Roberto Melli: differenze tra le versioni

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Stringe amicizia con [[Giuseppe Capogrossi]] e Emanuele Cavalli, firma il "Manifesto del Primordialismo Plastico", ma dopo la mostra personale del 1936 la sua attività espositiva viene infatti dalle [[leggi razziali]] gli tolgono il diritto di partecipare a pubbliche esposizioni e a insegnare, contribuendo a sprofondarlo in una profonda crisi, il cui solo sollievo rimane la vicinanza della moglie, "la fida Baba", come amava chiamarla.
 
Il lavoro riprende dopo la guerra nel suo appartamento di tre stanze al [[Testaccio]], di fronte al [[Mattatoio]]".
Dal 1945 insegna pittura all'[[Accademia di Belle Arti]] di Roma, ritorna a esporre in alcune collettive e mostre personali. E' oramai considerato uno dei maggiori esponenti de "La scuola romana" e viene invitato alla [[Biennale di Venezia]] del 1950 che gli dedicherà una personale.