Bon Scott: differenze tra le versioni

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|strumento = [[Canto|voce]], [[cornamusa]], [[Batteria (strumento musicale)|batteria]], [[flauto]], [[tamburi]], [[percussioni]]
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Ronald Belford Scott nacque nel 1946 al ''Fyfe Jamieson Maternity Hospital'' di [[Forfar]], in [[Scozia]], da Isabelle ''Isa'' Cunningham Mitchell (1917 – 2011) e da Charles Belford ''Chick'' Scott (1917 – 1999), due fornai di umili origini che gestivano un panificio a [[Kirriemuir]]. Secondo di tre figli, il cui primo morto poco dopo la nascita, visse i primi anni della sua infanzia nella piccola Kirriemuir ma all'età di sei anni, emigrò con la famiglia in [[Australia]].<ref name=allmusic.com /> Stabilitosi inizialmente a Sunshine, un sobborgo di Melbourne, completò le scuole primarie presso la ''Sunshine Primary School'' e proprio qui nacque il suo diminutivo ''Bon'', poiché vi era un altro compagno di classe suo omonimo.<ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
Nel 1956 si spostò con la famiglia a [[Fremantle]], alla periferia di [[Perth]], dove completò le scuole primarie alla ''North Fremantle Primary School'' e iniziò ad appassionarsi alla musica suonando dapprima il [[Flauto dolce|flauto]], poi il [[Tamburo|tamburo]] e la [[cornamusa]] nella ''Fremantle Scots Pipe Band'' ma iniziò anche a studiare la [[Batteria (strumento musicale)|batteria]] che ricevette in dono dai genitori.<ref name="adb.anu.edu.au">{{Cita libro |cognome=Browne |nome=Geoff |titolo=Cultural Advice |capitolo=Scott, Ronald Belford (Bon) (1946–1980) |urlcapitolo=https://adb.anu.edu.au/biography/scott-ronald-belford-bon-27533 |città=Canberra |editore=National Centre of Biography, Australian National University |accesso=26 marzo 2021}}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
La passione per la musica crebbe e si affinò, coltivando una passione per [[Little Richard]]<ref>{{cita web|autore=bravewords.com |url=http://www.bravewords.com/news/132727 |titolo=AC/DC Guitarist Angus Young Remembers Bon Scott – "When I Think Back In Hindsight, He Was A Guy That I Always Knew Was Full Of Life" |editore=Bravewords.com |accesso=16 settembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110708091937/http://www.bravewords.com/news/132727 |urlmorto=si }}</ref> ma non quella per gli studi scolastici e per la disciplina, tanto che il giovane Bon lasciò il ''John Curtin College of the Arts'' a soli quindici anni.
Nel 1963, ancora minorenne, il giovane Bon dovette anche scontare una breve pena alpresso il carcere di Fremantle e poi la riabilitazione al ''Riverbank Juvenile Institution'' per alcuni piccoli reati quali false generalità, molestie e furto di 12 [[Gallone|galloni]] di benzina.<ref name="adb.anu.edu.au"/><ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
===Gli esordi musicali===
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===La morte===
La morte di Bon Scott fu improvvisa ma forse mai del tutto chiarita. L’epilogo della sua vita ebbe inizio a [[Londra]], dove Bon Scott si era trasferito già dal 1978 prendendo in affitto un appartamento in Ashley Court, poco distante dalla [[Victoria Station]].
Dopo mesi trascorsi a provare nuovi brani come ''Have a drink on me'' e ''Let me put my love into you'' da includere nel nuovo album degli AC/DC ''[[Back in Black]]'', Bon Scott aveva trascorso le prime settimane del nuovo anno dedicandosi a collaborazioni musicali, nonché all’apparizione televisiva alla trasmissione ''Top of the pops'' della [[BBC]] andata in onda il 7 febbraio 1980, dove egli si esibì con gli AC/DC eseguendo il brano ''Touch too much'',<ref>https://www.youtube.com/watch?v=-4JE3WCcPA4</ref> mentre, nei giorni immediatamente precedenti la sua morte, Bon Scott registrò anche ''Run on'' presso lo Scorpio Sound Studio di Euston Road, ovvero la sua ultima registrazione discografica.<ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
[[File:Camden Palace Theatre, now Koko.jpg|thumb|Il ''KOKO'' di Camden, fino al 1982 noto come ''The Music Machine'']]
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Durante la serata i due bevvero senza sosta fino a tarda ora partecipando a un [[binge drinking]] e non è chiaro se Bon Scott ebbe anche modo o meno di procurarsi delle sostanze stupefacenti.
Tuttavia i due, nonostante l’evidente stato di ebbrezza, lasciarono il locale a notte inoltrata ma Alistair Kinnear si offrì di riaccompagnare Bon Scott a casa. Giunti ad Ashley Court, egli si accorse che Bon Scott si era addormentato sul sedile accanto e non erafu facile svegliarlo, né tanto meno erasarebbe stato possibile per lui portarlo di peso in casa sua. Nonostante l’ora tarda Alistair Kinnear chiamò da una vicina cabina telefonica l’amica Silver Smith che cercò di tranquillizzarlo, riferendogli che Bon Scott in quei frangenti in cui era solito calarsi, bevendo alcolici smodatamente, avrebbe avuto soltanto bisogno di dormire.<ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
[[File:67 Overhill Road East Dulwich.JPG|thumb|L’edificio al 67 di Overhill Road, dove ha abitato Alistair Kinnear]]
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Circa alla stessa ora squillò un telefono in un appartamento di [[Fulham]], quello di [[Paul Chapman]], chitarrista degli [[UFO (gruppo musicale)|UFO]], una rock band britannica. A chiamarlo fu Joe Fury, altro musicista dell’ambiente musicale londinese e coinquilino di Bon Scott. Joe Fury aveva trascorso una serata a base di alcool e droga a Fulham dall’amico, ma rincasando alle prime ore del mattino non aveva trovato Bon Scott in casa. Egli piangendo disse a Paul Chapman che Bon Scott era morto e aveva necessità di contattare telefonicamente i fratelli Young per dar loro la drammatica notizia.<ref>{{Cita libro|autore = Jesse Fink|titolo = Bon, the last highway|anno = 2022|editore=ECW Press|isbn = 9781770414099}}</ref>
 
Tuttavia a scoprire Bon Scott esanime, o forse già morto, fu soltanto Alistair Kinnear verso il tardo pomeriggio del 19 febbraio, quando uscì di casa per andare a trovare un’amica e vide il suo corpo ancora nella sua Renault 5 parcheggiata di fronte casa, pallido e riverso in posizione fetale e, con evidenti tracce di vomito, sullo stesso sedile dove l’aveva lasciato la notte prima. Alistair Kinnear si diresse subito al ''King’s College Hospital'' con a bordo Bon Scott ma non fu più possibile fare nulla se non dichiararne il decesso per “intossicazione acuta da alcol”.<ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
Le ultime ore di quella notte tra il 18 e il 19 febbraio non sono mai state chiarite del tutto, così come non è chiaro come sia stato possibile che il suo coinquilino Joe Fury fosse a conoscenza della morte di Bon Scott già ladalla mattina di quel martedì 19 febbraio, prima del suo effettivo ritrovamento nella vettura da parte di Alistair Kinnear nel tardo pomeriggio successivo.<br>
Dall’autopsia emerse soltanto che Bon Scott aveva ingerito una massiccia quantità di alcolici[[Bevanda spiritosa|superalcolici]] ma non vennero effettuati ulteriori esami più specifici per capire se avesse anche assunto stupefacenti. Pertanto non è mai stato appurato se Bon Scott avesse fatto uso di sostanze come [[cocaina]] o forse [[eroina]].
 
La salma di Bon Scott fu dapprima imbalsamata dal noto tassidermista londinese [[Desmond Henley]] e in seguito [[cremazione|cremata]] a Londra, per consentire un più agevole rimpatrio delle ceneri, che furono tumulate dalla famiglia Scott nel cimitero cittadino di [[Fremantle]], in [[Australia]].<ref>{{Cita libro|autore = Paul Stenning|titolo = AC/DC: Two Sides to Every Glory: The Complete Biography|anno = 2005|isbn = 1842403087}}</ref>
 
[[File:Grave of Bon Scott, Fremantle Cemetery, Western Australia - 20060218.jpg|thumb|La tomba di Bon Scott nel cimitero di Fremantle, in Australia]]
 
L’autore e giornalista Jesse Fink ha cercato di approfondire l’indagine pubblicando anche un libro nel 2022, ''Bon, the last highway''. Secondo le testimonianze raccolte da Fink sono emerse gravi discrepanze sull’orario di ritrovamento del cadavere e contraddizioni sulle molteplici persone che avrebbero incontrato Bon Scott quella sera del 18 febbraio. Inoltre non è chiaro perché Alistair Kinnear nei giorni successivi alla morte di Bon Scott si sia dileguato facendo perdere le sue tracce e lasciando il suo appartamento di Overhill Road, che poi venne pure saccheggiato da ignoti alcuni giorni dopo.<ref>{{Cita libro|autore = Jesse Fink|titolo = Bon, the last highway|anno = 2022|editore=ECW Press|isbn = 9781770414099}}</ref>