Recaredo I: differenze tra le versioni

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== Origine ==
Secondo lo storico [[Giovanni di Biclaro]] nella sua ''Iohannis Abbatis Biclarensis Chronica'' Recaredo era il figlio secondogenito del [[Re dei Visigoti|re dei visigoti]] [[Leovigildo]] e della sua prima consorte, Teodosia<ref name=Abbatis> {{la}} [https://www.dmgh.de/mgh_auct_ant_11/index.htm#page/213/mode/1up #ES MGH Auct. ant. 11, Iohannis Abbatis Biclarensis Chronica, anno 573, pag. 213]</ref>, che secondo lo storico [[Luis de Salazar y Castro|Salazar y Castro]], nel suo ''Historia Genealógica de la Casa de Lara, Volume 1'' era la figlia di Seberiano, governatore bizantino della provincia Cartaginense e della moglie, Teodora (''Teodosia, hija de Seberiano Duque de Cartagena y de Teodora'')<ref name=Salazar>{{es}} [https://books.google.it/books?id=AffI0i1mO5wC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false #ES Historia Genealógica de la Casa de Lara, La casa real de los Godos, pag 45]</ref>, ed era inoltre fratello dì [[Sant'Ermenegildo|Ermenegildo]], fratello primogenito<ref name=Abbatis/>.
<br>Secondo lo storico [[Rafael Altamira y Crevea]] Leovigildo e [[Liuva I]] erano fratelli del loro predecessore, il [[Re dei Visigoti|re dei visigoti]] [[Atanagildo]]<ref>[[Rafael Altamira y Crevea|Rafael Altamira]], La Spagna sotto i Visigoti da Storia del mondo medievale, vol. I, anno=1999, pag. 748</ref>, quindi di nobile famiglia visigota della città di [[Siviglia]], nella [[Betica]], di cui non si conoscono gli ascendenti.
<br>Il ''Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia'', sostiene che Leovigildo discendeva da una famiglia di origine ostrogota, presumendo che il padre fosse il generale ostrogoto, Liuvirit, che, negli anni tra il [[523]] ed il [[526]], operò tra la [[Gotia]] e la [[penisola iberica]], imparentato con nobili famiglie visigote, molto potenti in [[Settimania]]<ref name=Leovigildo>{{es}} [https://dbe.rah.es/biografias/11996/leovigildo #ES Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Leovigildo]</ref>. Era quindi fratello del suo predecessore, il [[Re dei Visigoti|re dei visigoti]] [[Liuva I]].
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Nel corso di questi anni, fu sempre al fianco del padre sia nelle guerre contro Svevi e [[Bizantini]], che nel reprimere le sommosse nel territorio del regno visigoto.
 
Alla sua morte, nel [[586]], suo padre, Leovigildo stava preparando l'attacco agli ultimi due distretti bizantini, mentre Recaredo stava combattendo i Franchi in [[Settimania]]<ref name=Altamir> Rafael Altamira, "La Spagna sotto i Visigoti", in "Storia del mondo medievale", vol. I, 1999, pagg. 753 - 754</ref>; morì di morte naturale come ne riportano Isidoro di Siviglia<ref>{{la}} [https://digiliblt.uniupo.it/xtf/view?docId=dlt000306/dlt000306.xml;chunk.id=d1850e156;toc.depth=1;toc.id=d1850e156;brand=default #ES Isidori Historia Gothorum, Wandalorum, Sueborum, De origine Gothorum, par. 51]</ref>, Giovanni di Biclaro<ref name=Iohannis> {{la}} [https://www.dmgh.de/mgh_auct_ant_11/index.htm#page/217/mode/1up #ES MGH Auct. ant. 11, Iohannis Abbatis Biclarensis Chronica, anni 585 e 586, pag. 217]</ref> e il ''Chronicon Albeldense''<ref>{{la}} [https://archive.org/details/patrologiaecurs06migngoog/page/n570/mode/2up?view=theater #ES Anastasii abbatis opera omnia, Chronicon Albeldense, colonna 1134, par. 32]</ref>, mentre il ''Herimanni Augiensis Chronicon'', riporta che morì nel [[587]]<ref name=Augiensis>{{la}} [https://www.dmgh.de/mgh_ss_5/index.htm#page/90/mode/1up #ES MGH SS 5, Herimanni Augiensis Chronicon, anno 587, pag 90]</ref>.
Sul trono gli succedette il figlio minore Recaredo<ref name=Iohannis/><ref name=Augiensis/><ref name=Isidori>{{la}} [https://digiliblt.uniupo.it/xtf/view?docId=dlt000306/dlt000306.xml;chunk.id=d1850e156;toc.depth=1;toc.id=d1850e156;brand=default #ES Isidori Historia Gothorum, Wandalorum, Sueborum, De origine Gothorum, par. 52]</ref>, che nel [[589]] si convertì al Cattolicesimo eleggendolo a religione di Stato<ref>L.M. Hartmann e W.H. Hutton, L'Italia e l'Africa imperiali: amministrazione. Gregorio Magno da Storia del mondo medievale, vol. I, anno=1999, pag. 850</ref>.
 
Alla morte di Leovigildo il 21 aprile [[586]], il vescovo cattolico [[Leandro di Siviglia]], esule in [[Mauretania]], venne invitato a fare ritorno a Toledo. Nel frattempo Recaredo, che aveva governato insieme al padre prima della sua morte, venne incoronato nuovo re dei Visigoti senza incontrare opposizione alcuna<ref name=Isidori/>.
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Spinto dalle sua parentela coi [[Merovingi]], Recaredo inviò delle ambasciate a suo nipote (figlio di [[Brunilde]], sua cugina e nello stesso tempo sorellastra) [[Childeberto II]] ed al di lui zio [[Gontrano]], re franco dei [[Burgundi]] per proporre la pace e una alleanza a scopo difensivo, ma Gontrano rifiutò la proposta, per cui fu costretto a combattere i Franchi<ref name=Altamir/>.
[[File:Reccared I Conversión, by Muñoz Degrain, Senate Palace, Madrid.jpg|upright=1.4|thumb|Conversione di Recaredo I, opera del tardo ottocento, del pittore [[valencia|valenzano]], Muñoz Degrain, [[Senato del Regno di Spagna|Palazzo del Senato]] di [[Madrid]].]]
Secondo [[Giovanni di Biclaro|Giovanni di Biclar]], nel [[587]] Recaredo si convertì al Cattolicesimo<ref name=Iohanni> {{la}} [https://www.dmgh.de/mgh_auct_ant_11/index.htm#page/218/mode/1up #ES MGH Auct. ant. 11, Iohannis Abbatis Biclarensis Chronica, anni 587 e 589, pag. 218]</ref><ref name=Altami> Rafael Altamira, "La Spagna sotto i Visigoti", in "Storia del mondo medievale", vol. I, 1999, pagg. 755 e 756</ref>; anche Isidoro di Siviglia riporta la sua conversione<ref name=Isidori/>.
 
Nel [[589]], Recaredo convocò un convegno di vescovi ariani e cattolici ([[III Concilio di Toledo]]) al termine del quale il re proclamò la propria preferenza per il cattolicesimo, quindi la sua conversione) segnando un momento fondamentale per la storia religiosa della penisola iberica e per il futuro dei Visigoti<ref> {{es}} [https://books.google.cat/books?id=IJjhNwA9QuUC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false #ES Hispania tardoantigua y visigoda, pag. 379]</ref>; nel concilio fu molto attivo il vescovo Leandro, ed il re, Recaredo e la regina Bauda, controfirmarono le tesi del concilio, come riporta anche Fontaine Jacques nel suo scritto ''Isidoro de Sevilla: El hermano menor de un gran hermano mayor''<ref name=Fontaine>{{es}} [https://books.google.es/books?id=Gk4JcijE9uAC&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Agila+I+visigodo&source=bl&ots=4pwQM3Nl9-&sig=0m6m8axq86wpvoZ6eEFQsXWzUGQ&hl=es&ei=SabySvKAN5Tv-Qbj4dGrBA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CA8Q6AEwAw#v=onepage&q=Agila%20I%20visigodo&f=false #ES Isidoro de Sevilla: El hermano menor de un gran hermano mayor, pagg. 76 e 77]</ref>. Anche Giovanni di Biclaro riporta il concilio, nel [[590]]<ref name=Iohann> {{la}} [https://www.dmgh.de/mgh_auct_ant_11/index.htm#page/218/mode/1up #ES MGH Auct. ant. 11, Iohannis Abbatis Biclarensis Chronica, anno 590, pag. 219]</ref>.
<br>Nel [[III Concilio di Toledo]], organizzato dal vescovo cattolico Leandro ma tenuto per volontà del sovrano visigoto, nel [[589]], si stabilirono i principi del nuovo credo religioso del regno visigoto e del suo sovrano, che giurò fedeltà alla nuova religione in una dichiarazione solenne<ref name=Fontaine/>, che venne conclusa da una omelia di Leandro dal titolo ''Homilia de triumpho ecclesiae ob conversionem Gothorum'' e che è pervenuta ai giorni nostri. La cosa dette una grande gioia al papa [[papa Gregorio I|Gregorio Magno]], che nei suoi Dialoghi scrisse «non desta meraviglia che egli sia divenuto un predicatore della vera fede, perché suo fratello fu un martire, i cui meriti l'hanno aiutato a riportare molte anime in seno a Dio».
 
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