Addio ai monti: differenze tra le versioni
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[[File:ComoImmagine 067.jpg|thumb|Il [[lago di Como|lago di Garlate]] al tramonto, scenario dell'''Addio ai monti'']]
Il passo è il momento più [[Poesia lirica|lirico]] di tutto il romanzo, tanto che viene considerato dai commentatori [[poesia]] in prosa, tesi rafforzata dal fatto che si possono individuare all'interno del testo vari versi, [[decasillabo|decasillabi]] ed [[endecasillabo|endecasillabi]]; il registro, come si confà alla lirica, è elevato sia nelle [[figura retorica|figure retoriche]] sia nella [[sintassi]] sia nel [[lessico]] e il tono è fortemente [[idillio|idillico]]. Esiste però un elemento che incupisce in una certa misura il procedere morbido e quasi bucolico del passo, la presenza di don Rodrigo, la cui ombra aleggia, minacciosa, su tutti i pensieri di Lucia: è la vista del suo palazzotto che fa rabbrividire la giovine e la fa piombare in un profondo sconforto, sfogato nel pianto. Per tutta la durata del brano la narrazione è sospesa, il che consente all'autore di creare un "cantuccio" in cui tanto il personaggio quanto Manzoni stesso possano esternare i propri sentimenti, con una funzione simile a quella del coro nelle [[tragedia|tragedie]] del nostro. L'ambientazione notturna e il paesaggio lacustre costituiscono un contesto ideale per l'esternazione dei sentimenti della giovine. Tuttavia l'autore, come di consueto, desidera mantenere uno stretto controllo sulla narrazione e sulla propria opera, per cui, al termine del passo, chiude bruscamente il momento idillico con l'espressione ''"Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia"''.
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