Sergio Scatizzi: differenze tra le versioni

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Inizia a frequentare alcuni circoli culturali nel '''1939''' grazie ad amici come lo scrittore '''Giovanni Comisso''' e il poeta e critico d’arte '''Libero De Libero'''. La pittura di Scatizzi di quegli anni testimonia l’attaccamento affettuoso all’ambiente romano dove riceve un’accoglienza incoraggiante.
 
In questo fervente clima culturale conoscerà '''Filippo De Pisis''' con il quale stringerà una profonda e duratura amicizia  divenendo al contempo anche un vivace reciproco stimolo intellettuale.
 
=== Guerra e dopoguerra ===
 
Gli anni della guerra incombono e nel '''1941''' Scatizzi viene chiamato alle armi, verrà mandato a '''Bologna'''  al '''6° Autocentro''', luogo che ha dell’ironico per lui che non prenderà mai la patente, dove però ebbe modo di conoscere '''Giorgio Morandi'''.
 
Gli anni della guerra incombono e nel '''1941''' Scatizzi viene chiamato alle armi, verrà mandato a '''Bologna'''  al '''6° Autocentro''', luogo che ha dell’ironico per lui che non prenderà mai la patente, dove però ebbe modo di conoscere '''Giorgio Morandi'''.
 
Nel '''1942''' riuscendo a prendere congedo poté visitare la mostra di '''De Pisis''' alla '''Galleria “Barbaraux”''' di Milano.
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Uno dei riconoscimenti che più hanno inorgoglito Scatizzi durante la sua vita è stata la vittoria del '''XVIII Premio Internazionale del Fiorino''' e della Città di Firenze del '''1967'''. In questo stesso anno lascerà inoltre la mansarda di Via de’ Federighi per trasferirsi così in '''Via Maggio''', dove poi vivrà il resto della sua vita.
 
Nel '''1976''' viene organizzata una vasta antologica presso l’l{{'}}'''Accademia di Belle Arti di Carrara''' curata da '''Pier Carlo Santini''' dove vengono esposte opere fino ad allora inedite. Per la prima volta vengono esposte carte eseguite con varie tecniche, fogli che mostrano la ricchezza di umori pittorici dallo straordinario potere evocativo. '''Raffaele Monti''' in seguito definirà queste “cose” di Scatizzi “uno dei più liberi ed alti diari della pittura dei nostri anni”.
 
=== Le tre grandi mostre ===
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Del '''2006''' è la mostra '''“Sergio Scatizzi: Immagini”''' presso il '''Salone delle Reali Poste''' della '''Galleria degli Uffizi''' il cui catalogo ha visto la presentazione di '''Antonio Paolucci''', '''Ornella Casazza''' e '''Raffaele Monti'''. Questa mostra ha segnato non solo un traguardo importantissimo per la carriera artistica di Scatizzi, già costellata di importanti successi, ma addirittura un precedente per gli eventi futuri degli stessi Uffizi, in quanto si è trattata della prima mostra di un artista vivente.
 
L’ultimo grande evento si ha nel '''2009''', con la seconda personale presso la '''Galleria d’arte moderna''' di '''Palazzo Pitti''', nel Quartiere d’Inverno, dal titolo '''“Il Barocco informale di Sergio Scatizzi”''' con la presentazione nel catalogo di '''Cristina Acidini''', '''Giuseppe Cantelli''' e '''Simonella Condemi'''. Per la prima volta si indaga Scatizzi non solo per il suo approccio alla pittura ma anche per il suo affamato collezionismo, soprattutto di dipinti di  artisti fiorentini del seicento, oltre all’oggettistica e opere di contemporanei, e come questi abbiano dialogato con lui nel corso della sua lunga carriera artistica.
 
Pochi giorni dopo la conclusione di quest’ultima mostra, il maestro, ormai appagato nel vedere compiuto il suo ultimo sogno divenuto realtà, cessa di vivere il 1°º dicembre 2009. Le sue ceneri riposano a Montecatini Terme presso la tomba di famiglia.
 
== Opere ==