Espansione islamica: differenze tra le versioni

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Col tempo alcuni cristiani delle zone già bizantine poterono valutare i vantaggi della conversione all'Islam e della possibilità di fare carriera nell'amministrazione califfale: i convertiti ottenevano i pieni diritti civili ed erano tenuti solo al versamento dell'elemosina legale (''[[zakat|zakāt]]''). Già dieci anni dopo la morte di Maometto l'Islam non era più una comunità di soli arabi. La lingua del califfato era comunque soltanto l'[[lingua araba|arabo]], lingua della preghiera e del testo sacro del [[Corano]]. Si creò così gradualmente una comunità arabofona con alcune componenti etniche via via più varie, soprattutto per via del fatto che gli arabi prendevano in moglie fanciulle del posto, man mano che procedeva l'espansione.
 
Una prima crisi dell'Islam si ebbe tra il [[656]] e il [[661]] quando [[ʿAlī ibn Abī Ṭālib|Alì]], cugino e genero di Maometto, insorse contro il califfo [[Othman ibn Affan|'Uthman b. 'Affan]], fondatore della dinastia [[Omayyadi|omayyade]]. Entrambi vennero poco tempo dopo assassinati e dai loro seguaci si instaurò la storica frattura tra [[sunniti]] (che riconoscono la ''[[Sunna]]'', gli scritti con detti e fatti del Profeta) e gli [[sciiti]] (che non riconoscono solo Alì quale legittimo successore di Maometto). Tra gli sciiti si ebbe un ulteriore scisma con la formazione del gruppo dei [[kharigiti]], che sostenevano il principio radicale secondo il quale qualsiasi fedele può ricoprire la carica di califfo.
 
== La dinastia omayyade (661-750) ==