Rus': differenze tra le versioni
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* Dal nome antico slavo che significava "gente del fiume" (tribù di pescatori e contadini che si stabilirono vicino ai fiumi [[Dnepr]], [[Don (fiume Russia)|Don]], [[Dnestr]] e [[Daugava]] ed erano noti per navigarli). La radice ''rus'' è preservata nelle parole moderne slave e russe "''ruslo''" ("letto di fiume"), "''[[Rusalki|rusalka]]''" ([[Folletto|folletto di fiume]]), ecc.
* Da uno di due fiumi in [[Ucraina]] (vicino a [[Kiev]] e [[Perejaslav-Chmel'nyc'kyj|Perejaslav]]), ''[[Ros ' (fiume)|Ros]]'' e ''Rusna'', i cui nomi sono derivati da un termine slavo postulato per acqua, simile a ''rosa'' ("rugiada") (legato alla suddetta teoria).
* Una parola slava ''rusy'' (si riferisce solo al colore dei capelli dal biondo cenere scuro al biondo chiaro), affine a ''
* Una parola protoslava postulata per [[orso]], affine al greco ''arctos'' e al latino ''ursus''.
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Gli studiosi come Omeljan Pritsak e Horace G. Lunt offrono spiegazioni che vanno al di là di semplicistici tentativi di attribuire "etnie" sulla base dell'interpretazione ''prima facie'' di prove letterarie, filologiche e archeologiche. Essi vedono i Rus' come clan disparati, e spesso mutuamente antagonisti, di guerrieri e mercanti carismatici, che formarono reti di ampia portata attraverso il Mare del Nord e il Mar Baltico.<ref name="Pritsak 1981 14">{{cita|Pritsak 1981|p. 14}}.</ref><ref>{{cita|Lunt 1975|p. 271}}.</ref> Essi erano una "comunità multietnica, multilinguistica e non territoriale di nomadi del mare e di insediamenti commerciali" che conteneva numerosi Norreni, ma ugualmente Slavi, Balti e Finni.<ref name="Pritsak 1981 14"/>
Gli argomenti avanzati sia dai normannisti
Benché sembri che tutti i loro nomi fossero originariamente scandinavi, questo potrebbe riflettere la posizione sacrale detenuta dall'isola di [[Uppsala]].<ref>{{cita|Pritsak 1981|p. 28}}.</ref> Le prove fornite dalla ''Cronaca degli anni passati'', scritta circa tre secoli più tardi, non possono essere prese come un resoconto storiografico accurato; perché i racconti di "migrazione" da terre lontane erano ''topoi'' letterari comuni usati dai sovrani per legittimare il loro temporaneo dominio differenziandosi al tempo stesso dalle tribù dei loro sudditi "baltici" e "slavi". Toločko sostiene che "la storia del viaggio del clan reale è un espediente con la propria funzione all'interno della narrazione della cronaca. ... Eppure se lo prendiamo per quello che effettivamente è, se accettiamo che non è una descrizione etnografica documentaria del decimo secolo, ma una ''origo gentis'' medievale magistralmente costruita da un clerico cristiano degli inizi del XII secolo, allora dobbiamo riconsiderare la narrazione accademica consolidata della prima fase della storia europea orientale, che deve così tanto alla ''Cronaca degli anni passati''.<ref>{{cita|Toločko 2008|pp. 184 e 188, resp}}.</ref>
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