Matematica greco-ellenistica: differenze tra le versioni

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== La tradizione matematica dal 150 a.C. al V secolo ==
La produzione matematica cessa piuttosto bruscamente intorno alla metà del [[II secolo a.C.]] Questo viene collegato con lo stabilirsi dell'egemonia dell'impero romano in gran parte del [[Mediterraneo]]. In particolare intorno al [[150 a.C.]] viene distrutta [[Corinto (Greciacittà antica)|Corinto]] e vengono massacrati molti cittadini di lingua greca ad [[Alessandria d'Egitto]]. Entrano anche in crisi molte istituzioni dei regni ellenistici aventi il fine di sostenere iniziative culturali. La matematica perde gran parte dei sostegni a persone che esercitino una professione di matematico. In questo periodo vengono quasi a scomparire le figure in grado di portare innovazioni nella matematica. Questo forse è dovuto al mutato clima politico: la crescente importanza dello schiavismo fa diminuire l'importanza di un pensiero critico che produca innovazioni nella matematica, nella scienza e nella tecnologia quando non vi siano obiettivi immediatamente riconoscibili. In questi campi risulta sussistere solo la possibilità di mantenere vive le tradizioni. Si hanno ancora attività in astronomia e rimangono le tradizioni tecnologiche riguardanti l'architettura e le attività militari, ma vanno scomparendo le cognizioni in grado di dare motivazioni alle metodiche costruttive che si continuano ad applicare.
 
La società romana ha lasciato scarsa evidenza di interessi verso la [[matematica]] e le speculazioni scientifiche. Interessava solo il mantenimento della capacità di sviluppare calcoli utili ad attività come i rilevamenti geodetici.
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L'establishment romano, mentre a partire dalla prima parte del [[I secolo a.C.]] si preoccupa, giustamente, di procurarsi insegnanti greci che consentano lo sviluppo della cultura umanistica e artistica, non si cura affatto di persone che possano trasmettere alla classe dirigente una cultura matematica e scientifica. Mentre per vari secoli potranno fiorire attività umanistiche ed artistiche, la cultura matematica sarà sempre più emarginata e si avranno pochissime figure dotate di qualche autonomia. Nel mondo romano va ricordato solo [[Vitruvio]], architetto e poligrafo, vissuto probabilmente nell'età di Augusto; Vitruvio scrisse un trattato in dieci libri intitolato "[[De Architectura]]"; si interessò principalmente all'architettura militare e all'idraulica.
Il trattato di Vitruvio è importante per quanto riguarda anche la archeologia e la storia dell'arte antica; nella sua opera Vitruvio parla di architetti ed edifici della Grecia; analizza poi molte soluzioni architettoniche romane, tra cui fori, edifici pubblici, terme, basiliche e teatri, illustrando anche tecniche e materiali utilizzati. Per la descrizione dell'architettura greca Vitruvio utilizzò probabilmente fonti greche tuttora incerte, come [[Piteo]], [[Ermodoro di Salamina|Ermodoro]] e {{chiarire|[[Metrodoro]]}} e probabilmente manuali e riassunti circolanti in latino in quell'epoca che si rifacevano a tali autori; la sua opera resta comunque fondamentale per lo studio dell'architettura antica.
 
Anche la cultura cristiana non sostenne le attività matematiche e scientifiche, considerando che le speculazioni in queste direzioni fossero da considerare molto meno importanti di quelle volte alla salute eterna. Va anche ricordato [[Severino Boezio]], importante per le sue opere di filosofo cristiano, ma anche autore delle opere ''De geometria'', ''De institutione arithmetica'' e ''De institutione misticae'', opere scientificamente poco originali, ma testimoni del tentativo di conciliazione del pensiero cristiano con quello scientifico.