Private equity: differenze tra le versioni

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Tutte le decisioni di investimento, gestione e dismissione sono gestite dai general partner a volte raccolti assieme agli investitori principali nei consigli di amministrazione del fondo. L'insieme degli investimenti di un fondo di private equity si definisce portafoglio di investimenti ([[Portafoglio (finanza)|investment portfolio]]).
 
I manager delle società di private equity (private equity firm) sono pagati (anche) sulla base della loro performance, il che li incentiva a gestire in modo non negligente i fondi siccome, di base, guadagnano se lavorano bene e con impegno. Siccome si argina un problema di opportunismo, questa formula di pagamento è anche un modo per arginare i problemi di agency tra gli azionisti e il manager, che potrebbe gestire male i soldi siccomedato che non sono i suoi. In più, si aggiunge il fatto che in una limited partnership, il manager è un partner con società limitata. La paga, perlomeno in sistemi come quello statunitense, è composta dalla management fee e dalla performance fee. La prima è pari al 2% degli asset gestiti (asset under management AUM) e dal 20% dei profitti lordi alla vendita (gross profits upon sale), ma queste stime possono variare parecchio.
 
Le grandi società di private equity hanno asset per un miliardo di dollari o più, mentre le medie società di private equity (middle level) hanno asset da 50 a 500 milioni. Nelle società di medio livello, i grandi soci partecipanti (limited partners) possono guadagnaroguadagnare un milione di dollari o più all'anno, mentre i manager possono guadagnare centinaia di migliaia di dollari specialmente se in più gestiscono con successo il capitale sociale.
 
Di base, i fondi di private equity in generale possono avere il solo interesse a investire e essere passivi verso la compagnia target dell'investimento, ma altri fondi hanno un atteggiamento attivo (active private equity firms) tale per cui, dopo il finanziamento, supportano i top executive dell'azienda target con il loro know-how per esempio lavorando a stretto contatto con lo Chief Executive Officer o lo Chief Financial Officer (CFO), cioè instaurando delle relazioni di livello C ("C-level relationships", con il ''<u>C</u>''EO e il ''<u>C</u>''FO). Queste relazioni sono mirate, tra i vari obiettivi, a migliorare la performance della compagnia, aiutare la sua sopravvivenza, incrementare i profitti per la società di private equity e diventare più attraente agli occhi della platea di nuovi investitori. Pertanto, le società con un atteggiamento di investimento attivo si propongono di supportare le società target per portarle al massimo successo possibile. Di solito, i manager del fondo di PE forniscono informazioni, appoggi e aiuti in campo di [[corporate finance]], quindi nel financial management (a maggior ragione perché, nelle relazioni di livello C, si lavora a contatto con il direttore finanziario/CFO) e financial planning/[[pianificazione finanziaria]]. I manager del fondo (fund manager), in particolare, possono aiutare i mananger della società target/portfolio company siccome sono si occupano già di investimenti e hanno una expertizeexpertise innel questo camposettore; in più, questo campo è tra i più crucialecruciali nella gestione di una società siccome le azioni si basano sui finanziamenti raccolti e da raccogliere (ovviamente in modo calcolato e diligente) e quanto e dove si investono e allocano. Altri campi in cui i manager del fondo forniscono supporto al livello C della società target sono l'accounting/contabilità laddove si implementano nuovi standard migliori e omogenei e l'implementazione di tecnologie atte a migliorare il management e il business (in passato, per esempio, implementavano le tecnologie IT nelle società). Infine, laddove il business è ben avviato, ma ci sono delle aree che non rendono molto (underperforming), il management del fondo può tentare di risollevare queste aree laddove decide di non disinvestire. Risollevare queste aree permette di incrementare ulteriormente i profitti e il valore dell'azienda; ciò si abbatte sui profitti del fondo e sul suo carisma e attrattiva. Comunque, la coordinazione tra i due management è possibile se c'è una convergenza di interessi (oltre al guadagnare di più).
 
Gli avversari degli angel investor e dei fondi e società di private equity, sempre in contesto di private equity, sono le banche di investimento (investment banks) siccome sono interessati a stringere buoni affari o ricavare dividendi da grandi aziende e possono (anche) investire anche fuori dalla borsa, fermo restando che sono investimenti rischiosi e che i fondi PE e gli angel investor possono intervenire proprio laddove le banche non vogliono intervenire/rischiare.
 
Una strategia di investimento di private equity abbastanza diffusa, oltre al generico acquisto di azioni, è il [[leveraged buyout]] (LBO), cioè l'acquisto (in tal caso da parte del private equity fund) di un'intera compagnia target attraverso la [[leva finanziaria]] mettendo a garanzia gli asset della stessa società target (se non si riescono a ripagare i soldi prestati per l'acquisto, il compratore li ripaga usando la società target stessa). L'acquisto totale avviene nel momento in cui il fondo desidera trarre il massimo vantaggio e guadagno possibile, siccome più percentuale di partecipazione possiede, più riceve dividendi (la gestione della società target viene comunque delegata a un consiglio di amministrazione, ragion per cui il fondo di private equity di base continua a svolgere il suo business di investimenti a scopo di lucro).
 
A volte, i fondi di private equity incentivano le società a lasciare la borsa in cui sono quotati siccome il delisting glili permette di concentrarsi su obiettivi e approcci nel lungo termine, cosa che non sempre accade nel momento in cui la pubblicazione dei report finanziari (e.g. il foglio di bilancio trimestrale, "quarterly financial report") è trimestrale: in tal caso, le tappe sono scandite tramite brevi periodi di tre mesi. Il delisting viene attuato dal fondo, che nel mentre è diventato l'azionista di maggioranza (ma i soci, nell'ordinamento statunitense, non prendono decisioni di questo tipo e alcune società possono attivare delle tutele nel caso in cui ritengano di essere il target di un'acquisizione ostile).
 
Una quarta strategia di investimento di private equity abbastanza diffusa oltre alla semplice compravendita di azioni, al leveraged buyout LBO e al delisting di una società, è l'Investing in Upside: in questa strategia, si compra una società ben avviata o che è ben inserita in un mercato di nicchia (niche market) siccome produce prodotti e servizi di nicchiaparticolare specificità, si migliora in tutti i modi possibili (inclusa l'instaurazione di relazioni di livello C), si innalza il suo valore dell'impresa (enterprise value EV) fino a farlo diventare miliardario e si rivende (tramite la vendita di azioni) a una grande corporation, ottenendo profitti altissimi. Le grandi corporation ottengono dunque i guadagni e l'apporto di compagnie ulteriormente cresciute o l'apporto di società che offrono prodotti e servizi di nicchia prima assenti. Le società target dell'Investing in Upside sono le medie imprese (middle-market o mid-market company) e, se non sono internazionalizzate perché non vendono o investono all'estero, il fondo di private equity le spinge a internazionalizzarsifarlo. Oppure, anche il comprare più industrie frammentate e sparpagliate per consolidarle in un'unica industria molto potente (big player) è un'operazione di Investing in Upside. Di base, in tutti questi casi, i manager del private equity fund si occupano, ad acquisto avvenuto, di incrementare lungo tutto l'orizzonte temporale dell'investimento (tipicamente nel medio termine, 4-7 anni) gli earnings before interest, tasse, deprezzamento e amortizzazioneammortizzazione (EBITDA) con investimenti, apporto di know-how e acquisizioni. Perlomeno, ciò avviene nel caso in cui l'atteggiamento non è passivo ma è attivo, tale per cui si instaurano le relazioni di livello C.
 
Negli Stati Uniti, c'è una differenza tra small business, mid-market company e big business; le mid-market hanno ricavi/entrate annuali (renevue) che vanno da 10 milioni a 1 miliardo di dollari secondo il National Center for the Middle Market dell'Università dell'Ohio; secondo altre classificazioni molto più stringenti, hanno ricavi da 100 milioni a 3 miliardi di dollari. In Italia, la suddivisione è tra micro-imprese (solitamente startup), piccole e medie imprese (PMI, in inglese "small and medium enterprises" SME) e grandi imprese. Le medie imprese, secondo gli standard unificati dell'Unione Europea, hanno un fatturato annuo di massimo 50 milioni di euro e hanno da 50 a 250 dipendenti.