Guido Cagnacci: differenze tra le versioni

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Definito da alcune fonti artista bizzarro e stravagante, in quanto eccelse nell'arte pittorica precorrendo il futuro, scoprendo i corpi più santi e pii rappresentandone le passioni proibite, nasce nel [[1601]] a [[Santarcangelo di Romagna]], cittadina sulla via Emilia a una decina di chilometri da [[Rimini]]. Non sappiamo chi sia stato il suo primo maestro, ma tra il [[1618]] e il [[1621]] è mantenuto dal padre a [[Bologna]] per apprendere l'arte della pittura, probabilmente presso [[Ludovico Carracci]] o un artista della sua cerchia.
 
Importanti furono anche due soggiorni [[roma]]ni, nel secondo dei quali, tra il 1621 e il [[1622]], fu a fianco del [[Guercino]]. I suoi primi dipinti documentati sono due tele, ''la Processione del Santissimo Sacramento'' e il ''San Sisto Papa'', conservate presso il [[museo di Saludecio e del beato Amato]] attiguo alla [[Saludecio#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di San Biagio]] di [[Saludecio]], del [[1627]]. Dal [[1623]] al [[1648]] la sua attività si svolge soprattutto in [[Romagna]], un periodo che vede l'affermarsi della fama dell'artista, ma anche segnato da avvenimenti turbolenti, come un tentativo di fuga con una giovane e chiacchierata vedova della nobile famiglia Stivivi, Teodora, per il quale nel [[1628]] Guido è bandito da Rimini.
[[File:Cagnacci, Guido - Gloria di san Mercuriale - 1642-1643.jpg|thumb|Guido Cagnacci: ''Gloria di san Mercuriale'', [[Forlì]], [[Pinacoteca Civicacivica di Forlì|Pinacoteca Civicacivica]]]]
 
A Santarcangelo gode della protezione di monsignor Bettini, che nel [[1635]] gli commissiona la pala con ''San Giuseppe e Sant'Egidio'' per la confraternita dei Falegnami e dei Fabbri, spartiacque tra la fase giovanile e la maturità, che lo vedrà rivolgersi soprattutto verso i grandi maestri emiliani, e in particolare [[Guido Reni]] e il [[Guercino]].
 
Nel [[1643]] lavora ai dipinti del [[duomo di Forlì]] con ''[[San Valeriano (martiredi forlivese)Forlì|San Valeriano]] e [[Mercuriale di Forlì|San Mercuriale]]'', mentre nel [[1647]] è a [[Faenza]], in relazione con la potente famiglia Spada. A Forlì è anche la tela ''San Giuseppe in estasi'', nella [[Chiesa di San Giuseppe (Forlì)|chiesa di San Giuseppe dei falegnami.]]
 
Con il [[1648]] termina l'attività romagnola, e si stabilisce a [[Venezia]] con il nuovo nome di "Guido Canlassi da Bologna". A questo punto si datano molti dei suoi dipinti con figure femminili e soggetti profani. Su invito dell'imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]], verso il [[1660]] si trasferisce a [[Vienna]], dove muore nel [[1663]]. Alla corte imperiale dipinge la sua opera più celebre, ''[[morte di Cleopatra (Cagnacci)|La morte di Cleopatra]]''. La versione finale, con le ancelle sullo sfondo, è conservata al [[Kunsthistorisches Museum]] di Vienna, mentre alla [[Pinacoteca di Brera]] si conserva una versione con la sola regina morente, di forte sensualità.