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Nel 1763, il notaio Gerardo Farsetti di Controne riporta l’esistenza di due dispacci reali, datati uno 1761, l’altro 1762, in cui il Re [[Ferdinando IV di Borbone|Ferdinando IV]], per mezzo del segretario di Stato [[Bernardo Tanucci]], comunicava e stabiliva in via definitiva i diritti e i doveri spettanti all’[[abate commendatario]] e al signore dell{{'}}''Università.''
 
Veniva stabilito che dal 22 maggio del 1763 "il popolo era esentato nei confronti della badia ''nullius'' dal pagamento ''delle decime di grani, di lino, dal pagamento di un barile di vino per ogni persona che faceva vendemmia''; la popolazione veniva esentata, inoltre, dal pagare ''la quarta parte del prezzo della casa in caso di vendita'' e dalla tassa ''per tutti coloro che usufruivano delle canne situate vicino al fiume Calore;. Inoltre,'' veniva finalmente abolita l’usanza di dare una gallina ai monaci per chiunque volesse edificare una nuova casa; veniva infineed abolito il diritto di sepoltura e di stola o di eventuali fabbriche”
 
L’Abate a sua volta si impegnava a somministrare a fine anno, la carne dei maiali ai poveri (i porci sacri, liberi al pascolo) e di dare una candela ad anima nel giorno della [[Candelora]] (2 febbraio di ogni anno). Si stabiliva, in ultimo, che l’Abate ricevesse ogni anno ducati 80 da parte dell’Università da recuperare fra la popolazione.<ref>Archivio di Stato di Salerno. Notaio Gerardo Garsetti; Busta: 2430</ref>