Discussione:Aldo Giannuli: differenze tra le versioni
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Sono Aldo Giannuli,
alcuni amici mi segnalano la sostituzione della voce Wikipedia che mi riguarda con un nuovo testo di tenore assai discutibile (che ho rimosso) e mi invitano ad intervenire nella questione per fornire i chiarimenti necessari. Lo faccio mal volentieri, ma tirato per i capelli in questa deprimente polemica. La voce contiene numerose inesattezze ed omissioni anche nella prima parte dedicata al profilo biografico, ma di questo non mi importa granché; vice versa, la seconda parte pomposamente intitolata “Tesi storiografiche e recezione critica” contiene una serie di autentiche bestialità che mi tocca segnalare. Iniziando dalle sciocchezze meno importanti, la voce si apre con questa frase:
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Anche un altro lavoro, l’edizione critica della “strage di Stato” (Edizioni Associate, Roma 1989, di cui il brano di Wikipedia tace) è citato ed utilizzato da diversi storici ( fra gli altri: S. LANARO "Storia dell'Italia Repubblicana ", Marsilio, Venezia 1992, V. ILARI "Il Generale con il monocolo " Cenr. Ancona 1994, A. SILJ "Il malpaese " Donzelli, Roma 1994,A. SOFRI “Il malore attivo dell'anarchico Pinelli ", Sellerio, Palermo 1996, D. GIACHETTI "Oltre il sessantotto " BFS, Pisa 1998,)
▲L’anonimo estensore prosegue:
“Nel 1997 Giannuli dà alle stampe, assieme a Paolo Cucchiarelli, Lo Stato parallelo. L’Italia «oscura» nei documenti e nelle relazioni della Commissione stragi. Giannuli riprende la teoria del «doppio Stato» di Franco De Felice (1989), risalente ad Ernst Fraenkel (1942)”
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Falso: in nessuno dei miei studi ho mai detto una cosa simile (e infatti la nota Wikipedia non cita nessun brano che possa confermare questa sciocchezza che mi è attribuita del tutto gratuitamente da Persichetti). Semmai io penso che il Noto servizio sia stato uno strumento e non il regista di nulla.
Continua il testo:
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Prosegue il nostro anonimo:
Ma Paolo Persichetti chi è? Non è uno storico accademico, non è uno storico militante o anche solo amatoriale (non risulta alcun suo libro a carattere storico), non è un giornalista. E’ un ex appartenente alle Brigate Rosse (o meglio ad una loro costola distaccatasi nei primi anni ottanta) ma non è neppure un testimone, in quanto non risulta che abbia avuto qualche parte nel caso Moro. Diversamente, più che le sue valutazioni “storiografiche” sarebbe interessante ascoltare cosa ha da dire sulla vicenda. Ovviamente, Persichetti ha tutto il diritto di criticare i miei lavori, ma questo non significa che la sua opinione sia particolarmente autorevole (a meno che qualcuno non mi dimostri il contrario) ma, soprattutto è un intervento di parte di qualcuno che sta difendendo il nome dell’organizzazione in cui ha militato. Il che è legittimo, ma depone male sull’oggettività delle sue parole.
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