e della Palazza (come la via "Chino" Viel, sui Monti del Sole).<ref name=iis/> Nello stesso anno, si dedicò alla parete occidentale del [[Pelmo]], scalata dopo alcuni tentativi sempre con Riccardo Bee e con Giovanni Groaz.<ref name=iis/>