Roberto Leydi: differenze tra le versioni
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Roberto Leydi svolse una funzione decisiva nella proposizione della ricerca della musica popolare italiana intesa come documentazione della cultura contadina italiana all'indomani della prima industrializzazione. Il suo contributo si inserì in quel vasto filone di storia contemporanea e sociale che tendeva a cercare fonti alternative a quelle ufficiali per la ricognizione storica. Si trattava a tutti gli effetti di seguire i passi tracciati - tra gli altri - da [[Danilo Montaldi]] con il suo ''Militanti politici di base'' e da numerosi altri storici tra cui è giusto ricordare [[Gianni Bosio]] e [[Cesare Bermani]]. Roberto Leydi ebbe chiaro che la documentazione della tradizione popolare non poteva però essere limitata al suo carattere di emarginazione, o protesta, o a quello del diretto impegno sociale. Né condivise l'opinione, molto frequente negli anni '60 e '70, che la cultura popolare e contadina fosse in sé stessa ''alternativa''.
Organizzatore instancabile, dotato di una inesauribile curiosità e di un'analoga capacità di andare oltre l'apparenza delle cose per coglierne spesso il lato anche ironico o surreale, Roberto Leydi ha pilotato con decisione le sorti della musica popolare italiana legando il suo nome alle ricerche della [[Regione Lombardia]]<ref>L'etnomusicologo è stato fondatore dell'Ufficio
Qualche mese prima della sua morte<ref>Significativo il commiato scritto dall'amico [[Umberto Eco]], ''Addio a Roberto Leydi'', L'Espresso, 6 marzo 2003. Nel 2004, gli è stato dedicato il documentario ''Roberto Leydi: L'altra musica'' con la regia di Aurelio Citelli, produzione [[Provincia di Milano]], per la collana ''Gente di Milano''. IT\ICCU\LO1\1217335. Nel decennale della scomparsa, si menziona il Ciclo di sei Incontri (aprile 2013), coordinati da Nicola Scaldaferri e patrocinati dal Dipartimento dei [[Beni culturali]] e ambientali e dal LEAV (Laboratorio di [[Etnomusicologia]] e [[Antropologia]] Visuale) dell'[[Università di Milano]], al quale hanno preso parte numerosi studiosi e artisti tra cui [[Umberto Eco]], [[Ferdinando Scianna]], [[Franco Cerri]], [[Luigi Pestalozza]], [[Carlo Piccardi (musicologo)]], [[Cesare Bermani]], Glauco Sanga, Filippo Crivelli, Emilio Sala, Oreste Bossini, Maddalena Novati, Angela Ida De Benedictis, Veniero Rizzardi. Nello stesso anno l'incontro dal titolo ''Roberto Leydi o la poetica dell'inatteso'' (17.2.2013) al quale hanno partecipato Umberto Eco, Ferdinando Scianna, Febo Guizzi e [[Moni Ovadia]].</ref> donò l'intero archivio privato (circa 700 [[strumenti musicali]], 6.000 dischi, 10.000 libri, 1.400 nastri magnetici) al [[Centro di dialettologia e di etnografia]] di [[Bellinzona]], in [[Svizzera]].
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