Grammatica araba: differenze tra le versioni
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L’articolo indeterminativo, per dare un contorno di indeterminazione al nome (e.g. Uno studente VS lo studente) e per rendere il nome del predicato nelle frasi nominali/con il verbo essere (e.g. Io sono uno studente, io non sono uno studente, io sono stanco), si ottiene con un suffisso e cambia in base ai tre casi. Per logica, la sua declinazione è triptota: i nomi propri di persona e toponimi non possono essere indeterminati (quindi, come eccezione, non si userà mai in frasi come “Io sono Ayman”). Il processo con cui si ottiene l’indeterminazione viene detto “nunazione” perché il nome, con questi suffissi, finisce con il suono nasale /n/. Ognuna delle tre uscite ha un diacritico specifico. Al caso nominativo, l’articolo indeterminativo si rende con il suffisso -un, con vocale breve (invece, se è un nome determinato, si usa l’articolo determinativo e il suffisso -u breve). Al genitivo, si ottiene con -in. All’accusativo, si ottiene con -an (in più si scrive una alif subito dopo che è muta). La terminazione -an non si usa solo all’accusativo, ma anche in quasi tutti gli avverbi e nel nome del predicato in frasi nominali negative. In sintesi, per ottenere l’indeterminazione basta aggiungere un suono -n ai tre casi in declinazione triptota. Se le parole sono femminili, come grafia e pronuncia la nunazione segue le regole appena spiegate (si sentirà sempre /atun, atin, atan/). Un esempio al nominativo è الطالب > طالب, ‘aṭ-ṭaalibu > ṭaalibun, lo studente > uno studente.
Se si rende “uno” con il numero uno a causa dell’assonanza nelle lingue neo-romanze, si commette un errore base logicamente spiegabile: con il numero uno
=== Il plurale in arabo: i casi nel plurale regolare e il plurale fratto/irregolare ===
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